Il Bi e il Ba Non stiamo diventando russofili, stiamo diventando russi
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Nei media, ogni opinione è equilibrata da un’opinione contraria, anche se una delle due dovrebbe essere squalificata in partenza
Guido Vitiello 26 mar 2025 ilfoglio.it lettura1’
Dopo il grottesco dibattito televisivo in cui Calenda ha difeso verità elementari contro le balle di Travaglio e Giordano, occorre rileggere le riflessioni di Françoise Thom, grande storica esperta di Russia
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Il lettore mi perdonerà se torno a citare Françoise Thom, grande storica esperta di Russia, ma dopo avere assistito a un grottesco dibattito televisivo – la trasmissione era “Accordi e disaccordi” – in cui Carlo Calenda ha difeso con tenacia alcune verità elementari sull’Ucraina a fronte delle balle spudorate di Marco Travaglio e Mario Giordano, non ho potuto fare a meno di ripensare a una pagina illuminante del suo ultimo libro, Poutine ou l’obsession de la puissance: “La confusione dell’intelligenza ci rende vigliacchi. Tuttavia l’impressione di vivere nell’assurdo, di capitolare davanti alla follia è ben presente e genera l’aggressività e la volgarità nella vita quotidiana che le nostre società condividono sempre di più con la società russa.
L’indifferenza alla verità si diffonde: un punto di vista vale l’altro, si pensa.
Nei media, ogni opinione è equilibrata da un’opinione contraria, anche se una delle due dovrebbe essere squalificata in partenza per stupidità o malafede. La ‘realtà alternativa’ ha lo stesso diritto di esistere della realtà tout court. Il cinismo esce allo scoperto. In diplomazia è gabellato per ‘realismo’, come se l’indifferenza al bene e al male, al giusto e all’ingiusto, fosse la condizione di un giudizio sano e di una buona politica. L’ammirazione della forza bruta si diffonde a tutti i livelli della nostra società: il numero dei turiferari di Putin lo attesta (…). In Russia, tutti questi processi sono molto più avanzati che da noi, perché il bolscevismo ha distrutto da cima a fondo il sostrato della civiltà. Ma nei paesi occidentali, questo sostrato si sta sgretolando a grande velocità”. Pertanto, “dobbiamo interessarci alla Russia per capire ciò che rischiamo”. In altre parole, non stiamo diventando russofili. Stiamo diventando russi.
Commenti
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