Pontieri spuntati Al vertice dei willing si presenta un’Italia assai poco volenterosa
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L’opposizione ha l’occasione di denunciare l’ambiguità del governo, ma non la coglierà, scrive Francesco Cundari nella newsletter “La Linea”. Arriva tutte le mattine dal lunedì al venerdì più o meno alle sette
28.11.2025 Francesco Cundari, linkiesta.it lettura2’
Al vertice dei cosiddetti paesi willing – che l’italiano e il buon senso suggerirebbero di tradurre con «volontari», ma temo dovrò rassegnarmi anche io a rendere con «volenterosi» – l’Italia si presenta oggi, dopo molte esitazioni, con un atteggiamento assai poco disponibile e una posizione ancor meno comprensibile.
Del resto, è evidente come al centro della riunione tenuta ieri a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni con i suoi due vice in vista del vertice di Parigi, assai più che la prova di forza in corso tra Stati Uniti e Unione europea o le difficoltà della trattativa diplomatica tra Russia e Ucraina, vi fosse lo scambio di dispetti tra Matteo Salvini e Antonio Tajani, l’imminente congresso della Lega (il 5 aprile) e la necessità di abbassare il tono delle polemiche interne per non avvantaggiare le opposizioni.
Questo il testo della nota uscita dunque da Palazzo Chigi: «Nel corso della riunione è stato riaffermato l’impegno alla costruzione, insieme ai partner europei e occidentali e con gli Stati Uniti, di garanzie di sicurezza solide ed efficaci per l’Ucraina che trovino fondamento nel contesto euroatlantico. Ciò anche sulla base di un modello che in parte possa ricalcare quanto previsto dall’articolo 5 del Trattato di Washington, ipotesi che sta riscontrando sempre più interesse tra i partner internazionali.
L’incontro ha inoltre permesso di ribadire che non è prevista alcuna partecipazione nazionale a una eventuale forza militare sul terreno. È stato, infine, affrontato il tema dell’attuazione e del monitoraggio del cessate il fuoco, su cui si sta facendo spazio un possibile ruolo delle Nazioni Unite, che il Governo italiano sostiene da tempo».
E così il governo italiano si presenta alla riunione convocata per porre le basi del gruppo di volenterosi che dovrebbe sopperire al venir meno dell’ombrello protettivo della Nato, e più in generale dell’affidabilità degli Stati Uniti come alleato, con la proposta di estendere all’Ucraina le garanzie dell’articolo 5 dell’Alleanza Atlantica (cioè esattamente ciò da cui gli europei stessi non si sentono più garantiti) e precisando di essere disposti a inviare truppe di peacekeeping in Ucraina solo su mandato dell’Onu (dunque con l’accordo non solo degli Stati Uniti, ma pure della Russia).
Il minimo che si possa dire è che alla riunione dei volenterosi l’Italia non sembra mostrare molta buona volontà. Se a tutto questo aggiungiamo poi i dazi annunciati ieri da Donald Trump, dinanzi ai quali Meloni continua a svicolare (per non parlare di Salvini che ha avuto il coraggio di definirli una grande opportunità), appare chiaro come il grado di confusione strategica, debolezza e contraddizione con se stessi dei sovranisti al governo abbia raggiunto ormai i livelli di guardia.
Occasione d’oro per qualunque genere di opposizione pronta a denunciare ambiguità, divisioni e imbarazzi della maggioranza, dunque non per l’opposizione che ci ritroviamo, prigioniera di ambiguità, divisioni e imbarazzi non meno paralizzanti.