LA MISSIONE Meloni in Cina, ma senza smartphone. L'allarme per la sicurezza

Ecco perché tutta la delegazione di Palazzo Chigi dovrà lasciare gli apparecchi tecnologici a casa

GIULIA POMPILI 24 LUG 2024 ilfoglio.it lettura1’

L'intelligence: niente apparecchi elettronici di uso quotidiano, che possono essere silenziosamente messi sotto controllo. Per la prima volta la misura viene applicata anche in una missione di altissimo profilo della Repubblica italiana

Per la prima volta la delegazione di Palazzo Chigi in partenza domenica per Pechino dovrà lasciare cellulari, smartphone, orologi smart e tablet a casa. L’intelligence è stata chiara: niente apparecchi elettronici di uso quotidiano, che possono essere silenziosamente messi sotto controllo da chi ne ha tutto l’interesse. Non era mai successo a una missione italiana di ricevere un’indicazione di sicurezza così precisa e restrittiva per i viaggi verso la Repubblica popolare cinese – il 5 luglio scorso il ministro del Made in Italy Adolfo Urso e i suoi collaboratori si sono regolarmente portati dietro i loro smartphone – ma evidentemente qualcosa è cambiato, e soprattutto tra Palazzo Chigi e Piazza Dante, fra il governo e i servizi segreti.

America, Canada, Regno Unito e altri paesi già da anni usano certe precauzioni quando viaggiano in Cina: i telefoni si lasciano a casa, e durante la missione dentro ai confini cinesi si usano invece i cosiddetti “burner phone”, telefoni con una scheda nuova, e numero nuovo, praticamente usa e getta, insomma sacrificabili. Secondo l’intelligence internazionale è solo questo il modo per mettere davvero in sicurezza le comunicazioni pregresse, la rubrica telefonica, le note – per esempio – di una presidente del Consiglio in Cina. Evidentemente, i sistemi tecnologici di sicurezza possono poco o nulla contro virus e malware made in China. L’allarme riguarda anche eventuali spyware (dei programmini maligni e invisibili che monitorano silenziosamente tutte le attività di uno smartphone) installati all’insaputa del proprietario e che potrebbero continuare a spiare i membri di una delegazione anche dopo aver lasciato il territorio cinese. La misura si applica solo alle missioni verso la Repubblica popolare cinese: difficile pensare a “rilanciare i rapporti” con un paese in cui non ti fidi nemmeno di portarti dietro il tuo cellulare.

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