«La stabilità garantisce a questa nazione la sua credibilità internazionale, le garantisce la possibilità di avere strategia e visione,

«La stabilità garantisce a questa nazione la sua credibilità internazionale, le garantisce la possibilità di avere strategia e visione,  

15 Dicembre 2024 - 13:05 Ugo Milano,open.online lettura4’

L'intervento della presidente del Consiglio alla festa di Fratelli d'Italia a Roma

«È un altro mondo visto da qui, è un altro mondo quello visto oggi. Però è il nostro mondo e dobbiamo ricordarcelo. Perché chi non sa guardare anche al suo passato non può avere la pretesa di andare avanti». Dopo gli interventi dei leader di centrodestra al governo, è il turno della padrona di casa. Giorgia Meloni, premier e leader di Fratelli d’Italia, chiude Atreju, la festa del partito di Roma giunta alla sua 26esima edizione. «Nessuna gogna costruita sull’errore del singolo, spiando la gente dal buco della serratura, nessuna gogna costruita contro di voi per colpire me vi toglie chi siete. La parte migliore della vostra generazione», dice la presidente del Consiglio in apertura di intervento, dopo aver ringraziato tutti gli organizzatori, i movimenti giovanili di FdI, la sorella Arianna Meloni e gli alleati di governo. Un intervento ritardato di qualche minuto a causa del malore avvertito da uno spettatore tra il pubblico del Circo Massimo.

I rapporti tra i partiti di maggioranza

«La stabilità garantisce a questa nazione la sua credibilità internazionale, le garantisce la possibilità di avere strategia e visione, di avere i conti in ordine, il rifiuto di una politica economica che per troppi anni è stata fatta solo per racimolare consenso elettorale», dice rivendicando la solidità della maggioranza. «È giusto confrontarsi sulle idee, se le nostre idee fossero sovrapponibili saremmo un partito unico e non riusciremmo a rappresentare tutte le anime del centrodestra. Tutti quelli che sperano che metteremo il nostro personale destino davanti a quello della nazione, rimarranno delusi. E come si sa, deludere la sinistra è il nostro sport preferito», tuona dal palco.

Meloni ad Atreju 2025

Meloni ringrazia Javier Milei, ieri ospite di Atreju. «Siamo persone libere, non può esserci pensiero senza libertà, per questo, dice la premier, riusciamo da anni ad anticipare e influenzare il dibattito pubblico. Atreju non è solo il ragazzo che lotta contro il nulla che avanza: è la nostra coscienza, la nostra consapevolezza, il nostro senso di responsabilità di affrontare una stagione di governo nel periodo più complesso dal secondo Dopoguerra a oggi», prosegue Meloni. La leader di FdI ribadisce che quando ha vinto le elezioni non si è sentita sollevata, non ha pensato a festeggiare, sapendo che sarebbe iniziato invece un periodo difficile: «Noi sapevamo che era una salita, che era un tempo grave e non c’era niente da festeggiare ma bisognava lavorare, e da subito».

Meloni lascia la presidenza di Ecr

«Ho accettato, quando mi è stato chiesto, di prolungare la scadenza del mio mandato fino alle elezioni. Ora che le elezioni si sono tenute, penso di avere assolto al mio compito e voglio annunciare che sto per dimettermi dalla carica di presidente dei Conservatori europei», ha annunciato Meloni, una famiglia che «merita di avere un presidente che possa occuparsene a tempo pieno. Apriremo le candidature, presumo che fra quelli che si candideranno ci sarà anche il mio amico Mateusz Morawiecki e questo applauso, conferma che ti sosterremo in questa battaglia che conduci anche per noi».

Meloni contro Landini e Schlein: «Le si inceppa la lingua a dire “Stellantis”, preferisce i carri del gay Pride e i balletti con J-Ax»  

15 Dicembre 2024 - 13:30 Massimo Ferraro

Sale di tono l'intervento della presidente del Consiglio dal palco di Atreju, che attacca la segretaria Pd e il segretario Cgil

«l nostro approccio è molto diverso dalla sinistra, non abbiamo pregiudizi ne facciamo favoritismi, vale per Stellantis come per le altre aziende, se l’approccio è costruttivo faremo la nostra parte come fatto finora perché quando si tratta di difendere occupazione e crescita ci trovate in prima fila a noi, perché il Pd non l’abbiamo visto arrivare». Dopo un inizio più placido, anche per preservare la voce, Giorgia Meloni si scalda sul palco di Atreju quando parla di Stellantis e sindacati. E critica chi l’ha preceduta alla presidenza del Consiglio, e ha deciso «il prestito 6,5 miliardi concesso da Conte bis per incrementare filiera produttiva, cosa che non ha fatto, mentre il gruppo dopo quel prestito ha aumentato i dividendi ai propri azionisti». È per la segretaria del Pd Elly Schlein però che Meloni alza i toni: «Perché le si inceppa la lingua a dovere pronunciare la parola Stellantis. Preferisce l’esibizione su un palco con J-Ax o un balletto sui carri del gay pride».

Meloni contro Landini e il salario minimo

Nel suo intervento, la presidente del Consiglio ha attaccato a testa bassa il segretario Cgil Maurizio Landini. «Si lamenta del salario minimo, che per altro non hanno varato quando governava la sinistra, e poi va a firmare contratti di lavoro (quello dei vigilantes, ndr) che prevedevano una paga oraria di 5,5 euro l’ora. Un minimo di coerenza, almeno!», ha detto la leader FdI, «se le cose stanno andando meglio come vanno io credo che alcuni sindacati temano di perdere una fetta del loro potere. E credo che tutto vogliano fare gli italiani meno che una rivolta sociale, come invece hanno invocato altri personaggi. Se l’avessimo detto noi sarebbe scoppiato un putiferio

Commenti   

#2 walter 2024-12-15 16:20
1. Governo Soldi ai ministri, ma il governo sfregia l'editoria :20 milioni da dividere con gli edicolanti
A fronte del miliardo concesso al cinema l'esecutivo destina solo le briciole ai quotidiani
Marcello Astorri 15 Dicembre 2024 - 08:15 ilgiornale.it
Niente da fare, evidentemente non interessa granché al governo sostenere l'editoria, in specie quella quotidiana che rappresenta, attraverso le sue molte voci, un presidio insostituibile per la tenuta della vita democratica oltre che pilastro della libertà. Basta leggere la bozza degli emendamenti alla manovra che il governo ha fatto pervenire al Parlamento. A proposito dell'editoria vi si legge: «È istituito presso il ministero dell'Economia, per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio, un Fondo per l'erogazione di contributi a sostegno delle imprese nel settore dell'editoria e delle persone fisiche esercenti punti vendita esclusivi per la vendita di giornali e riviste con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2025, che costituisce tetto di spesa».

Dunque, 20 milioni, per il sostegno delle edicole e delle aziende editoriali che la crisi del settore ha colpito maggiormente. Venti milioni, cioè niente. Dire che si tratta di un'elemosina è un eufemismo, perché niente vuol dire niente. Siamo al paradosso: da un lato la politica fa a gara per rimarcare l'importanza di una stampa libera e plurale, dall'altra tratta le aziende editoriali come una attività di serie B, quando deve stanziare sostegni indispensabili per far fronte alla congiuntura avversa. Ed è scandaloso
#1 walter 2024-12-15 16:17
Renzi contro Meloni e la norma “anti consulenze”: «Un esproprio ad personam, ha paura del mio 3%. Premier influencer, avrà il suo pandoro-gate»
Il leader di Italia Viva, al Corriere, commenta la misura che costringe i membri del governo con incarichi da enti extra-Ue a versare il 100% della retribuzione allo Stato
«La cosa più incredibile è che per la prima volta si sancisce il diritto dello Stato di tassare al 100% il lavoro di un cittadino. Loro dicono: i soldi fatturati dalla persona fisica Renzi, entro un mese li prende lo Stato. Un esproprio»…massimo Ferraro, open.online

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