CASTELLI DI RABBIA: "LA LEGA È FINITA CON LA SCIAGURATA ESTATE DEL PAPEETE" –

ROBERTO CASTELLI, EX MINISTRO DEL CARROCCIO, INFILZA SALVINI: “HA RINUNCIATO ALL'IDEOLOGIA NORDISTA DELLA LEGA PER TRASFORMARLA IN UN PARTITO DI DESTRA

29.8.2024 dagospia.com lettura2'

MA QUELLO SPAZIO ERA GIÀ OCCUPATO DA GIORGIA MELONI. VANNACCI DIVENTERÀ SEMPRE PIÙ INGOMBRANTE. IL MATRIMONIO CONVIENE A TUTTI E DUE: IL GENERALE È STATO ELETTO SENZA DOVER ORGANIZZARE DA ZERO UN PARTITO, MENTRE SALVINI…”

Francesco Moscatelli per la Stampa - Estratti

«Matteo Salvini ha scelto Roberto Vannacci perché vale il 2%, in pratica la differenza fra la vita e la morte politica. Il problema è che, da buon militare, ora Vannacci fa "l'embedded" e contribuisce al fatto che oggi non si sa più la Lega che partito sia. Ma Vannacci è solo l'ultimo capitolo di una storia che risale alla sciagurata estate del Papeete». Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia ed ex leghista di lungo corso (oggi promotore del Partito Popolare del Nord), non fa sconti all'attuale segretario del Carroccio.

Castelli, cosa c'entra il generale eletto da indipendente nelle liste della Lega all'Europarlamento con il Papeete?

«C'entra, c'entra. Cinque anni fa Salvini, ubriaco del successo clamoroso delle Europee, si è messo in testa che voleva fare il primo ministro. Da allora non gli è importato più nulla del disegno politico. Ha annunciato che voleva i pieni poteri e ha trasformato la Lega da sindacato del Nord a partito nazionale di destra, perché per avere la maggioranza doveva raccogliere voti in tutto il Paese».

Il Carroccio in quel momento era il primo partito con oltre il 34% dei consensi.

«Salvini ha sbagliato perché non ha nemmeno preso in considerazione un fatto ovvio. E cioè che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si sarebbe opposto allo scioglimento del Parlamento. In quel momento è iniziato il suo declino».

In che senso?

«Ha rinunciato all'ideologia nordista della Lega per trasformarla in un partito di destra, ma quello spazio era già occupato da Giorgia Meloni. Il matrimonio d'interesse con Vannacci è la prosecuzione di questa storia. È un matrimonio che conviene a tutti e due: il generale è stato eletto senza dover organizzare da zero un partito, forte del suo successo editoriale, mentre Salvini non è crollato».

Crede che Vannacci potrebbe creare una sua corrente dentro la Lega?

«Oggi è forte e farà valere la sua forza. Mi stupirei del contrario. Salvini resterà il leader, ma Vannacci sarà sempre più ingombrante».

(….)

Commenti   

#1 walter 2024-08-29 15:16
Siamo sempre soli in UE quindi tutti glia latri contro, O Europa o altro ma lo si dica Korvo rosso
Tensione nell'Ue, Italia e Ungheria contro Borrell
“L'alto rappresentante punta a togliere le limitazioni sull'uso di armi occidentali inviate a Kiev
29 agosto 2024, 15:26 Redazione ANSA
Tensione nell'Unione europea sulle dichiarazioni dell'alto rappresentante Josep Borrell che propone di togliere le limitazioni sull'uso delle armi occidentali inviate all'Ucraina e di sanzionare i ministri di Israele che "hanno lanciato messaggi d'odio, incitazione a commettere crimini di guerra contro i palestinesi".
"Le restrizioni all'uso delle armi date all'Ucraina devono essere revocate, ci deve poter essere pieno utilizzo per colpire obiettivi militari in Russia in linea con le regole internazionali", ha detto l'alto rappresentante Ue Josep Borrell accogliendo il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Bruxelles per il consiglio informale esteri.
L'Unione Europea "ha iniziato a trasferire all'Ucraina" i proventi dei beni russi immobilizzati e a finanziare direttamente gli Stati membri per fornire armi a Kiev, ha detto Josep Borrell. "Abbiamo già trasferito 1,4 miliardi", ha precisato.
I limiti per Kiev per quanto riguarda le armi italiane 'restano' e l'idea di sanzionare esponenti del governo israeliano è 'irreale', replica il ministro degli Esteri Tajani.
"Proposte sconsiderate da Bruxelles sia sull'Ucraina che sul Medio Oriente. La pericolosa furia dell'Alto Rappresentante deve essere fermata. Non vogliamo altre armi in Ucraina, non vogliamo altri morti, non vogliamo un'escalation della guerra, non vogliamo un'escalation della crisi in Medio Oriente. Oggi continuiamo ad adottare una posizione pacifica e di buon senso". Lo scrive in un post su Facebook il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó.
Un'alta fonte diplomatica europea, intanto, dice all'ANSA che 'sono possibili negoziati Kiev-Mosca prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti', anche perche' 'i ritardi negli aiuti forzano Zelensky a trattare'.”

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