LETTERE. Soci appellanti, Chiedete pure di boicottare Israele, noi diciamo di no. Ci scrive Coop 3.0

chiunque sogni di avere un’industria alimentare “free Israel”, deve essere fermato.

26 GIU 2024, lettere Direttore ilfoglio.it lettura2’

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - L’appello promosso da alcuni soci del movimento cooperativo a supporto della crisi umanitaria in corso in Palestina esprime un’istanza di pace e giustizia che Coop Alleanza 3.0 certamente condivide: da sempre la cooperativa si adopera affinché la prassi della cooperazione si diffonda e sviluppi, come modello che fisiologicamente ispira una fattiva “costruzione di pace”. I datteri Medjoul Fior Fiore, ad esempio, provengono da Gerico, in Palestina, e sono frutto della collaborazione di Coop con produttori palestinesi e trasportatori israeliani. Questi datteri sono commercializzati nell’ambito del progetto “Datteri di Gerico” al quale partecipano attivamente Fondazione Giovanni Paolo II, Unicoop Firenze e la Custodia di Terra Santa. Costruire la pace, dunque, è un compito difficile e impegnativo, che richiede equilibrio e che non può prescindere dal dialogo. La questione del conflitto in corso nella Striscia di Gaza ha assunto una rilevanza e una gravità che domandano rinnovato impegno e attivismo, e Coop Alleanza 3.0 è senza alcuna esitazione al fianco di tutte quelle forze politiche, quelle amministrazioni, quelle associazioni e quei movimenti che chiedono a gran voce un definitivo “cessate il fuoco” e la pronta liberazione degli ostaggi israeliani, e che queste siano la premessa di trattative che possano tradursi in una graduale ricostruzione. Coop Alleanza 3.0 conta oltre 2,2 milioni di socie e soci – ciascuno dei quali con il proprio insieme di valori, opinioni e sensibilità – e tutela e rispetta il punto di vista di ognuno di essi. Coerentemente con questa impostazione, riteniamo legittime e rispettabili tutte le scelte di acquisto – o di “non acquisto” – che i nostri soci e consumatori fanno, scelte che rappresentano un messaggio diretto e molto efficace: un atto politico e diffuso, che pur lasciando aperto il dialogo esprime una posizione chiara e propone una riflessione anche ai nostri fornitori, in modo diretto e senza accuse di pretestuosità. Non possiamo però imporre a tutti questa linea, nella convinzione che la libertà di agire secondo i propri personali convincimenti sia in assoluto il primo valore da tutelare.

Mario Cifiello, presidente Coop 3.0

Il principio dovrebbe essere semplice: chiunque boicotti Israele, chiunque chieda di marchiare i prodotti dell’unica democrazia del medio oriente, chiunque scelga di fare il gioco di Hamas, chiunque si presti ad alimentare equiparazioni tra Hamas e Israele, chiunque sogni di avere un’industria alimentare “free Israel”, deve essere fermato. Mi sembra che lo spirito di questa risposta sia: chiedete pure di boicottare, noi vi diciamo di no e non toglieremo nulla dai nostri scaffali. Ben fatto. E viva Israele

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