Pontida, Vannacci accolto da un bagno di folla: «Solidarietà ai poliziotti feriti negli scontri al corteo pro-Pal di Roma»
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L'ex generale acclamato sul pratone del raduno leghista con decine di selfie e strette di mano: «Non mi aspettavo tutto questo affetto»
6.10. 2024 - 11:55 Ugo Milano, open.online lettura2’
È stato accolto da un bagno di folla Roberto Vannacci al suo arrivo a Pontida alla tradizionale festa della Lega. Non appena ha messo piede sul pratone, l’ex generale – oggi europarlamentare – è stato circondato da decine di persone smaniose di stringergli la mano o scattare un selfie in sua compagnia. «Non mi aspettavo tanto ed è molto bello», ha detto Vannacci mentre veniva scortato dai cronisti allo stand dove è in vendita Il mondo al contrario, il libro-manifesto pubblicato nel 2023 che lo ha portato a essere sospeso dall’esercito e a entrare in politica. L’ex generale ha anche mostrato con orgoglio l’impronta del rossetto che gli ha lasciato sulla guancia una militante: «Questa è una medaglia».
E a proposito della possibilità di tesserarsi come militante della Lega, Vannacci si è limitato a dire: «Ne parleremo, vedremo, ma ciò non toglie nulla: io sono qua con la Lega e faccio campagna elettorale per la Lega».
Vannacci e il corteo pro-Pal a Roma
Dal raduno leghista di Pontida, Vannacci è tornato anche sui disordini avvenuti ieri, sabato 5 ottobre, a Roma durante il corteo in sostegno della Palestina. «Mi sento vicino ai poliziotti feriti durante i disordini, un episodio che non deve mai ripetersi. Il rispetto delle regole e delle autorità preposte è un valore irrinunciabile: chi serve lo Stato in divisa merita il rispetto e la protezione di ogni cittadino. Ogni forma di violenza contro le forze dell’ordine è inaccettabile e deve essere condannata con fermezza», ha dichiarato l’eurodeputato della Lega. «Le proteste pacifiche – ha aggiunto – sono un diritto sancito dalla Costituzione, ma devono essere svolte nel pieno rispetto della legge e senza mettere a repentaglio la vita e l’incolumità di chi è incaricato di tutelare la sicurezza di tutti noi».
Le scuse di Verri: «Sono un po’ scemo»
Nel frattempo, arriva il mea culpa di Alessandro Verri, capogruppo della Lega al consiglio comunale di Milano, che ieri era in prima fila davanti allo striscione di Pontida che apostrofava come «scafista» il ministro Antonio Tajani. «Abbiamo un po’ esagerato. Mi spiace. Con il senno di poi la situazione poteva essere gestita meglio», commenta al Corriere il giovane esponente del Carroccio. «Ci sono modi migliori per esprimere le nostre critiche. Noi rimaniamo convinti che la cittadinanza non si regala», aggiunge Verri. E alle parole di Matteo Salvini, che ha liquidato la vicenda dello striscione contro l’alleato di governo come l’opera «di quattro scemi», Verri replica così: «Sì un po’ scemo lo sono, visto com’è andata. Comunque, sono un militante e se si riterrà di prendere dei provvedimenti mi adeguerò. Mi assumo la responsabilità di quel che ho fatto».