Made in Italy a rischio L'Ue stronca l'Italia su un'emergenza vera: la peste suina

Il team di esperti EuVet denuncia i ritardi del governo. Il commissario straordinario si dimette. Mentre Lollobrigida e Coldiretti

Luciano Capone  01 ago 2024 ilfoglio.it lettura2’

Il team di esperti EuVet denuncia i ritardi del governo. Il commissario straordinario si dimette. Mentre Lollobrigida e Coldiretti pensavano alla carne sintetica, avanzava una reale minaccia al made in Italy come la Psa

Da oggi l’Italia è senza un commissario straordinario alla peste suina africana (Psa)Vincenzo Caputo, quello scelto per risolvere l’emergenza dai ministri dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e della Salute Orazio Schillaci, si è dimesso nei giorni scorsi. Caputo si era insediato a febbraio del 2023 dicendo che in tre anni avrebbe eradicato il virus, dopo un anno e mezzo è stato eradicato lui: “Troppo impegnativo – ha detto commentando le dimissioni –. Sono già troppo oberato con l’incarico di direttore dell’Istituto zooprofilattico delle Marche e dell’Umbria”.

Che stesse facendo altro era il sospetto venuto a molti osservatori, visto il dilagare della peste suina. In realtà le ragioni delle dimissioni vanno trovate in un report dell’Ue che stronca l’Italia sulla gestione della peste suina. A inizio luglio, la Commissione europea ha mandato una missione in Lombardia ed Emilia-Romagna (in particolare Pavia, la zona più colpita, Piacenza e Parma) per valutare le misure adottate dall’Italia per prevenire la diffusione della Psa.

Il report del team EuVet (Eu Veterinary Emergency Team) mostra un quadro critico e inadeguato. “La strategia complessiva di controllo della malattia nel Nord Italia deve essere migliorata. Ogni regione/provincia mette in atto le proprie misure con un coordinamento minimo con i suoi vicini”. E ancora: “Un gruppo di esperti dovrebbe elaborare una strategia comune per la Psa”, che è esattamente ciò che avrebbe dovuto fare il commissario straordinario. Gli esperti della Commissione sottolineano anche la scarsità di risorse impiegate: “Il supporto finanziario insufficiente e i problemi tecnici hanno ritardato la costruzione di recinzioni”. E i ritardi: “L’epidemia sembra avanzare più velocemente delle misure di recinzione” e pertanto, se fatte in ritardo, le recinzioni “potrebbero non avere l’effetto desiderato di interrompere la diffusione della Psa nelle aree non infette”. I

tre esperti europei erano arrivati così a due conclusioni che hanno confermato i peggiori timori del settore: “C’è da temere che la Psa si diffonda ulteriormente verso est (a est dell’autostrada A15) e a sud verso la Toscana, se non lo ha già fatto”; e, pertanto, “è urgentemente necessario un piano esteso di controllo ed eradicazione della Psa” che includa anche l’Emilia-Romagna e la Toscana.

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