Imparzialità trasversale Le certificazioni di viaggio sostenibile nell’estate che cambierà per sempre il turismo
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Gli enti certificatori devono aumentare la loro credibilità in vista di una potenziale nuova era del settore
5.8.2024Luigi Colella, ilriformista.it lettura 3’
Mai come quest’anno l’overtourism ha conquistato il dibattito pubblico. Gli enti certificatori devono aumentare la loro credibilità in vista di una potenziale nuova era del settore. Ecco perché urgono linee guida comuni e strumenti di controllo più severi
In un mondo in cui le informazioni corrono spesso senza controllo, ci stiamo sempre più rendendo conto che le attenzioni verso la sostenibilità, non solo ambientale, sono sempre più numerose. Spesso un’immagine parla da sola ma altrettanto spesso ha bisogno di competenti informazioni a margine per essere compresa appieno nei suoi molteplici significati. E non basta.
Quante volte siamo stati abbagliati da immagini suggestive che raccontano luoghi paradisiaci accattivanti? Più o meno veritiera, la storia racconta di turisti ingannati da fotografie che non rispecchiano le realtà dei fatti. E se truffe simili sono sempre avvenute, oggi che le intelligenze artificiali rendono ancora più difficile distinguere la realtà dalla finzione, il settore corre ai ripari.
Il turista di oggi è rimasto quello del mordi e fuggi, che poco lascia sul territorio che visita. Il viaggiatore è invece diventato più attento e responsabile nella scelta delle mete: è lui, sotto vari aspetti, la vera “ricchezza! per i territori. Come in tanti altri settori, anche il settore dei viaggi, per avallare la sempre più crescente domanda di soluzioni ecosostenibili, si sta attrezzando per sviluppare un linguaggio comune su offerte attente al trend del momento.
Che il cambiamento climatico sia il leitmotiv di questa estate rovente è una certezza. L’estate è però il periodo dell’anno in cui la maggior parte delle persone può concedersi qualche giorno di vacanza, anche se si sta registrando una stagione con un giugno e un luglio che, a livello mondiale, sono stati i più caldi di sempre, stando al sistema di rivelazione europeo Copernicus. La ripetitività di questi record rischia di farli passare inosservati ma, parallelamente, sta crescendo esponenzialmente la voglia di un turismo diverso, più autentico, meno spettacolare e rispettoso di ecosistemi, tradizioni e comunità locali.
Con il ritorno dei flussi turistici a livelli pre-pandemici, il futuro del turismo è impegnato nel proporre soluzioni per intraprendere percorsi di sostenibilità con il coinvolgimento attivo dei viaggiatori. Si registra quindi che il sessanta per cento degli italiani pianifica viaggi attenti all’uomo e all’ambiente e il cinquantatré per cento è disposto a spendere qualcosa in più pur di fare vacanze eco-friendly, secondo il tredicesimo rapporto di Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi.
Allargando il bacino d’utenza, i nuovi dati della ricerca annuale sui viaggi sostenibili riportati dal “Booking.com’s annual Sustainable Travel Report”, rivelano che nel 2024 il novantadue per cento dei viaggiatori italiani afferma di considerare importante la sostenibilità quando viaggia. Una curva in salita se si considera che nel 2023 la percentuale è stata del settantotto e nel 2022 del settantuno per cento. Oltre trentunomila viaggiatori di trentaquattro Paesi hanno dichiarato una marcata consapevolezza verso scelte di viaggio sostenibili.
Mentre il cinquanta per cento dei viaggiatori ritiene che le opzioni di viaggio più sostenibili siano ancora troppo costose, il trentasei per cento si dice disposto a pagare di più per viaggi con una certificazione sostenibile.
Certificare le buone azioni intraprese per rendere più sostenibile l’ospitalità del viaggiatore è un’operazione che garantisce l’offerta a una domanda sempre più attenta, che oggi ha una visione molto più lungimirante di qualche decennio addietro. Cresce sempre più la consapevolezza che ogni piccola buona azione intrapresa, in chiave ecologica, se sommata a tante altre più o meno piccole, fa tanto. Attenzioni simili sono ormai sempre più radicate nella sensibilità dei viaggiatori, gli stessi che all’ombrellone sulla spiaggia affollata preferiscono il fresco di un borgo che vive di eventi culturali, meglio se certificati anch’essi. Ma non basta.
Alla stregua dei certificati del medico curante, che garantiscono terapia e posologia al malato, le certificazioni di viaggi ed eventi sostenibili sono patenti per guidare verso mete sicure i viaggiatori più attenti alle sorti del pianeta. Si può viaggiare in modo più sostenibile ma il campo delle competenze è vario e deve comprendere gli impatti ambientali e sociali, il management e le tipicità dei territori interessati. Fattori, questi, che se contemplati tutti insieme e tutti con la medesima importanza contribuiscono al benessere del viaggiatore e del cittadino residente, che non subisce alcun impatto negativo dovuto alle attività turistiche.
Che il turismo debba essere al servizio del territorio in cui viene ospitato e non viceversa, è l’imprescindibile principio sul quale le certificazioni di sostenibilità non transigono. È quindi il caso che la moltitudine di enti certificatori nei diversi ambiti della sostenibilità, in quanto settore trasversale, interagiscano per unire le forze e garantire comuni linee guida che contribuiscano a salvaguardare il pianeta.
Tra gli organismi internazionali che forniscono garanzie per la certificazione del turismo sostenibile citiamo il Global sustainable tourism council (Gstc), che adotta il sistema Iso di standard internazionali. Quest’ultimo è tra i più attivi relativamente a settori turistici che riguardano l’ospitalità, i tour operator e le destinazioni. GSTC non certifica aziende e destinazioni, ma promuove la certificazione del turismo sostenibile e fornisce la garanzia che gli organismi di certificazione selezionati operino con imparzialità e competenza.