-Oltre Sangiuliano. Il dramma della classe dirigente meloniana c’è, ma un’alternativa esiste

I dubbi di FdI, il gelo degli alleati, l'ansia del Colle. Giorgia Meloni è stata costretta a subire gli eventi. Fine della sommossa ! Salvini e altri niente? Accontentati i guardoni inferociti.

7.9.2024 diversi da  ilfoglio.it lettura2’

-Oltre Sangiuliano. Il dramma della classe dirigente meloniana c’è, ma un’alternativa esiste

Il nemico principale di Meloni resta sempre Meloni. Più la premier continuerà a fidarsi poco dei volti che non appartengono alla sua storia e più il governo sarà vittima di se stesso. È ora di uscire finalmente dalla stagione del complottismo Claudio Cerasa

Le dimissioni

Onori all'ex ministro Sangiuliano, le sue lettere, le lacrime. Il racconto dei suoi "nove giorni"

I complotti, i tentativi di fermare la fuga di notizie, fino alla resa e alle dimissioni da ministro della Cultura. Nella lettera parla di "inimicizie" per le sue riforme. Torna in Rai dove può attenderlo la direzione del Tgr, ilfoglio

- Il caso

Addio Sangiuliano. Tutti gli errori della premier

I dubbi di FdI, il gelo degli alleati, l'ansia del Colle. Per la prima volta da quando governa, Giorgia Meloni è stata costretta a subire gli eventi. La gestione, politica e mediatica, fallimentare del caso Boccia

Simone Canettieri

- Il caso

Addio Sangiuliano. Tutti gli errori della premier

I dubbi di FdI, il gelo degli alleati, l'ansia del Colle. Per la prima volta da quando governa, Giorgia Meloni è stata costretta a subire gli eventi. La gestione, politica e mediatica, fallimentare del caso Boccia   Simone Canettieri

-la rassegna

“Piazzale caduti della figa”. Sangiuliano è solo l'ultimo

Ministri dimessi, leader azzoppati. C’è una maledizione a destra. Prima dell'(ex) ministro della Cultura ci fu Fini, poi Bocchino (e c’è pure Lollo) Francesco Palmieri

- (l'altro) caso

Le chiavi di Pompei date a Sangiuliano sono d'oro o una patacca? Gli orafi “grandi elettori” del sindaco

Sono costate all’amministrazione quindicimila euro e sono state acquistate presso la gioielleria "amica" di Carmine Lo Sapio. E ora dove sono? Carmelo Caru

- La parola alla difesa

Orrore per il branco assetato di sangue che ha circondato, e atterrato, Sangiuliano

Boccia e l'ex ministro fanno sentire tutti gli italiani superiori, mentre sono un popolo di guardoni inferociti. La fiera degli stereotipi. Camillo Langone

Commenti   

#1 walter 2024-09-07 15:59
..Minoli in dagospia.com
Passare dall'amichettismo di sinistra a quello di destra non è fare una politica culturale, è gestire un ufficio di collocamento. E poi Genny non ha saputo risolvere il vero grande rebus della sua parte politica. Questa destra così identitaria ha un problema di identità: la sua. Non ha mai chiarito che destra sia, a quale delle sue molte anime faccia riferimento […]
Da qui l'idea ridicola che la sua cultura sia, tout court, quella della Nazione, da Dante "di destra", una delle barzellette più divertenti di Genny, all'annessione di PPP e di Gramsci.

In sostanza, pur agitandosi moltissimo, Genny ha fatto, e male, dell'ordinaria amministrazione. Ha portato avanti progetti che già esistevano, non ne ha elaborati di nuovi, ha riformato o sconvolto, a seconda dei punti di vista, la macchina ministeriale, e ha fatto tante nomine, per lo più sbagliate e alcune grottesche.
[…] Un ministro che piagnucolando ammette che nominare consigliera per i grandi eventi (il G7, non la sagra della salsiccia) l'amante specialista di abiti da sposa «poteva configurare un potenziale conflitto d'interessi» dimostra che se il senso dello Stato delle sue classi dirigenti è questo, allora è normale che lo Stato faccia senso. Viene un pensiero ribaldo e paradossale.
Il problema non è se questi siano fascisti o no (lo sono, comunque), ma che non lo sono abbastanza. Perché il fascismo una politica culturale, per quanto provinciale e autarchica, l'aveva e la sapeva fare. E mai, poniamo, ad Alessandro Pavolini sarebbe venuto in mente di nominare Doris Duranti sua consigliera al MinCulPop.ù

Estratto dell’articolo di Alberto Mattioli per “La Stampa”

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