IL VOTO IN REGIONE Abruzzo dolce per Meloni: Marsilio verso la conferma, niente spallata al governo
- Dettagli
- Categoria: Italia
Il campo largo di D'Amico si infrange alle regionali. La premier tira un grande sospiro di sollievo: il successo alle urne le dà la spinta per la candidatura alle europee
SIMONE CANETTIERI 11 MAR 2024 ilfoglio.it lettura2’
Giorgia Meloni festeggia: l'Abruzzo resta di centrodestra. Marco Marsilio, esponente di lungo corso di Fratelli d'Italia, veleggia per la seconda volta, verso la conferma come governatore. E' la prima volta che accade in questa regione. Dopo la Sardegna, con il successo di Alessandra Todde, si ferma subito l'onda di centrosinistra. Luciano D'Amico, ex rettore dell'università di Teramo e bandiera del campo larghissimo, non ce l'ha fatta: si ferma al 45,7 per cento contro il 54,3 del presidente uscente (secondo i primi dati).
Non c'è stata la spallata che auspicavano Schlein, Conte e il resto dell'opposizione: il vento non è cambiato e la Sardegna sembra più che altro un incidente della storia (o meglio: della cronaca).
Il governo tira un sospiro di sollievo. Il pellegrinaggio di ministri e sottosegretari di queste ultime settimane ha dato i frutti sperati: gli abruzzesi rinnovano la fiducia a Marsilio.
Per la premier svanisce la grande paura di andare "sotto" nel territorio che l'ha eletta alle ultime politiche nel collegio uninominale L'Aquila-Teramo: "Non potete cacciarmi proprio qui", aveva detto, scherzando, nei giorni scorsi.
E forse questo successo le darà ulteriore forza per annunciare la candidatura come capolista di FdI alle prossime europee.
La forchetta fra i due candidati si allarga e si consolida dopo i primi dati: l'idea di una grande rimonta del centrosinistra si sfalda appena arrivano i risultati da L'Aquila e da Pescara, la città di destra fortino di Meloni e quella del mare di D'Annunzio e Flaiano da cui sarebbe dovuta partire l'onda anti Meloni. Così non è stato, anzi.
Il successo di Marsilio, al netto dei dati delle diverse affluenze, è omogeneo in tutte e quattro le province abruzzesi. Il governatore stacca di oltre dieci punti lo sfidante, secondo i dati che arrivano dai primi seggi scrutinati.
Funziona dunque la modalità elmetto di Meloni, rilanciata martedì dal palco di Pescara, e soprattutto regge la coalizione di centrodestra.
Basta dare un'occhiata ai primi risultati: la Lega di Matteo Salvini regge e si rilancia. Addirittura potrebbe superare l'8,1 delle politiche. Sorpresa Forza Italia: il partito di Antonio Tajani vola in doppia cifra e quasi doppia il Carroccio. Fratelli d'Italia si ferma, secondo le prime proiezioni, intorno al 23 a cui va sommata la lista del presidente (intorno al 5) e dunque il primo partito della coalizione si attesta sulle cifre delle ultime politiche (FdI si attestò intorno al 27).
Interessante invece nel fronte avversario la dinamica nel campo largo: il M5s sembra avere un grande tracollo, nonostante la presenza assidua di Giuseppe Conte in Abruzzo.
Passa dal 18, 5 delle politiche a poco più del 5 secondo i primi risultati (cinque anni fa la candidata Sara Marcozzi, da sola, arrivò al 19), Una disfatta che si riverberà anche alla scelta dei prossimi candidati unitari del campo largo, a partire da quello della Basilicata. Il Pd di Elly Schlein, invece, si attesta sopra al risultato delle ultime politiche, ma è una vittoria di Pirro. La zona d'interesse vince l'Oscar, ma quella del centrosinistra ancora non ha appeal.
Funziona, al contrario, la formula Io capitano, nel senso di Salvini: se la Lega avesse avuto una battuta d'arresto clamoroso l'Abruzzo sarebbe stato contendibile.