Quanto spende l’Italia per gli aiuti militari all’Ucraina? Le accuse dalla Germania, i «dati secretati» rivelati dal Foglio
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calcolando una cifra complessiva di 2,2 miliardi di euro. Il triplo di quanto aveva sostenuto il quotidiano tedesco Welt
4 MARZO 2024 - 14:34 di Redazione open.online lettura2’
Per calcolare l’impegno italiano, il giornale diretto da Claudio Cerasa ha elaborato dati riservati del ministero della Difesa calcolando una cifra complessiva di 2,2 miliardi di euro. Il triplo di quanto aveva sostenuto il quotidiano tedesco Welt
L’impegno dell’Italia nei confronti dell’Ucraina è tre volte superiore a ciò che dicono i dati ufficiali: 2,2 miliardi di euro in aiuti militari. A rivelarlo è Il Foglio, che attinge – si legge nell’articolo del direttore Claudio Cerasa – a «dati secretati». Ovvero, una tabella che circola al ministero della Difesa e che dà conto degli stanziamenti dei diversi Paesi europei. La settimana scorsa, ricorda ancora il giornale, la testata tedesca Welt – basandosi sui dati del Kiel Institute, centro di ricerca di economia e think tank con sede a Kiel, in Germania – aveva puntato il dito contro Roma, colpevole di non fare abbastanza per Kiev.
Nella classifica stilata dall’Istituto, l’Italia si posiziona infatti al 17esimo posto tra i Paesi donatori, con 0,691 miliardi di euro spesi in aiuti militari, pur essendo la terza economia dell’Ue. Ma i dati, secondo il giornale, non tengono conto di quelli secretati, che porterebbero la cifra a 2,2 miliardi. I Paesi che hanno stanziato di più a sostegno dello sforzo bellico di Kiev sono: la Germania con 17,7 miliardi di euro, 3,5 miliardi all’all’anno. Seguita dalla Gran Bretagna con i suoi 9,1 miliardi e la Danimarca 8,4 miliardi in sei anni (1,4 miliardi all’anno a partire dal 2023). L’Olanda ha trasferito all’Ucraina 4,4 miliardi, spalmati su più anni; la Norvegia 3,8 in 5 anni (0,7 miliardi l’anno). Poi ancora, la Polonia coi suoi 3 miliardi in più anni; Mentre il Canada 2.07 e la Svezia 2,03 miliardi.
Da Il foglio Difesa sincera o retorica ridicola? Impegno concreto o disimpegno progressivo? Sostegno reale o paraculismo imperante?
Se lo chiede il Direttore Cerasa de Il Foglio, con la tabella che ha recuperato una tabella importante che aiuta a rispondere a una domanda chiave relativa al futuro dell’Italia e al suo posizionamento nella difesa dell’Ucraina. La questione è semplice e nasce da qui. Nasce da un tema grande come una casa che riguarda il rapporto costruito dal governo italiano con l’Ucraina di Zelensky. Un tema che riguarda il sospetto concreto che tra le parole e la realtà vi sia un crepaccio, un pericoloso doppio standard. Il tema in questione è presto detto. Il governo italiano, prima con Mario Draghi e poi con Giorgia Meloni, dal primo giorno dell’invasione dell’Ucraina ha messo in campo, a livello politico, il meglio del suo arsenale. Ai tempi di Draghi, governo di larga maggioranza, a sostenere la difesa dell’Ucraina erano tutti i partiti che sostenevano l’esecutivo (compresi i Cinque stelle) e anche il solo partito che si trovava all’opposizione (Fratelli d’Italia). Ai tempi del governo Meloni, il partito che si trovava all’opposizione ha continuato a sostenere l’Ucraina con continuità, gran parte dei partiti che erano al governo con Draghi ha continuato a votare a favore dell’invio delle armi in Ucraina e solo uno in questi ultimi quindici mesi ha mostrato diffidenza nei confronti del sostegno militare all’esercito di Zelensky.: