DAGOREPORT – TIRA UNA BRUTTA CORRENTE IN FRATELLI D’ITALIA: IL PARTITO DELLA MELONI NON È PIÙ UN MONOLITE! –
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AI MALUMORI DI RMPELLI SI AGGIUNGO QUELLI DI LOLLOBRIDA E DONZELLI E DIRIGENTI DI PUGLIA E CAMPANIA
5 dic 2024 15:08 Dagoreport in dagospia.com lettura3’
SE IERI L’UNICA VOCE CRITICA ERA QUELLA DELL’EX MENTORE DELL'UNDERDOG DEL COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, ORA I MALUMORI SI MOLTIPLICANO. CON LA SOSTITUZIONE DEL SALENTINO FITTO CON IL PIACENTINO FOTI AL MINISTERO DEGLI AFFARI EUROPEI, LE TENSIONI SONO ESPLOSE, SOPRATTUTTO TRA I DIRIGENTI DI PUGLIA E CAMPANIA. ECCO PERCHÉ LA PREMIER E' STATA COSTRETTA A RINCULARE E TENERE PER SÉ LA DELEGA AL SUD – L’ATTIVISMO SOTTOTRACCIA DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, PER FORMARE UNA CORRENTE CON DONZELLI PER (ENTRAMBI “TROMBATI” DA ARIANNA MELONI)
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Subito dopo la nomina di Tommaso Foti, detto “Masino”, a ministro degli Affari Europei, Giorgia Meloni ha capito che Fratelli d’Italia non sarà più il partito monolitico costruito intorno ai suoi boccoli, che è stato finora.
Negli ultimi due anni, l’unica voce lievemente critica è stata quella del suo ex mentore, il capogabbiano Fabio Rampelli, che però non ha mai osato sfidarla apertamente.
Ora che la Ducetta ha deciso di sostituire il salentino Fitto con il piacentino Foti, tra gli ex missini del Sud si sta diffondendo più di un malcontento. I più irritati sono stati i Fratelli d’Italia di Puglia e Campania, che hanno fatto presente alla premier di non volere un “nordista” al posto di Fitto.
La Meloni ha strabuzzato gli occhi davanti a queste rimostranze, soprattutto perché sia la Puglia che la Campania andranno al voto, per il rinnovo del consiglio regionale, nel 2025. I ras locali del partito ci hanno tenuto a far presente che non si può avere uno sfegatato fan del Nord come Foti, che stando a quel che dice starebbe meglio con la Lega che con Fratelli d’Italia, nel ruolo chiave di gestore dei fondi Pnrr e dei fondi di coesione territoriale e le deleghe per il Sud.
L’attacco frontale a Foti ha spiazzato la premier, e l’ha costretta a una repentina retromarcia, per non inimicarsi coloro i quali dovranno portare i voti al suo partito, alle delicatissime elezioni regionali del prossimo anno.
E infatti la premier ha comunicato al neoministro Foti che la delega al Sud (senza portafoglio), che era nelle sue mani, al momento del giuramento al Quirinale, sarebbe rimasta a Palazzo Chigi, in capo alla stessa Ducetta, per evitare l’alzata di scudi dei coordinatori del sud.
Come scrive oggi Tommaso Ciriaco su “Repubblica”: “la brusca inversione di rotta è stata decisa nelle ore convulse successive alla nomina di Foti. E determinata da una pressione politica dei parlamentari e dei dirigenti meloniani meridionali. In particolare, si apprende, a muoversi sono stati i coordinatori regionali, capitanati in particolare da quelli della Campania e della Puglia, due dei territori chiamati alle urne nel 2025 per la scelta del nuovo governatore.
Il timore manifestato a Meloni è stato quello di subire una campagna ostile delle opposizioni per aver ceduto un tema sensibile come il Sud a un ministro settentrionale. E che dunque il centrosinistra avesse gioco facile a sostenere che l’attuale esecutivo, dopo aver colpito il Mezzogiorno con la contestata riforma dell’autonomia, volesse penalizzare ancora l’area più svantaggiata del Paese”.
Il buon “Masino”, che dovrà già occuparsi della pesantissima rogna del Pnrr (lo stesso Mattarella, al momento del giuramento, gli ha fatto capire l’importanza del ruolo: “Lei ha un bel compito”), è apparso sollevato dal non doversi occupare anche del Meridione, a cui non è mai stato così sensibile.
Che Fratelli d’Italia non sarà più così granitico nella sua devozione e obbedienza a Giorgia Meloni è dimostrato anche dall’attivismo sottotraccia del ministro Lollobrigida, impegnatissimo a creare una sua corrente.
Al suo fianco, l’ex cognato d’Italia si è ritrovato “Minnie” Donzelli, caduto in disgrazia dopo le regionali in Umbria ed Emilia Romagna, a causa dei pessimi risultati raggranellati dai candidati da lui proposti.
Scavalcato nelle gerarchie da Arianna Meloni, che ha preso il timone del partito, accentrando a sé tutte le decisioni più importanti, l’ex coinquilino di Delmastro ha deciso di fare asse con “Lollo” per piantare qualche grana alle figlie di Anna Paratore.
“LOLLO” E CROSETTO GIÙ, RAMPELLI E CIRIANI SU: IL BORSINO DEL POTERE IN FRATELLI D’ITALIA – L’EX COGNATO D’ITALIA, DA QUANDO ARIANNA L’HA MOLLATO, È STATO MARGINALIZZATO E MEZZO COMMISSARIATO (IL NUOVO PORTAVOCE, GENNARO BORRIELLO, È STATO PIAZZATO DA FAZZOLARI) – IL MINISTRO DELLA DIFESA PAGA IL PASSATO DA BATTITORE LIBERO DEMOCRISTIANO – LE SUPERCAZZOLE DI GIULI, "PROTETTO" DALLA SORELLA ANTONELLA E DA ARIANNA MELONI, E IL “JOLLY” ALFREDO MANTOVANO, CHE HA UN SOGNO: IL QUIRINALE, PER DIVENTARE IL “NAPOLITANO” MISSINO
https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-lollo-rdquo-crosetto-giu-rampelli-ciriani-borsino-416635.htm
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"Mercoledì 4 dicembre 2024, presso la sala Spinelli 1H1 del Parlamento europeo, alle ore 16, presenteremo alla stampa il DIVOC, il concorso letterario che offre la possibilità agli esclusi dal lavoro per ragioni sanitarie (ad esempio per mancata vaccinazione contro il Covid-19) di poter pubblicare con la casa editrice Audax”, scrive Berlato. “Con me saranno presenti il dottor Emanuele Franz e il dottor Andrea Meneghel, di Audax editrice. ….
E conclude che “sanare e non esacerbare il confronto e il dibattito su temi delicati come la salute e l’accesso al lavoro sono gli obiettivi degli autori.. il patrocinio e il sostegno di alcuni importanti esponenti della cultura e della politica italiani (?) tra cui Vittorio Sgarbi, Giorgio Agamben, Francesco Benozzo, Angelo Tonelli, Diego Fusaro e Alessandro Meluzzi”.
Restano poi i filosofi-editori, "il dottor Emanuele Franz e il dottor Andrea Meneghel", come dice Berlato. Se Meneghel è poco noto e piuttosto schivo – curava una rubrica sulla liturgia antica su Telepordenone e Fusaro – invece Franz .. è molto prolifico su social, Byoblu e simili …., ha vissuto in un bidone dell’immondizia a Moggio Udinese. Un "attacco al consumismo, alla mentalità iper-commerciale di questa società senza valori"…estratto ilfoglio.it 5.12.2024
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