Premierato. Orbanismi Il rapporto problematico di Fratelli d’Italia con la verità dei fatti
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Il pericolo di un governo che disprezza qualunque contrappeso democratico al potere è ottenere un totale rovesciamento della realtà
1.3.2024 Francesco Cundari, linkiesta.it lettura 3’
Sabato la nota in cui, poche ore dopo le parole di Sergio Mattarella sul «fallimento» rappresentato dalle manganellate agli studenti, Fratelli d’Italia dichiarava testualmente: «La sinistra che spalleggia i violenti è la causa dei disordini ai quali abbiamo assistito». Mercoledì la minacciosa dichiarazione di Giorgia Meloni a Tg2 Post, evidentemente indirizzata al Quirinale: «Io penso che sia molto pericoloso togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra: è un gioco che può diventare molto pericoloso» (che qui Meloni non si riferisse affatto alla sinistra che “strumentalizzerebbe” Mattarella, come oggi prova a far credere, è dimostrato dal fatto che, essendo ogni altra carica occupata dalla destra, il «sostegno istituzionale» la sinistra non può toglierlo proprio a nessuno). Oggi, infine, l’annuncio che nel weekend, come dice al Corriere della sera Giovanni Donzelli, tutta la «classe dirigente» di Fratelli d’Italia «andrà nelle varie città a portare solidarietà a chi lavora nelle caserme e nelle questure».
E davvero non si sa da dove cominciare, di fronte a un simile rovesciamento della realtà e a una tale protervia nella volontà di soffiare sul fuoco: come se a Pisa fossero stati gli studenti a picchiare i poliziotti, e fosse oggi la sinistra a strumentalizzare non si sa cosa, nel momento stesso in cui il partito della presidente del Consiglio annuncia di fatto un vero e proprio tour elettorale nelle caserme, camuffato da manifestazione di solidarietà. Una solidarietà, per di più – ma è davvero difficile, tra tante prodezze, decidere quale sia la più grave – che contiene un implicito ma chiarissimo intento polemico verso il Capo dello stato, quasi che si volesse mettergli contro le forze dell’ordine.
Come tutti i populisti, Meloni e i suoi Fratelli hanno un rapporto problematico con la verità. Invece di insistere a chiedere continue professioni di antifascismo, per metterli davvero alle strette bisognerebbe piazzarsi davanti a un orologio e domandare loro a bruciapelo: che ore sono?
Un esempio eclatante è venuto proprio dall’intervista di mercoledì sera. Proseguendo sul filo del discorso sopra citato, Meloni ha aggiunto infatti: «Le lezioni sul governo autoritario da parte di quelli che sparavano con gli idranti su lavoratori inermi seduti a terra perfettamente immobili o che rincorrevano gli italiani da soli in spiaggia con i droni, anche no». Dove ancora una volta si nota un doppio, triplo, quadruplo rovesciamento della realtà. Quello sui «lavoratori inermi» era infatti un chiaro riferimento al blocco del porto di Trieste del 2021, in protesta contro il greenpass, nel pieno della pandemia. Evidentemente, dunque, quando si tratta di no vax, Meloni non sta più con le forze dell’ordine (prima differenza). No vax, ricordo, che pretendevano di bloccare il porto, non di sfilare pacificamente in piazza (seconda differenza), con i quali peraltro la polizia cercò di trattare in ogni modo (terza differenza) e alla fine, proprio come dice la presidente del Consiglio, ricorse agli idranti, non alle manganellate (quarta differenza) semplicemente perché quei lavoratori rifiutavano di muoversi e consentire al porto di funzionare.
Peraltro, ripetiamolo, in polemica con misure di salute pubblica, in piena pandemia, cioè pretendendo di mettere a rischio la salute e la sicurezza di tutti, a cominciare dagli altri lavoratori del porto (ho perso il conto delle differenze, fate voi).
Siamo insomma a metà tra Viktor Orbán e Donald Trump: stesso disprezzo per la verità dei fatti e per qualunque contrappeso democratico al proprio potere, che venga da altre istituzioni, dall’opposizione, dalla stampa o semplicemente dalla realtà. In un colpo solo Meloni si libera di tutti gli abiti liberali e modernizzatori che sarti troppo compiacenti le avevano cucito addosso, rilanciando gli slogan dei no vax e della Verità di Maurizio Belpietro, l’unica con cui riesca ad andare d’accordo