Lo scenario. Tutta la fragilità del team Meloni. Nel cerchio della premier pochi cavalli di razza e tanti ciuchi

C’è chi lo ha definito un’associazione di incompetenti, e c’è chi lo considera una rumorosa scolaresca dove si trova di tutto…

Michele Magno 30 Ottobre 2024 alle 15:45 ilriformista.it lettura2’

Se due hacker al servizio di un’agenzia investigativa possono bucare a loro piacimento gli archivi del Viminale, un problema c’è. Non solo perché un’attività di dossieraggio così estesa e “disinvolta” rappresenta un pericolo per la democrazia italiana, come hanno sottolineato i pm milanesi che conducono l’indagine. Ma anche perché ha messo a nudo, è l’altra faccia della medaglia, la fragilità delle difese tecnologiche dei nostri apparati di sicurezza.

Il governo e i suoi ministri

I furfanti, i corruttori e gli spioni ci saranno sempre nel mercato delle informazioni, sia dal lato della domanda sia da quello dell’offerta. Ma qui il titolare degli Interni e i vertici delle forze di polizia, che non vengono nominati da un misterioso ente metafisico, non possono chiamarsi fuori.

Ora, molte cose si possono pensare sul conto di questo governo e dei suoi irreducibili ministri, sottosegretari e parlamentari.

C’è chi lo ha definito un’associazione di incompetenti, e c’è chi lo considera una rumorosa scolaresca dove si trova di tutto: il capoclasse incapace di sorvegliare i compagni, la studentessa saccente che si crede un’accademica dei Lincei, il professore appassionato di storia del fascismo, il buffone che fa casino durante la ricreazione e poi fa la spia al preside. Ma se invece questi impagabili rappresentanti del nostro paese fossero gente sincera, un po’ ribalda ma non troppo? Gente che, al fondo, brancola nel presente perché non ha nessuna idea plausibile del futuro, per giunta stordita dall’improvvisa coabitazione col privilegio e col potere?

L’aria pungente del populismo

Benedetto Croce usava scherzosamente il termine “onagrocrazia”, ovvero governo dei somari (dal latino “onàger”, asino), per satireggiare il regime mussoliniano e l’ignoranza dei suoi gerarchi. Nell’inner circle della premier c’è forse qualche cavallo di razza, ma certo non mancano i ciuchi. È forse giunto il momento per la premier, se vuole costruire davvero una destra di stampo europeo, di fare seriamente i conti con questa realtà. Non voglio mancare di rispetto a nessuno, sia chiaro, ma credo che non faccia bene ai polmoni degli italiani respirare l’aria pungente del populismo oggi al potere. Un populismo che non perde occasione per mostrare il proprio disprezzo per la figura dell’intellettuale non cortigiano, accusato di ogni nefandezza: di essere falso profeta, nichilista, inetto, pavido, decadente, se non addirittura parassita.

Cara Giorgia Meloni, provi a fare un po’ di pulizia nel suo cerchio magico con la ramazza del merito. La sua immagine ne trarrà sicuro giovamento. Palazzo Chigi forse val bene una messa, ma non una messinscena.

Michele Magno

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