I re della cicca. Nella fabbrica dove si producono diciannovemila tonnellate di chewing gum all’anno
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Una storia partita da Lainate, nel 1946, dove negli anni Cinquanta è stata creata la “Brooklyn”, prima gomma da masticare made in Italy.
9.10.2024 Lidia Baratta, linkiesta.it lettura5’
Oggi il gruppo Perfetti Van Melle è presente in centocinquanta Paesi, con un fatturato di oltre 3,4 miliardi. In Italia nel 2023 ha venduto oltre duemila tonnellate di pacchetti
Uno o due grammi. Tanto pesa un chewing gum. Non di più. In Italia ne consumiamo in media uno al giorno, masticandolo per poco più di sedici minuti, ma tanti non vanno oltre i dieci. Un gesto abitudinario e veloce che nel nostro Paese ha alle spalle quasi sempre un solo nome, quello della famiglia Perfetti, e una storia industriale lunga sessantotto anni.
Tutto parte da Lainate, venti chilometri circa a Nord di Milano, dove ancora oggi il gruppo Perfetti Van Melle produce diciannovemila tonnellate di gomme da masticare l’anno, di cui circa la metà finisce sui mercati esteri, con un processo complesso che richiede grande ricerca e innovazione, da concentrare in un prodotto piccolissimo.
Lo stabilimento sorge accanto alla villa dove i fratelli Ambrogio ed Egidio Perfetti sono nati, oggi destinata agli uffici della società. Nel 1946 trasformano la piccola bottega di famiglia nel “Dolcificio Lombardo per la produzione di caramelle e pastiglie” con cinquanta dipendenti. Nove anni dopo, nel 1956, sulla scia del successo delle chewing gum portate Italia nella razione K dei soldati americani durante la Seconda Guerra Mondiale, cominciano a produrre la prima gomma completamente made in Italy. Serviva un nome che ricordasse gli Stati Uniti e scelgono “Brooklyn”, “la gomma del ponte”.
Rispetto ad allora, le gomme da masticare ormai sono quasi tutte senza zucchero (la prima è stata Trident negli anni Sessanta). E dal formato “lastrina” della Brooklyn si è passati per lo più ai confetti, acquistati abitualmente da nove milioni di famiglie ogni anno, per un valore di mercato che nel 2023 ha superato i 210 milioni di euro solo nei supermercati, a cui vanno aggiunti gli scontrini di bar, tabacchi, stazioni di servizio e aeroporti. Lo scorso anno, solo nella grande distribuzione, il gruppo Perfetti Van Melle ha venduto oltre duemila tonnellate di pacchetti.
Entrando nello stabilimento di Lainate, si viene inondati da un forte odore di menta, che resta il gusto preferito dagli italiani masticatori. Si parte da un impasto caldo e informe di trecento chilogrammi gomma base, polialcoli, aromi, glicerina e dolcificanti. Solo una delle produzioni, su quattro linee, prevede lo zucchero nella ricetta. La gomma base, invece, arriva da un’azienda del gruppo, Gum Base Co., che si trova anche a Lainate.
I passaggi successivi sono la “laminazione” e la “stampa”. Nel processo di laminazione, l’impasto viene disteso e trasformato in fogli per la realizzazione delle “lastrine” delle Brooklyn. Nella stampa, invece, l’impasto viene trasformato in cordoni da inviare alla stampatrice per produrre le gomme più piccole rettangolari che consumiamo di più. Qui però le strade si separano tra “confettati”, ovvero le gomme ricoperte da quello strato duro e liscio, e “non confettati”, quelle totalmente morbide. Per creare attorno alle “anime” dei confetti la crosta croccante e aromatizzata, il prodotto viene caricato nella “bassina”, una sorta di grossa lavatrice dove le gomme sono inondate da spruzzi di sciroppi, xilitolo, aromi e polveri, per poi essere asciugati. Per il confezionamento, le linee si dividono tra astucci di cartone, stick e barattoli in plastica. Le lastrine, invece, vengono avvolte una a una in un primo foglio di alluminio e poi richiuse in un unico astuccio. Tutto automatizzato, ovviamente.
Camminando lungo le quattro linee di Lainate, capita spesso di vedere le macchine fermarsi. I confetti di piccole dimensioni finiscono per incastrarsi negli ingranaggi. Si accende un semaforo rosso e si blocca lo scorrimento dei prodotti. A quel punto, bisogna intervenire a mano, risolvere il problema e poi far ripartire la macchina.
