1-Europee, la vere incognita. Alla fine, non mi stupirei che Fratelli d’Italia fosse l’unico partito a guadagnare seggi (fondazioehume.it)
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-2--Elezioni europee. Primavera di AmsterdamL’Olanda, primo stato a votare per le europee, smentisce i sondaggi, l’estrema destra cresce ma non sfonda, (linkiesta.it)
7.6.2024 simofin.com lettura4’
1-Europee, la vere incognita. Alla fine, non mi stupirei che Fratelli d’Italia fosse l’unico partito a guadagnare seggi.
5 Giugno 2024 - di Luca Ricolfi, fondazionehume.it lettura3’
Fra pochi giorni si vota alle Europee, e ogni partito ha la sua linea Maginot, ovvero una soglia sotto la quale non può scendere senza sentirsi sconfitto.
Per Fratelli d’Italia la soglia è il 26%, ossia il risultato delle elezioni politiche.
Per il Pd la soglia psicologica del 20%: al di sotto di quella cifra la leadership di Elly Schlein potrebbe scricchiolare.
Per i Cinque Stelle la soglia dovrebbe situarsi intorno al 15%, tenuto conto che quello europeo non è il loro terreno di gioco preferito.
Per Forza Italia la soglia è il 10%, dopo le ripetuti promesse di Tajani di superarla.
Per la Lega la soglia è non essere scavalcata da Forza Italia, e che il Generale Vannacci abbia un buon risultato.
E per tutti gli altri? Per tutte le altre liste, la soglia è il 4%, al di sotto della quale non si elegge nessun parlamentare europeo.
Ma quante sono le liste che, con un briciolo di buona sorte, potrebbero aspirare al 4%?
Sono almeno 3: Alleanza Verdi-Sinistra (che candida anche Ilaria Salis); Azione, capeggiata da Carlo Calenda; Stati Uniti di Europa, con Emma Bonino e Renzi. A queste, volendo e sperando, se ne possono aggiungere altre 2, ovvero la lista Pace
Terra Dignità, con Michele Santoro, e la lista Libertà, con Cateno De Luca e Laura Castelli (ex Cinquestelle).
Il risultato di queste 5 liste minori è ovviamente cruciale per loro stesse, dal momento che tutte rischiano di eleggere zero parlamentari, ma lo è anche per i 5 partiti maggiori, perché il numero di seggi a disposizione di questi ultimi potrebbe differire
sensibilmente a seconda del numero di liste minori che passeranno la soglia e del numero di parlamentari che il gioco delle circoscrizioni e delle preferenze consentirà a ciascuna di portare a casa.
Secondo alcune simulazioni, le liste minori potrebbero essere costrette ad accontentarsi di appena 2 seggi, secondo altre ne potrebbero conquistare addirittura 12. Poiché il numero totale dei seggi riservati all’Italia è costante, e pari a 76, i seggi per i 5 partiti maggiori potrebbero variare fra 64 e 74. Insomma, alcune possibili vittorie o sconfitte dei grandi potrebbero anche essere nient’altro che le conseguenze meccaniche delle alterne fortune dei piccoli.
Ma vediamo come potrebbero andare le cose per questi ultimi. Da un punto di vista puramente aritmetico, assumendo che i voti di questo bacino di elettori siano dell’ordine del 16% (come risulta dai sondaggi di qualche settimana fa), è possibile che nessuna lista minore raggiunga il quorum: se tutte prendessero poco più del 3%, nessuna passerebbe. Sempre da un punto di vista aritmetico, potrebbe anche succedere che il 4% venisse superato da 4 liste, tutte appena al di sopra del limite (4.1% x 4 =16.4%). Entrambe queste ipotesi (0 e 4 liste sopra la soglia) sono estremamente improbabili, quindi possiamo tranquillamente dire che quasi certamente il numero di liste che supereranno la soglia sarà compreso fra 1 e 3.
