Il silenzio di Meloni su Musk non è la cosa più imbarazzante

ma anche sull’attendibilità di un ampio circuito di commentatori che continua a prenderle sul serio

Francesco Cundari, 14.11.2024 linkiesta.it lettura2’

Il fatto che la presidente del Consiglio non abbia avuto la forza di pronunciare pubblicamente nemmeno una dichiarazione sul fondatore di X la dice lunga sulle sue pose guerriere, ma anche sull’attendibilità di un ampio circuito di commentatori che continua a prenderle sul serio, scrive Francesco Cundari nella newsletter “La Linea”. Arriva tutte le mattine dal lunedì al venerdì più o meno alle sette

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In tanti oggi ironizzano sul silenzio di Giorgia Meloni dinanzi agli attacchi di Elon Musk ai giudici italiani e all’intera Nazione, come direbbe lei (come direbbe lei, s’intende, se al posto di Musk ci fosse George Soros, e soprattutto se non ci fosse lei al governo). Dopo avere twittato che i giudici colpevoli di aver sospeso il trasferimento di sette – dicasi sette – migranti in Albania «se ne devono andare», infatti, il proprietario di X (fu Twitter) ha scritto: «Il popolo italiano vive in una democrazia o è un’autocrazia non eletta a prendere le decisioni?» (dice lui, il miliardario non eletto da nessuno che si è appena comprato un posto al governo degli Stati Uniti).

In tanti oggi sostengono che è da questi particolari che si giudica un sovranista: dall’imbarazzato silenzio di fronte alle parole del miliardario americano. Un silenzio, quello di Meloni, reso ancora più evidente dalla netta dichiarazione di Sergio Mattarella, che si è preso la briga e di certo il gusto di mettere in chiaro che «l’Italia sa badare a se stessa» e «chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni». Il corsivo, ovviamente, è mio (per una lettura alternativa, secondo cui le parole da segnalare in corsivo non sono quelle, bensì il novecentesco «come annunziato», rimando all’analisi politico-filologica di Guia Soncini).

In tanti hanno sottolineato con forza, come ha fatto ad esempio Stefano Cappellini su Repubblica, che «la particolarità del sovranismo della nostra presidente del Consiglio è che funziona a intermittenza». Proprio come sui commissari Ue (e su tante altre cose): «Se l’opposizione non vota Raffaele Fitto è colpevole di alto tradimento. Quando doveva votare lei Paolo Gentiloni, Gentiloni era un impresentabile, e ovviamente invotabile, usurpatore».

In tanti hanno criticato Meloni per il suo improvviso mutismo, che peraltro non le ha impedito di avere una cordiale telefonata proprio con Musk. In tanti l’hanno punzecchiata su questo punto e certamente continueranno a farlo, ma sbagliano. O quanto meno, non colgono quello che secondo me è il passaggio davvero rivelatore, che non è il silenzio. È il comunicato in cui «fonti della presidenza del Consiglio» hanno fatto sapere, come fosse un retroscena, una notizia riservata, una voce dal sen fuggita, che ieri pomeriggio la presidente del Consiglio avrebbe detto, udite udite: «Ascoltiamo sempre con grande rispetto le parole del presidente della Repubblica».

Da parte di una leader politica che non lascia passare un giorno senza tributarsi solenni auto-attestazioni di coraggio, il fatto che non abbia avuto la forza di pronunciare pubblicamente nemmeno una dichiarazione del genere – hai visto mai che Elon la prendesse sul personale – la dice lunga non solo su di lei, sul valore della sua parola e delle sue pose guerriere, ma anche sull’attendibilità di un ampio circuito di commentatori che continua imperterrito, nonostante tutto, a prenderle sul serio.

Commenti   

#2 walter 2024-11-14 11:15
Musk sente Meloni e auspica un incontro con Mattarella
A darne notizia su X è Andrea Stroppa, referente in Italia dell'imprenditore AGI agenzia giornalistica 14.11.2024
#1 walter 2024-11-14 11:08
La telefonata di Giorgia Meloni a Musk per la pace con Mattarella: «Ma Elon è incontrollabile»
14 Nove
elon musk giorgia meloni andrea stroppaelon musk giorgia meloni andrea stroppa
La premier ferma l'imprenditore prima dello scontro con il Quirinale. Ma nel partito c'è nervosismo. Anche nei confronti del Capo dello Stato. Intanto c'è chi spiega gli obiettivi di Musk. In Italia e nel mondo
C’è una telefonata dietro il passo di lato di Elon Musk. Una telefonata di Giorgia Meloni. Dopo l’attacco ai giudici della sezione immigrazione di Roma e la replica di Sergio Mattarella, la premier si è messa in contatto con l’imprenditore sudafricano. E gli ha spiegato l’inopportunità di una polemica tra un incaricato del nuovo governo americano e il Quirinale. Solo a quel punto Musk ha deciso di calmarsi. E di dettare tramite il fedelissimo Andrea Stroppa il comunicato della pace all’Ansa. Proprio lui, indagato nell’inchiesta Sogei a Roma, dice che Musk «non è controllabile» e che «quando si mette in testa un obiettivo lo realizza: non lo ferma nessuno». E che il nostro sistema giudiziario «è incomprensibile dagli Stati Uniti. Per questo gli americani non investono in Italia». Estratto open.online

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