No Meloni day Gli studenti in piazza contro il governo "complice del genocidio". E contro Schlein

Cartelli insanguinati, striscioni e un asino di cartapesta. I collettivi studenteschi si riversano nelle strade d'Italia per protestare contro le politiche scolastiche, come ogni anno.

Redazione 15 nov 2024 ilfoglio.it lettura3’

Ragazzi e ragazze di tutta Italia si sono radunati nelle piazze e nelle strade in occasione della giornata internazionale degli studenti del 17 novembre, per lo sciopero indetto dai sindacati contro il governo e le politiche scolastiche del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. Il nome della manifestazione – poco attinente alle politiche scolastiche e molto al governo – è No Meloni day.

A Torino è stato bruciato per strada il manichino con il volto del ministro Valditara. In diverse città gli studenti hanno portato in giro cartelli con i volti dei ministri sporcati da una mano insanguinata. Oltre Meloni, Tajani, Piantedosi e Crosetto c'è anche quello della leader dem Elly Schlein, "complice del genocidio” secondo i manifestanti. Cartelloni e fumogeni hanno invaso piazzale Ostiense a Roma, dove il corteo di studenti è poi arrivato al ministero dell'Istruzione e del Merito. A sfilare, tra le strade della capitale, anche un asino di cartapesta con al collo la scritta "ministro Bernini" accompagnato da un manifesto che recita "contro il governo della guerra, dei tagli e delle riforme all'università”. Poco dietro, decine bandiere palestinesi sono state sventolate al grido di "free free Palestine".

“Oggi scendiamo in piazza - dice una studentessa romana al megafono - perché questa non è la nostra idea di scuola, non vogliamo questa scuola del merito che crea una studenti di serie A e di serie B e favorisce un ambiente discriminatorio e classista. A causa di questo governo ogni giorno vediamo la nostra libertà e il nostro futuro sgretolarsi davanti ai nostri occhi". Poco dietro alla testa del corteo, i membri dei gruppi politici studenteschi Opposizione Studentesca d'Alternativa (Osa) e Cambiare Rotta che espongono lo striscione con su scritto “Cacciamo il governo dei tagli e dell'alternanza - No Meloni Day".

"Contro un governo di fascisti e sionisti” recita un altro striscione dei collettivi studenteschi romani. “Più diritti per gli studenti, più qualità per la scuola. Non vi crediamo più” si legge su un altro. Verso la fine del Ponte Sublicio, cinque studenti con il volto coperto da foulard rossi, le braccia tese verso l'alto e le manette ai polsi si sono schierati davanti al cordone degli agenti del reparto mobile in tenuta antisommossa, mentre dal corteo veniva lanciata vernice rossa. Al collo dei giovani alcuni cartoni con su scritto "arrestateci/e tutti/e” , "stop repressione subito” e "No ddl 1660”, rifererito al ddl sicurezza.

A Genova sulla faccia di Meloni sono stati disegnati i baffetti di Adolf Hitler con la scritta: “Dominare un popolo ignorante è più facile per un dittatore”. Mentre a Milano il corteo dei collettivi studenteschi si è fermato davanti la sede di Assolombarda, dove alcuni manifestanti con le mani sporche di vernice rossa hanno srotolato uno striscione recante la scritta: “Avete le mani sporche di sangue. L'alternanza uccide”. Poco prima, altri studenti vestiti con tute bianche e mascherati, hanno lanciato palloncini pieni di vernice rossa contro la facciata del supermercato Carrefour nel centro Milano. Il titolare del negozio è corso fuori cercando di fronteggiare i responsabili, prima dell'intervento delle forze dell'ordine.

Le reazioni della politica

“La mia solidarietà al ministro Valditara, vittima di un vergognoso atto di inciviltà durante un corteo studentesco a Torino", dichiara in una nota Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d'Italia e sottosegretario di stato alla giustizia, “bruciare un fantoccio con la sua immagine non è una protesta, ma un gesto intimidatorio. Come governo continueremo a batterci per porre fine a questo clima di odio e di violenza alimentato dalla farsa buonista di certi sinistri facinorosi”. Si aggiunge anche lo stesso ministro dell'Istruzione, che sul suo profilo X commenta: “E sarebbero questi gli interlocutori democratici? La scuola italiana non ha bisogno di replicanti degli estremisti degli anni '70”.

                            

Critiche anche dalla Lega: "Si sono registrati episodi gravissimi. Mi domando se questa sia libertà di espressione. Siamo di fronte non a semplici, quanto legittime proteste civili, ma veri e propri gesti intimidatori e violenti, che nulla hanno a che vedere con il dialogo democratico” afferma il vicesegretario del partito Andrea Crippa, "non saranno certo questi gesti violenti a fermarci: noi continueremo a lavorare per costruire un sistema educativo migliore per tutti”.

Dal mondo delle opposizioni arrivano messaggi di supporto alle istanze dei manifestanti: “Siamo al fianco delle studentesse e degli studenti che oggi in tutta Italia scendono in piazza a difesa della dignità della scuola pubblica sotto attacco del governo Meloni”, scrive il M5s in una nota. Sostegno anche dal Pd, tramite le dichiarazioni di Irene Manzi, responsabile nazionale scuola.

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