E’vero che il PD ha raddoppiato i voti in Abruzzo?

I numeri supportano la dichiarazione di Schlein, ma i confronti vanno fatti con attenzione.

12.3.2024 di CARLO CANEPA Pagella Politica.it

Elly Schlein LA DICHIARAZIONE

«Il PD ha raddoppiato i voti rispetto all’11 per cento delle precedenti regionali abruzzesi, recuperando quasi 4 punti sulle politiche di un anno e mezzo fa»

VERDETTO SINTETICO

I numeri supportano la dichiarazione di Schlein, ma i confronti vanno fatti con attenzione.

IN BREVE

Alle elezioni regionali in Abruzzo la lista del PD ha preso 117 mila voti (20,3 per cento), mentre cinque anni fa ne aveva presi 67 mila (11,1 per cento). In questa regione, alle elezioni politiche del 2022 il PD ha preso oltre 100 mila voti (16 per cento). TWEET

È vero che rispetto al 2019 la lista del PD ha aumentato i suoi voti. Cinque anni fa però c’era la lista civica del candidato presidente Legnini (PD), che prese 33 mila voti. Nel 2019 anche Articolo 1 aveva presentato una sua lista, mentre oggi fa parte del PD. Sommando una parte dei voti di queste due liste, il guadagno del PD si riduce parecchio. TWEET

Il 12 marzo, in un’intervista con la Repubblica, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha commentato i risultati delle elezioni regionali in Abruzzo, dove ha vinto il presidente uscente Marco Marsilio, sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.

Nonostante la sconfitta del candidato in comune Luciano D’Amico, Schlein ha ribadito che la linea del suo partito è continuare nell’alleanza con il Movimento 5 Stelle. La segretaria del PD ha aggiunto che in Abruzzo il suo partito ha comunque «raddoppiato i voti rispetto all’11 per cento» preso alle precedenti elezioni regionali del 2019, «recuperando quasi 4 punti» rispetto alle elezioni politiche del 25 settembre 2022.

I numeri danno ragione a Schlein oppure no? Abbiamo verificato.

I voti del PD in Abruzzo

Secondo i dati del Ministero dell’Interno, alle elezioni regionali in Abruzzo di domenica 10 marzo la lista del Partito Democratico ha preso oltre 117 mila voti, il 20,3 per cento sul totale, la seconda percentuale più alta dietro a Fratelli d’Italia (24,1 per cento). Alle elezioni regionali di cinque anni fa, tenutesi il 10 febbraio 2019, la lista del PD aveva preso poco meno di 67 mila voti e l’11,1 per cento. All’epoca il candidato del centrosinistra era Giovanni Legnini, ex parlamentare del PD sconfitto da Marsilio.

Il 25 settembre 2022, quando alle elezioni politiche si è votato per rinnovare il Parlamento, in Abruzzo la lista del PD – all’epoca guidato ancora da Enrico Letta – ha preso circa 104 mila voti per la Camera (16,6 per cento) e poco più di 100 mila per il Senato (16,1 per cento).

Sulla base di questi numeri, la dichiarazione di Schlein è sostanzialmente corretta: rispetto alle regionali del 2019, domenica 10 marzo in Abruzzo il PD ha quasi raddoppiato i suoi voti in valore assoluto e percentuale, prendendo quasi 4 punti percentuali in più rispetto alle elezioni politiche. Ma i risultati del PD vanno contestualizzati.

In queste elezioni regionali i candidati alla presidenza della Regione Abruzzo erano soltanto due: Marsilio e D’Amico, sostenuti rispettivamente da sei liste. Oltre a quella del PD, a sostegno di D’Amico c’erano la lista del Movimento 5 Stelle, la lista civica “Abruzzo insieme-D’Amico presidente”, la lista di Azione, la lista “Riformisti e civici”, di cui facevano parte esponenti di Italia Viva, e la lista di Alleanza Verdi-Sinistra, formata da Europa Verde e Sinistra Italiana.

Alle elezioni regionali del 2019 i candidati presidenti erano quattro: il Movimento 5 Stelle aveva presentato un suo candidato e a sostegno del candidato del PD Legnini c’erano otto liste. Tra queste, c’era la lista civica a sostegno di Legnini, come detto esponente del PD, che aveva preso oltre 33 mila voti. Assumendo che questi voti sarebbero andati alla lista del PD se non si fosse presentata la lista civica di Legnini, nel 2019 i voti del solo PD sarebbero saliti a oltre 100 mila, un numero più vicino ai voti presi il 10 marzo. Alle elezioni regionali del 2019, a sostegno di Legnini c’era anche la lista “Progressisti Legnini-Liberi e uguali” (quasi 17 mila voti). Liberi e uguali è stata una lista elettorale, presentatasi alle elezioni politiche del 2018, di cui facevano parte tra gli altri Articolo 1 e Sinistra Italiana. A giugno 2023 Articolo 1, guidato dall’ex ministro della Salute Roberto Speranza, si è sciolto ed è confluito nel PD. Alle elezioni politiche del 2022 i candidati di Articolo 1 facevano già parte delle liste del PD. Dunque, considerando questi fattori, il margine di voti recuperato dal PD rispetto alle elezioni regionali del 2019 si assottiglia parecchio.

In generale, alle elezioni regionali la presenza di una o più liste civiche “drena” voti alle liste riconducibili ai partiti nazionali. Questo fenomeno non riguarda solo il centrosinistra. Per esempio alle elezioni regionali in Abruzzo del 10 marzo la lista di Fratelli d’Italia ha preso quasi 140 mila voti, circa 100 mila in più rispetto a cinque anni prima, ma oltre 30 mila in meno rispetto alle elezioni politiche. In queste elezioni regionali, però, era presente anche la lista civica di Marsilio, che è un esponente di primo piano di Fratelli d’Italia. Questa lista ha preso più di 33 mila voti. Se si assegnano questi voti a Fratelli d’Italia, si nota che tra le politiche e le regionali il partito di Meloni non ha perso consensi.

Sottolineiamo comunque che nelle competizioni elettorali il tutto non è mai uguale alla somma delle parti e non è possibile dire con certezza come sarebbero potute andare le elezioni se si fossero presentate coalizioni diverse ai blocchi di partenza. Questo discorso vale sia per il centrodestra sia per il centrosinistra.

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