Ma quante e quali liste potrebbero farcela?
La mia idea (ma posso benissimo sbagliare) è che la presenza della Salis possa creare problemi – cioè sottrarre voti – alle liste affini, in particolare a Pace Terra Dignità, ma forse anche alla lista libertaria-europeista di Emma Bonino, ossia a Stati Uniti di Europa, e in misura minore a quella di Carlo Calenda, che ha un profilo più liberal-tecnocratico.
Dovessi scommettere, direi che – realisticamente – le liste minori che passano la soglia dovrebbero essere o 2 o 3. Difficile che non ce la faccia il trio Salis-Bonelli-Fratoianni, possibile – ma non certo – è che una delle due liste europeiste (Azione oStati Uniti d’Europa) resti fuori per un pelo.
Resta il fatto che, per giudicare i guadagni o le perdite di seggi dei partiti maggiori sarà bene non tenere d’occhio solo quanti seggi avevano 5 anni fa, ma anche quanti erano allora e quanti sono oggi i seggi conquistati dalle liste minori. Allora il bottino
dei partiti maggiori fu notevole, perché le liste minori non conquistarono alcun seggio, e a un certo punto ai seggi conquistati sul campo si aggiunsero i seggi piovuti dal cielo per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Oggi tutto fa pensare chele liste minori qualche seggio lo conquisteranno, assottigliando il bottino delle 5 liste maggiori.
Alla fine, non mi stupirei che Fratelli d’Italia fosse l’unico partito a guadagnare seggi.
-Elezioni europee. Primavera di AmsterdamL’Olanda, primo stato a votare per le europee, smentisce i sondaggi, l’estrema destra cresce ma non sfonda
7.6.2024 Linkiesta.it
I Paesi Bassi fanno barriera contro le idee di Geert Wilders, anche se il suo partito cresce velocemente. Ma l’astensionismo impatta in maniera importante
I Paesi Bassi hanno dato il via alle consultazioni europee ieri, 6 giugno, e la serata è stata monopolizzata dagli exit poll che indicavano la coalizione Laburisti-Verdi guidata da Frans Timmermans in vantaggio sull’estrema destra di Geert Wilders. Stando ai sondaggi infatti l’alleanza europeista ottiene otto seggi rispetto ai sette conquistati dal Partito per la libertà (Pvv). Risultati che paiono in controtendenza rispetto ai monitoraggi dei giorni scorsi. Per Wilders, che nel 2019 ottenne zero seggi, comunque vada sarà un successo. Sicuramente è protagonista di una nettissima vittoria rispetto a cinque anni fa.
Le proiezioni per gruppo indicano: sette seggi ciascuno a Ppe, Id, e Renew; 5 seggi a Verdi, 4 a S&d e uno ciascuno a Sinistra ed Ecr.
Senza parole, Timmermans corona il momento su X, digitando due emoji a cuore, uno rosso e uno verde e pubblica la foto della stretta di mano con lo Spitzenkandidat Bas Eickhout che celebra l’alleanza laburisti-verdi.
Il sorpasso dell’ultradestra di Geert Wilders, pronosticato alla vigilia, questa notte sembra comunque sia stato scongiurato.
…….
Numeri sempre in bilico, però, con uno su tutti, quello dell’affluenza alle urne. Seppure nel 2019 aveva votato il 42 per cento degli olandesi aventi diritto, la percentuale di quest’anno, un 44 per cento risicato, non può competere con l’entusiasmo delle prime consultazioni Europee, nel 1979, quando ad andare a votare fu il 58 per cento della popolazione dei Paesi Bassi. In attesa dei verdetti ufficiali, per i quali bisognerà attender fino a domenica 9 giugno (il vero Election day), il faro si accende per monitorare le scelte di Irlanda e Repubblica Ceca. Poi, sabato 8 toccherà agli elettori di Lettonia, Slovacchia, Malta e Italia.



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