L’Istat registra un nuovo record al ribasso per le nascite in Italia: «13mila in meno nel 2023» – Il report

Per ogni mille residenti in Italia sono nati poco più di sei bambini lo scorso anno. Il calo prosegue anche per il 2024

21 Ottobre 2024 - 11:24 Alba Romano open.online lettura 2’

In Italia crollano (ancora) le nascite. Nel 2023 scendono a 379.890, 13mila in meno rispetto al 2022 registrando una diminuzione del 3,4%. La fotografia emerge dai dati dell’Istat su natalità e fecondità della popolazione residente, relativi allo scorso anno. Più nello specifico, per ogni mille residenti nel Belpaese sono nati poco più di sei bambini lo scorso anno. Il calo delle nascite prosegue anche nel 2024: in base ai dati provvisori relativi – si legge nel report – a gennaio-luglio le nascite sono 4.600 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Il calo delle nascite «che comporta un nuovo superamento al ribasso del record di denatalità, si inserisce in un trend ormai di lungo corso», si legge nel rapporto.

Rispetto al 2008, anno in cui il numero dei nati vivi superava le 576mila unità, rappresentando il più alto valore dall’inizio degli anni Duemila, si riscontra una perdita complessiva di 197mila unità (-34,1%). La sistematica riduzione rilevata in tale periodo è stata annualmente di circa 13mila unità, corrispondente a un tasso di variazione medio annuo del 2,7 per mille. Diminuiscono i primogeniti registrando nel 2023 un – 3,1% rispetto al 2022 e ritornano ai livelli del 2021. «L’aumento dei primogeniti osservato nel 2022 sul 2021 ha costituito quindi una breve parentesi di ripresa – viene sottolineato – determinata dal recupero di progetti riproduttivi rinviati nel periodo pandemico». I secondi figli diminuiscono del 4,5% e quelli di ordine successivo dell’1,7%.

«In calo anche i nati in Italia da genitori stranieri»

Il calo riguarda anche i nati in Italia da genitori stranieri. Queste nascite, che costituiscono il 21,3% del totale, sono passate da 82.216 del 2022 a 80.942 del 2023. Dal 2012, ultimo anno in cui si è osservato un aumento sull’anno precedente, il calo è stato di 27mila unità. La regione con la più alta incidenza di nati stranieri rispetto al totale è l’Emilia-Romagna (21,9%). Tra le altre regioni del Nord, un nato su cinque è straniero in Liguria e Lombardia; seguono il Veneto (18,6%), il Piemonte e il Friuli Venezia Giulia (17,9%). Al Centro spicca la Toscana (18,1%), mentre nel Mezzogiorno la percentuale è decisamente più contenuta, con un minimo in Sardegna del 3,9% e un massimo in Abruzzo del 10%.

 

Scende anche il numero medio di figli per donna. Nel 2023 si attesta, infatti, a 1,20 (nel 2022 era 1,24). Un dato in linea con quello del 2024. Tale numero, registrato lo scorso anno, riporta l’Italia indietro, al minimo storico di 1,19 osservato nel 1995. «Nel confrontare questi due valori – si legge nel rapporto – occorre sottolineare che c’è una differenza nella composizione per cittadinanza della popolazione femminile: infatti, nel 1995 il tasso di fecondità totale era ascrivibile quasi completamente ai comportamenti delle italiane, essendo ancora esiguo il contributo delle donne straniere. Il continuo aumento di queste ultime dopo il 1995, e la loro tendenza a realizzare i progetti riproduttivi in Italia, aveva contribuito a una ripresa della fecondità, evidente nel primo decennio degli anni Duemila. Dal secondo decennio degli anni 2000 e fino agli anni più recenti lo scenario è cambiato», conclude. L’età media delle madri alla nascita del primo figlio è di 31,7; mentre nel 1995 era 28 anni.

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