L'audizione Tavares alla Camera: "Le auto elettriche costano troppo, senza incentivi non ce la facciamo. L'ad di Stellantis in commissione a Montecitorio
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"Chiediamo stabilità della regolamentazione. Sono necessari sussidi". La transizione energetica ha un tempo di applicazione di circa sette anni
Redazione 11 ott 2024 ilfoglio.it lettura3’
Presenti Calenda, Conte e Schlein: insoddisfatti, manca chiarezza sul futuro della produzione automobilistica in Italia
"Il settore è sotto tensione, ci sono attriti e difficoltà, ma noi siamo sereni”. Così Carlos Tavares, ad di Stellantis, durante l'audizione di oggi presso la sala del Mappamondo di Montecitorio, di fronte alle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato, che aggiunge: “Anziché litigare sulle regolamentazioni, dobbiamo fare in modo di lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti nel modo migliore".
Nonostante la strategia europea non sia ''necessariamente la migliore” per l'impatto sul pianeta e i costi sulle aziende, "abbiamo fatto i nostri compiti a casa, abbiamo lavorato molto duramente, per fare in modo che le vetture e i componenti che usiamo siano in linea con i requisiti fissati.
Siamo pronti”, ha detto dunque Tavares, illustrando quella che ritiene essere la missione del gruppo: “Portare ai cittadini una mobilità pulita, sicura e accessibile”. Ed è proprio sull’ultima caratteristica che si fondano i problemi maggiori.
"Io devo poter vendere i veicoli elettrici allo stesso prezzo dei veicoli a combustione interna.
Ma in questo sistema sotto pressione, devo infilare per forza un 40 per cento di aumento dei costi, che è quello della tecnologia elettrica, e di conseguenza con questo 40 per cento di aumento dei costi creo, all’interno della filiera, una tensione insopportabile”.
Motivo per cui, "vi chiediamo stabilità della regolamentazione, perché nel nostro settore i tempi sono lunghi, dobbiamo programmare con largo anticipo.
La transizione energetica ha un tempo di applicazione di circa sette anni, quindi se volete che riusciamo a fare il nostro lavoro ci dovete dare un ambiente stabile e con regole certe” prosegue il numero uno di Stellantis: "Noi siamo pronti, vi chiediamo solo di garantire una stabilità per fare quello che ci chiedete".
La pressione sul settore si fonda sul basso volume di vendite: ”Perché non vendiamo auto elettriche in Italia? Perché costano troppo”, spiega Tavares, secondo cui saranno necessari “incentivi e sussidi” per renderle accessibili al consumatore medio. "Come? Attraverso imposte? Questa è una vostra decisione” ma in ogni caso "per sostenere la domanda in Italia servono notevoli iniezioni di incentivi sennò non ce la facciamo”.
Sui vari impianti industriali presenti in Italia, Tavares afferma di avere un piano preciso già condiviso con i partner: “L'attività di allocazione dei veicoli viene assicurata fino al 2030, fino al 2033 in alcuni casi. Possiamo tirare quindi un sospiro di sollievo? No, perché non posso assegnare un nuovo veicolo a un impianto oltre il 2030 perché non posso ignorare l'elemento costo del veicolo, dipende dalla velocità con cui assorbiremo quel 40% di costi in più". Dunque, emerge la difficoltà nel fare programmi oltre il 2030 "se non so il prezzo a cui potrò vendere i veicoli".
Oltre al nodo dei prezzi, a gravare su questo scenario c’è anche il peso della Cina. In cui, prosegue il numero uno di Stellantis, c’è “un'eccedenza di capacità, una saturazione dei loro stabilimenti”, e "allora esportano e vediamo nuovi concorrenti che arrivano da noi”. Di fronte all’aumento di export “gli Usa si chiudono a riccio e l'Europa cerca di fare la stessa cosa”. Anche se “i loro veicoli costano 30 per cento in meno, e questo aumenta la pressione e dobbiamo assorbire un ulteriore shock. La situazione è davvero difficile. Non mi stupisco che il settore sia sotto pressione".
Non si sono fatte attendere le dure repliche dei partiti in commissione. "Tavares non ci ha detto nulla sul futuro dei nostri stabilimenti, sugli investimenti in ricerca e sviluppo", afferma Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle. Analoga insoddisfazione anche dal primo partito di opposizione: "Ci aspettavamo molto di più dall'audizione di Tavares. Abbiamo bisogno di una industria che sia moderna, competitiva e sostenibile" ha commentato la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, nel corso dell'audizione, annunciando che oggi sarà presentata un'interrogazione parlamentare sul tema. "Chiediamo che anche Stellantis si confronti con le organizzazioni sindacali” aggiunge la leader dem. "La domanda è: qual è il piano industriale per ricerca, sviluppo e produzione nel nostro paese. Chiediamo chiarezza, molta di più di quella che oggi abbiamo sentito qui".
Sul tema degli incentivi, "siamo completamente contrari a darvi un singolo euro, in qualunque forma, finché non c'è un piano industriale, con i modelli, gli investimenti, i centri di ricerca, e che sia fatto per iscritto e con chiarezza. Perché le cose dette da lei e da Elkann, fino a oggi, si sono dimostrate tutte false. E questo non è accettabile", afferma il segretario di Azione, Carlo Calenda. Il quale chiede all'ad: "Come è successo che i dipendenti sono diminuiti di oltre 11 mila e 500 unità e altri 3.800 escono quest'anno? Come mai siamo arrivati al minimo storico di produzione? Come mai persino la 'gigafactory' di Termoli non c'è più? Le parole dicono una cosa e i fatti dicono un'altra".