Europa Meloni vota no a von der Leyen: le ragioni di una scelta a sorpresa

La premier guarda a cosa accade al di là dell’Atlantico e si prepara all’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, sottraendo così a Salvini (ma anche a Orban) l’esclusiva del rapporto con il probabile futuro Presidente Usa

18.7.2014 di Barbara Fiammeri, ilsole24ore.it lettura 2’

Alla fine ha prevalso la linea dura. Giorgia Meloni ha deciso di votare contro la riconfermata presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen

Alla fine ha prevalso la linea dura. Giorgia Meloni ha deciso di votare contro la riconfermata presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Una scelta che pone l’Italia all’opposizione, assieme ai Patrioti di Matteo Salvini, di Viktor Orban e di Marine Le Pen e che fino all’ultimo è stata oggetto di confronto tra la premier e i big del suo partito. Ma perché Meloni ha deciso per il no?

I contenuti contano fino a un certo punto

Ufficialmente da Fdi fanno sapere che le linee programmatiche indicate da von der Leyen in mattinata non contenevano indicazioni convincenti. Non è bastata la conferma della linea “dura” sull’immigrazione, il riferimento alla dimensione esterna caro alla leader di Fdi e neppure l’annuncio di un Commissario ad hoc per il Mediterraneo, così come l’accompagnamento del Green deal a un piano parallelo sulla competitività e il rafforzamento della Difesa europea. Tutte posizioni che per molti osservatori avrebbero dovuto spingere Meloni a dare il suo consenso. Ma la verità è che i contenuti (come sempre) contano sì ma fino a un certo punto.

A mettere al riparo il bis di von der Leyen sono stati i 53 deputati Verdi

Non a caso Fdi è stata l’unica delegazione a non rivelare fino all’ultimo la scelta. Anzi: a rivelarla solo dopo che lo scrutinio si era già completato. Dai numeri infatti arriva la risposta. A mettere al riparo il bis di von der Leyen sono stati i 53 deputati dei Verdi, che prima dell’avvio del voto hanno confermato l’indicazione per il sì. Quindi i voti eventuali di Fdi sarebbero stati aggiuntivi ma non “determinanti” per l’elezione di Ursula. Meloni ha preferito così schierare i suoi 24 deputati sul ”no” ritenendo che il prezzo da pagare alla sua destra non sarebbe stato compensato a livello negoziale. Ora certo Matteo Salvini apparentemente ha un’arma in meno nei confronti della Premier che non potrà essere accusata di “tradimento”. Ma è una visione di corto respiro che rischia di isolare l’Italia. Almeno in Europa. Meloni l’ha sicuramente messo in conto. La premier guarda a cosa accade al di là dell’Atlantico e si prepara all’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, sottraendo così a Salvini (ma anche a Orban) l’esclusiva del rapporto con il probabile futuro Presidente Usa.

Una mossa rischiosa

Una mossa rischiosa però perché in Europa, è il rapporto con Francia e Germania ad avere il principale impatto sulla nostra economia e certo questo rapporto – che già non brillava – è peggiorato ulteriormente. Chi ne esce ammaccato è certamente Antonio Tajani. Il leader di Forza Italia fino all’ultimo ha lavorato per l’intesa. Così come anche il ministro di Fdi Raffaele Fitto che subito dopo il discorso di von der Leyen ha messo l’accento sugli aspetti più positivi. Tutti gli altri però sono rimasti silenti. Fitto per ora resta comunque il principale candidato al ruolo di Commissario per l’Italia. Con quale portafoglio però lo si capirà più in là

Commenti   

#1 walter 2024-07-18 17:01
Meloni: "Ecco perché FdI ha deciso di non votare per la riconferma di von der Leyen"
"Non ho ragione di ritenere che la nostra scelta possa in alcun modo compromettere il ruolo che verrà riconosciuto all'Italia nella Commissione", dice la presidente del Consiglio
"Fratelli d'Italia ha deciso di non votare per la riconferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea", dice Giorgia Meloni in un video messaggio. "Siamo rimasti coerenti con la posizione espressa nel Consiglio europeo di non condivisione del metodo e del merito", spiega la presidente del Consiglio. "Questo ovviamente non comprometterà la collaborazione che il governo italiano e la Commissione europea hanno già dimostrato di saper portare avanti su molte materie, come ad esempio in materia di migrazione. Voglio approfittare comunque per fare gli auguri di buon lavoro a Ursula von der Leyen. In ultimo, non ho ragione di ritenere che la nostra scelta possa in alcun modo compromettere il ruolo che verrà riconosciuto all'Italia nella Commissione europea. L'Italia è un paese fondatore, la seconda manifattura, la terza economia d'Europa con uno dei governi più solidi tra le grandi democrazie europee ed è sulla base di questo, e solo di questo, che si definisce il peso italiano".
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