Investimenti. Rinnovabili: gli hedge fund sono ribassisti e non credono nel futuro di eolico, solare e auto elettriche come si pensava
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L’intero settore delle utilities va alla grande, ma non grazie ai settori legati alle rinnovabili. Gli hedge fund segnalano scarsa fiducia nella velocità della transizione
3.1. 2024, 6:43 | di Gabriella Bruschi |firstonline.info lettura 4’
L’intero settore delle utilities va alla grande, ma non grazie ai settori legati alle rinnovabili. Gli hedge fund segnalano scarsa fiducia nella velocità della transizione verso un futuro più sostenibile. Invece credono nel nucleare e nel petrolio
In un 2024 che si sta rivelando eccezionale per i mercati finanziari, il settore delle utilities ha cavalcato l’onda alla grande con un impressionante +30%. Tuttavia non si può per nulla attribuire il merito di questa performance alla transizione energetica e alle energie rinnovabili, come inizialmente si pensava. In effetti molti hedge fund, nonostante gli incentivi climatici e le politiche a supporto della transizione energetica, hanno assunto posizioni ribassiste proprio contro i settori legati alle energie rinnovabili, come il solare, l’eolico, l’auto elettrica
“La transizione energetica, per quanto inevitabile, non ha ancora convinto gli investitori, frenata com’è da fattori come tassi di interesse elevati, politiche protezionistiche e supply chain complesse legate soprattutto alla Cina” osserva Gabriel Debach, italian market analyst eToro. “Finché queste incertezze persisteranno, i capitali continueranno a evitare le rinnovabili e la mobilità elettrica, favorendo investimenti più consolidati e meno rischiosi.
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In questo anno, in cui non sono mancate le incertezze economiche e geopolitiche, gli investitori hanno scelto un bilanciamento strategico tra crescita ed esposizione difensiva, “portando a un’interessante rotazione settoriale” dice Debach. “Settori come comunicazioni, sanitario, energia, utilities e tecnologia si sono alternati al vertice delle performance durante l’anno” dice Debach.
….”. Non è la prima volta che le utilities brillano: dal 2001, questo comparto ha già raggiunto due volte, e questa sarebbe la terza, il primato tra i settori dell’S&P 500, sebbene abbia anche registrato il maggior numero di performance annuali inferiori (sei volte), insieme al settore energetico.
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Anche in Italia ed Europa le utilities crescono, anche se meno
In Italia, il comparto delle utilities da inizio anno ha registrato una crescita del 13,67%, sottoperformando l’indice FTSE Italia All-Share e posizionandosi subito sotto la media del mercato, che vede i rendimenti migliori concentrati nei comparti finanziario (+44,31%), industriale (+24,02%) e delle materie prime (+23,97%).
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Il successo delle utilities non deriva da transizione energetica e rinnovabili
L’aspetto interessante è che l’attuale interesse per le utilities non sembra derivare direttamente dalla transizione energetica, come inizialmente previsto. Il 2024 ha infatti visto uno scenario energetico inaspettato: l’uranio si è affermato come una sorpresa positiva, mentre il petrolio ha mantenuto una certa stabilità, e le rinnovabili hanno faticato a sostenere lo slancio iniziale. Questo ha spostato l’attenzione degli investitori verso settori come le utilities e le infrastrutture, considerati baluardi di stabilità e crescita in un contesto di mercato incerto.
Hedge fund ribassisti su settori legati alle energie rinnovabili
Nel 2024, molti hedge fund hanno assunto posizioni ribassiste contro i settori legati alle energie rinnovabili, nonostante gli incentivi climatici e le politiche a supporto della transizione energetica.
“Questo scetticismo nasce principalmente da due fattori: l’attuale contesto di tassi d’interesse elevati, che rende più costoso finanziare nuovi progetti, e la forte dipendenza della supply chain dalla Cina, già aggravata dalle tensioni commerciali globali” osserva Debach.
Come ha sottolineato Claudio Descalzi, Ceo di Eni, commentando i primi sei mesi del 2024: “La transizione energetica è irreversibile, ma sarà sostenibile solo se consentirà rendimenti che attraggono capitale privato”. Questa dichiarazione evidenzia la sfida chiave per le rinnovabili: senza profitti competitivi, diventa difficile attrarre gli investimenti necessari per accelerare la transizione.
In netto calo gli Etf sui settori solare, eolico e mobilità elettrica
Nel frattempo, gli hedge fund hanno intensificato le loro scommesse al ribasso su settori chiave della transizione energetica, come il solare e la mobilità elettrica, segnalando scarsa fiducia nella velocità della transizione verso un futuro più sostenibile. A ciò si aggiungono le difficoltà legate ai tassi di interesse elevati, alla guerra dei prezzi e alle interruzioni nella supply chain, in particolare per componenti provenienti dalla Cina: tutti elementi che hanno reso meno attraenti questi investimenti.
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Anche il comparto eolico ha faticato, con l’ETF FAN che ha registrato un modesto +4,95% YTD, ben lontano dalle aspettative iniziali.
L’energia in controtendenza: dal nucleare al petrolio
Tuttavia, un’energia in controtendenza nel 2024 è stata il nucleare, con il Global X Uranium ETF (URA) che ha guadagnato oltre il 16%. L’uranio ha catturato l’attenzione degli investitori grazie alla necessità di fonti energetiche stabili e a basse emissioni, sostenuto dagli sforzi di Europa e Asia per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Nel frattempo, l’iShares Global Energy ETF (IXC), che traccia le principali compagnie petrolifere e del gas, ha segnato un +6,8%, confermando il ruolo strategico ma non dominante del petrolio nel contesto energetico odierno. Nonostante i conflitti geopolitici e le esigenze energetiche a breve termine, il prezzo del WTI Crude Oil è rimasto praticamente invariato, con un modesto -6% su anno, indicando che il petrolio non è stato il principale driver della performance del mercato quest’anno