Liguria Totti. LE ACCUSE E LA CARCERAZIONE SONO STATE UN ECCESSO” - GIOVANNI TOTI, DOPO LA REVOCA DEI DOMICILIARI, SI SFOGA:

“NON CE L’HO CON LA MAGISTRATURA, CE L’HO CON LA POLITICA CHE HA DATO STRUMENTI E LEGGI CHE HANNO ROTTO L’EQUILIBRIO TRA I POTERI.

2.8.2024 dagospia.com lettura3’

SONO CONVINTO DI NON AVER COMMESSO ALCUN REATO, LORO PENSANO IL CONTRARIO. LA POLITICA HA ABBASSATO TALMENTE TANTO LE DIFESE IMMUNITARIE E CHE OGGI LA GIUSTIZIA SI È ARROGATA UNA SORTA DI GIUDIZIO MORALE SULLA POLITICA - IL TRATTAMENTO CHE SPINELLI HA AVUTO DA ME È STATO LO STESSO DI TUTTI GLI IMPRENDITORI. GLI INCONTRI CON LUI IN BARCA? FA PARTE DEL MORALISMO DI CERTA POLITICA ITALIANA CHE FREQUENTA LE BARCHE PERÒ PUNTA IL DITO CONTRO GLI ALTRI. L’INTERVENTO PER IL TERMINAL RINFUSE? SPINELLI MI HA FINANZIATO NEI 6 ANNI PRECEDENTI..."

Estratto dell’articolo di Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

A Giovanni Toti è stata appena notificata la revoca degli arresti domiciliari che ha trascorso nella villetta familiare di Ameglia. Il suo cellulare squilla in continuazione.

Come sono stati questi tre mesi?

«Non voglio drammatizzare oltre misura […] Il posto è gradevole, la famiglia mi ha coccolato, ma ritengo francamente che le accuse, la tempistica, la dinamica e la carcerazione siano state un eccesso».

Chi l’ha chiamata?

«Il presidente Mediaset Fedele Confalonieri. Ho parlato con tanti, Crosetto, Donzelli, Lupi. C’è un lungo elenco».

E Salvini?

«Certo, e l’ho ringraziato per la sua vicinanza».

Quando il 7 maggio le hanno notificato i domiciliari cosa ha provato?

«Ho preso la cosa con la fatalità con cui prendi un incidente. Sai che ti è capitato e cerchi di superarlo».

E in questi tre mesi?

«Un profondo senso di ingiustizia e un po’ di impotenza, anche quella di un sistema politico che si è fatto mettere molto in subordine dal sistema giudiziario».

Non sarebbe stato meglio che con Aldo Spinelli avesse un rapporto meno familiare di quello che emerge dall’ inchiesta?

«Le intercettazioni dimostrano solo un pezzettino della scena. Ho trovato uno spaccato della mia vita costruito, montato, indirizzato e analizzato sul rapporto con un’unica persona, ma il trattamento che Spinelli ha avuto da me è stato lo stesso di tutti gli imprenditori della Liguria ai quali abbiamo sempre dato attenzione perché crediamo nell’impresa, che poi finanziassero i miei comitati oppure no, non aveva importanza».

Ha molto colpito che andasse a trovare Spinelli in barca. Lo faceva con tutti?

«Questo fa parte del moralismo di certa politica italiana che frequenta le barche però punta il dito contro gli altri. Ho incontrato gli imprenditori ovunque».

Ma è accusato di aver favorito solo Spinelli.

«La narrazione è la seguente: io ho davanti come presidente due imprenditori. Uno è un finanziatore dei miei comitati elettorali da sempre, l’altro non mi ha mai dato un soldo. Entrambi hanno una pratica legittima pendente negli uffici regionali e chiedono un interessamento della politica per un celere disbrigo. Se alzo il telefono e sollecito per il mio finanziatore sono corrotto, se lo faccio per l’altro ho fatto un atto di indirizzo politico. C’è qualcosa che non torna».

La Procura di Genova, ad esempio, mette il finanziamento in relazione diretta all’intervento per il terminal Rinfuse.

«Spinelli mi ha finanziato nei sei anni precedenti in cui non risultano interventi e ha continuato dopo. La pratica era legittima ed è stata approvata dall’Autorità portuale comunque».

Però ci sono anche alcune altre pratiche.

«Tutti atti legittimi istruiti dagli uffici e approvati da un comitato dell’Autorità sovrano. I finanziamenti sono tracciati. Il resto vuol dire valutare e giudicare la politica».

Anche soldi legittimi per una pratica legittima, sono corruzione se legati a un accordo.

«Non c’era alcun accordo, nessun do ut des . Io non ce l’ho con la magistratura, ce l’ho con la politica che ha dato strumenti e leggi che hanno rotto l’equilibrio tra i poteri. […] penso che i magistrati facciano il loro dovere. Dopodiché, penso che alcuni interpretino le norme in un modo che non condivido. Io sono convinto di non aver commesso alcun reato, loro pensano il contrario. La politica non si rende conto di aver abbassato talmente tanto le difese immunitarie e che oggi la giustizia si è arrogata una sorta di giudizio morale sulla politica. […]».

[…] si è dimesso. Scelta politica o strategia nel procedimento?

«Proseguendo il braccio di ferro con la magistratura di Genova avremmo di fatto paralizzato la presidenza della Regione. […]».

Ci sarà alle elezioni?

«Ci sarà una lista civica, con o senza il nome Toti. Io non mi candido». […]

Commenti   

#1 walter 2024-08-02 09:56
Toti tona libero, Pittalis: “Bastava una sospensione. Dobbiamo tornare a parlare di responsabilità civile dei magistrati, sono gli ultimi funzionari rimasti immuni”
Aldo Torchiaro — 2 Agosto 2024 ilriformista estratto articolo
Pietro Pittalis, deputato a Roma e avvocato nella sua Nuoro, è stato tra i fondatori di Forza Italia. Di quel momento originario porta con sé la carica: «la nostra funzione di riformisti, liberali e libertari è quella di dare alla coalizione un respiro ampio, sull’esempio di Silvio Berlusconi», ci ha detto. Lo abbiamo intervistato sulle sfide delle libertà civili, battaglia di minoranza in questo Parlamento…..

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