Prima delle linee di produzione, si trova il reparto di ricerca e sviluppo, dove lavorano chimici, ingegneri ed esperti di tecnologia alimentare. Si studiano e si sperimentano di continuo nuovi gusti, in base alle segnalazioni del marketing. Ogni mercato ha il suo. In Italia funziona per lo più la menta tradizionale, negli Stati Uniti va molto il “winter green” simile al collutorio, sui mercati asiatici gradiscono invece la mela verde, con un sapore acido che in Italia non è per niente apprezzato. Si creano nuove ricette con materie di elasticità diverse, da quelle solo masticabili a quelle che fanno fare le “bolle” tipo Big Bubble. «Ma la preoccupazione principale oggi è sviluppare tecnologie per prolungare il gusto e il rilascio graduale degli aromi per far “durare” di più la gomma, cosa che i consumatori chiedono», spiegano dall’azienda. «Si è visto che le ricette alla menta durano di più. Per i gusti alla frutta, invece, è più complicato».
Nello stabilimento di Lainate lavorano circa seicento dipendenti, la metà del totale dei 1.200 distribuiti negli altri stabilimenti produttivi di Castelnuovo Vomano (Teramo) e Gorizia, con una capacità produttiva totale di oltre cinquantamila tonnellate. Nel nostro Paese, i ricavi del gruppo (che incorpora anche La Giulia, Gum Base Co. e Valisi) sono stati di 774 milioni nel 2023 su una vendita di oltre 68mila tonnellate di prodotti, tra gomme da masticare e caramelle. Le caramelle che vendono di più sono quelle del marchio Golia, per i chewing gum vincono Vivident ed Air Action Vigorsol.
Ma a livello globale si raggiunge ormai un fatturato di oltre 3,4 miliardi, dominato dalle caramelle, che coprono il 73 per cento in Italia e il 67 per cento nel mondo. In testa per volume ci sono Asia e Oceania (35 per cento), seguiti dall’Ue (26,4 per cento) e dalle Americhe (20,4 per cento).
Perché, nel frattempo, in sessantotto anni di storia, il marchio Perfetti da quella piccola fabbrica di Lainate si è espanso acquisendo trentanove società e arrivando a contare in totale 18.260 dipendenti in trentatré stabilimenti produttivi con sedi in centocinquanta Paesi. La prima acquisizione fu quella di Caremoli, proprietaria del brand Golia nel 1986. Poi arrivarono la Gelco con le Goleador nel 1987, la belga Frisk nel 1995, quindi nel 2001 il grande salto con l’acquisizione della società olandese Van Melle, che produce Mentos e Fruittella, che ha dato origine al gruppo Perfetti Van Melle. Nel 2006 è stato portato in casa anche il marchio spagnolo dei lecca lecca Chupa Chups. L’ultimo tassello è arrivato un anno fa, nell’ottobre 2023, con l’acquisizione delle attività di Mondelez International nel mercato del chewing gum negli Stati Uniti, Canada ed Europa, acquisendo nel portafoglio marchi come Trident, Dentyne e Bubbaloo.
Quando nel 1978 venne lanciata sul mercato la Big Bubble, gli astucci andarono a ruba e l’azienda fu costretta a diffondere un comunicato in cui prometteva ai consumatori di potenziare gli impianti di produzione. Tre anni prima, l’impero dei «re della cicca» era stato scosso dal rapimento di Egidio Perfetti da parte dell’anonima sarda, rilasciato dieci giorni dopo dopo il pagamento di un riscatto record. Qualche anno più tardi, un altro tentativo di sequestro, questa volta ai danni di Giorgio Perfetti. Dopo questi eventi, la famiglia scelse di tenere un profilo basso, trasferendosi all’estero e lontano dai riflettori, nonostante la presenza costante nelle classifiche dei più ricchi d’Italia.
Oggi Perfetti Van Melle, arrivato alla terza generazione, è il sesto gruppo dolciario al mondo, guidato dall’indiano Sameer Suneja, primo amministratore delegato non italiano nella storia dell’azienda, che ha preso il posto di Ubaldo Traldi diventato presidente.
In Italia si continua a produrre sia per il mercato del Nord Europa sia per gli Stati Uniti, che coprono circa il 40 per cento della produzione totale. Nel 2023 il fatturato italiano è cresciuto del 20 per cento a quota 544 milioni, di cui il 50 per le chewing gum. L’89,4 per cento degli italiani intervistati in un sondaggio di AstraRicerche dice di essere un masticatore abituale. La società – ormai italo-olandese – detiene l’88 per cento del mercato italiano delle gomme da masticare. Se mastichiamo un chewing gum, insomma, è molto probabile che arrivi dalla “Fabbrica delle caramelle” di Lainate.