Conte snobba il piano di Elly: tanti saluti al "campo largo". E il Movimento corre da solo
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L'ex premier marca le distanze dai dem. "Combattiamo su un terreno più concreto"
Domenico Di Sanzo 23 Marzo 2025 - 05:00 ilgiornale.it 1’
Loro sbarcano a Ventotene e lui si fa vedere davanti ai cancelli di Mirafiori.
Alla variegata piazza per l'Europa contrappone un corteo solitario «contro le armi».
La polarizzazione sul riarmo e il dibattito sull'Europa, con tanto di Pd spaccato, sono l'occasione per rivitalizzare il M5s di Giuseppe Conte. O, almeno, questo è il ragionamento che prende piede ai piani alti del corpaccione post-grillino, ora diventato contiano tout court.
E basta mettere in fila i fatti per certificare l'allontanamento dell'ex premier dal campo largo e dalle sue oscure geometrie. Una distanza di contenuti, ma anche fisica.
Se Elly Schlein venerdì si fa vedere a Trapani alla manifestazione di Libera, Conte sale a Mirafiori e protesta con operai e sindacalisti davanti al cancello 2 della storica fabbrica di Torino. Con l'ex premier due esponenti della sinistra radicale. Uno italiano, Nicola Fratoianni. L'altra spagnola, la ministra del lavoro del governo Sanchez Yolanda Diaz, leader di Sumar, contenitore movimentista a sinistra dei socialisti del Psoe.
Ieri, di nuovo, Conte sfugge all'agenda dei dem. La delegazione del Pd sbarca a Ventotene per fare il controcanto a Giorgia Meloni, l'avvocato del popolo plana a Sud, in Campania, per dire che «non basta appellarsi a Ventotene, bisogna combattere sul terreno, concretamente per la difesa di una democrazia non solo formale ma sostanziale». I suoi fanno da grancassa.
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Una distanza siderale tra Schlein e Conte, fatta di agende che non si incastrano mai, sostanziata in due piazze concorrenti. Il leader del M5s, così come ieri a Ventotene, si è posto fuori dal centrosinistra anche sabato 15 marzo, alla manifestazione per l'Europa lanciata da Michele Serra
Tutti presenti con slogan diversi, tranne lui. Che invece sceglie di puntare sulla piazza del 5 aprile, convocata dal M5s a Roma «contro il riarmo». «Speriamo non venga nessuno del Pd, nemmeno per un saluto», è la speranza recondita dei parlamentari stellati.