Cinque Stelle. La maledizione del quorum pesa anche sulla Cosa contiana

Beppe Grillo punta sulla mancata partecipazione, l’Avvocato del popolo assicura che non esiterebbe a dimettersi.

Francesco Cundari 21 Novembre 2024 linkiesta.it lettura3’

Resta da capire se la crisi dei populisti, grillini e leghisti, sia il segno della loro sconfitta o la conseguenza del loro attecchimento nelle forze politiche, scrive Francesco Cundari nella newsletter “La Linea”. Arriva tutte le mattine dal lunedì al venerdì più o meno alle sette

Certo, Giuseppe Conte non è Achille Occhetto, e (soprattutto) la costituente del Movimento 5 stelle non è neanche lontanamente paragonabile a quel lungo e sofferto processo che portò alla nascita del Partito democratico della sinistra. Ma la questione del «quorum» – la necessità di portare al voto la maggioranza degli 88.943 iscritti – evoca immediatamente il clamoroso incidente che segnò la nascita del Pds, il mancato raggiungimento del quorum nel voto del Consiglio nazionale che avrebbe dovuto eleggere Occhetto segretario del nuovo partito. È noto che Beppe Grillo punta proprio sulla mancata partecipazione per delegittimare l’intera operazione. Rischio non so dire quanto concreto, anche perché, con la consueta disinvoltura con cui regole e procedure democratiche sono affrontate da quelle parti, la possibilità di votare, come sempre comodamente da casa e con un semplice clic, è stata estesa per ben quattro giorni, dalle 10.00 di giovedì fino alle 15.00 di domenica. Ma nonostante tutto il mancato raggiungimento del quorum mi pare comunque un rischio più concreto di quello paventato da Conte, e cioè che dalla infinita serie di macchinose e farraginosissime votazioni venga smentita la sua linea politica.

Conte assicura che in quel caso non esiterebbe a dimettersi. E questo è il primo motivo per dubitare della concretezza del rischio. Il secondo è che, per smentire la sua linea politica, prima bisognerebbe capirla. E a me pare che l’avvocato sia stato ben attento, come al solito, a formularla in termini sufficientemente vaghi. Anche oggi, nella sua intervista a Repubblica, parla di «collocazione nel campo progressista», ma quando il giornalista osserva che l’indicazione porta a un’alleanza col Partito democratico Conte replica prontamente: «Su questo, la mia linea è molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd, non sarebbe compatibile con il dna del M5s» (del resto, quando un politico sente il bisogno di premettere che la sua linea è molto chiara, si può scommettere che il seguito del discorso sarà assai nebbioso).

Non per niente, come qui avevo notato a suo tempo, già il 31 ottobre Marco Travaglio, convinto sostenitore della rottura con il centrosinistra, aveva fornito sul Fatto quotidiano un’interpretazione molto precisa di quella linea: «Conte non ha stretto alleanze organiche col Pd: diversamente da qualche smemorato dei suoi, non ha neppure applicato ai 5Stelle l’etichetta di centrosinistra. Nello Statuto approvato dagli iscritti, li ha definiti “progressisti”: l’opposto dell’attuale Pd, refrattario a ogni cambiamento e nostalgico di Renzi».

Insomma, direi che la linea Conte si può riassumere nella consueta disponibilità a recitare tutte le parti in commedia, a seconda delle occasioni, tanto da potersi collocare indifferentemente con Donald Trump in America e con Nicola Fratoianni in Europa, esattamente come in Italia ha potuto governare con la Lega e con il Pd. Ma è evidente che da allora la sua posizione si è molto indebolita, come nel frattempo è accaduto anche, con singolare simmetria, al suo ex alleato di governo Matteo Salvini: proprio i due campioni del populismo che sulla carta avrebbero dovuto essere i maggiori beneficiari del nuovo vento trumpiano che soffia dagli Stati Uniti. Resta da capire se questa strana sfasatura sia dovuta al fatto che l’Italia, dove la febbre populista ha attecchito prima, sia ormai già in fase di remissione, o invece al fatto che qui le istanze populiste siano state ormai assorbite dalle forze politiche maggiori di entrambi gli schieramenti, e siano diventate la nuova normalità dell’intero sistema.

Commenti   

#2 walter 2024-11-21 14:27
La costituente dei 5 stelle
L'all in di Conte: per far fuori Grillo dimezza gli iscritti, per rispondere ad Appendino invita Wagenknecht
Da questa mattina alle 10 il voto sui quesiti della costituente. Gli iscrtti passano da 159 mila a 89 mila. L'esito domenica alla kermesse alla quale Conte ha invitato la rossobruna leader del partito personale tedesco Bsw. Ma potrebbe spuntare anche il fondatore..ilfoglio.it Gianluca De Rosa
#1 walter 2024-11-21 14:24
Il caso
Battiquorum per Conte, pioggia di messaggi agli iscritti M5s: "Votate!". Il timore del flop contro Grillo
Al via la consultazione per cambiare lo statuto. Al centro c'è il ruolo del garante che l'ex premier vuole eliminare. Ma devono partecipare al voto 44.472 persone, altrimenti non sarà valido ..ilfoglio Simone Canettieri

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