SCISSIONI Gli agricoltori fanno come la sinistra: si spaccano i gruppi, e i motivi sono tutti politici

Con quest'ultimo gruppo, i movimenti spontanei diventano tre. Manifesteranno anche i pescatori, gli artigiani e il popolo delle Partite iva. Diverse anime e poca compattezza e tanta politica.

NICOLÒ ZAMBELLI 14 FEB 2024 ilfoglio.it lettura4’

La rabbia iniziale dei contadini sembra non essere più un collante efficace per le proteste. Dopo l'incontro con il governo di giovedì scorso si moltiplicano le sigle e le manifestazioni, ma le richieste avanzate restano sempre quelle, nonostante il governo abbia approvato ulteriori misure per la categoria

"Giovedì noi staremo all'interno del nostro presidio della Nomentana senza partecipare alla manifestazione al Circo Massimo perché non dobbiamo far strumentalizzare le nostre proteste dalla politica". Con queste parole Salvatore Fais, uno degli esponenti di Riscatto Agricolo, è uscito di scena e, insieme al suo collega Andrea Papa, ha abbandonato il comitato direttivo del movimento (pur restando insieme agli agricoltori). Troppa politica in mezzo, per loro, che di politica non vogliono sentire parlare. Ed è proprio la politica che ha causato le prime separazioni tra i numeri gruppi di manifestanti.

Il tutto è partito dopo la convocazione delle associazioni di categoria a Palazzo Chigi.

C'è chi quell'incontro lo ha disprezzato e chi invece non così tanto. Fais e Riscatto Agricolo rientrano nel primo caso, mentre Roberto Rosati, che fino a ieri apparteneva allo stesso movimento, al secondo

Proprio lui oggi ha ufficializzato quello che ieri aveva annunciato, cioè la creazione di un altro gruppo di manifestanti, una confederazione: la Maf, "Movimenti agricoli federati", che più degli altri sembra pronta a dialogare con il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida.

Con quest'ultimo gruppo, i movimenti spontanei diventano tre.

A loro due si aggiunge il Cra di Danilo Calvani, che domani porterà i trattori al Circo Massimo. Ma che anche lui, domenica, ha visto una spaccatura all'interno del comitato direttivo del movimento. Un esponente infatti si è dimesso, e anche qui il motivo è tutto politico: non era d'accordo sulla presenza di membri dell'estrema destra all'interno della manifestazione di domani. Sì, perché in piazzale Ugo La Malfa domani dalle 15 alle 18 sarebbe dovuto esserci anche Giuliano Castellino, ex leader di Forza Nuova e condannato nel primo grado d'Appello per l'assalto alla Cgil nel 2021. Castellino in ogni caso non ci sarà visto la questura ieri gli ha negato il permesso di partecipazione in quanto risulta essere "sorvegliato speciale". Ora questi tre gruppi hanno indetto altrettante manifestazioni, sempre a Roma, che avranno luogo domani e sabato. Una separazione degna della sinistra nei suoi giorni migliori, se si vuole fare un paragone azzardato.

Tre sfilate nella capitale

Andando in ordine di data, domani al Circo Massimo Danilo Calvani dirigerà una manifestazione per "sostenere la mobilitazione del comparto agricolo relativa alle problematiche di settore". Sarà aperta a chiunque deciderà di scendere in piazza con i contadini ed è prevista la presenza di circa 5 mila persone da tutta Italia, ma l'ex leader dei Forconi spera si arrivi a toccare vette di 20 mila. I trattori presenti saranno solo dieci, ma il successo della protesta lo farà il numero di manifestanti che si uniranno alla causa.

Parallelamente a Calvani, manifesteranno anche i pescatori, gli artigiani e il popolo delle Partite iva. L'obiettivo, per tutti, è puntare al rilancio e ottenere un nuovo incontro con Lollobrigida, oppure le sue dimissioni.

Alla manifestazione di domani non parteciperà sicuramente Salvatore Fais e il suo movimento. E se lui in persona non potrà esserci, visto che il 15 febbraio è atteso in aula per difendersi dall'accusa di maltrattamento animale per aver scuoiato un lupo, Riscatto Agricolo non condivide invece le azioni di Danilo Calvani e, soprattutto, il sotto testo politico che ci sarà al Circo Massimo.

Condivide però con Calvani la richiesta di un nuovo tavolo di confronto con il governo: "Non ci basta la promessa di un tavolo di confronto. Vogliamo subito delle misure immediate. Noi rimarremo, chi se n'è andato è libero di farlo ma qui arriveranno altri agricoltori dal nord entro il fine settimana", ha detto, appoggiando anche la scelta dei 46 trattori che nella mattina di oggi hanno abbandonato il presidio di Via Nomentana 1111.

La nuova sigla creata nella giornata di oggi, il Maf, ha invece indetto una manifestazione statica per sabato. L'appuntamento è alla Bocca della Verità, sempre a Roma, dalle 10 di mattina. Ma già da oggi quattro trattori sono stati messi in presidio in quattro punti simbolici della capitale: San Giovanni, Cinecittà, Ostiense e al Colosseo Quadrato dell’Eur.

Diverse anime, poca compattezza

Dopo un mese di manifestazioni e presidi nazionali la rabbia sembra non essere più un buon collante. L'incontro con il governo e la sfilata sul Grande Raccordo Anulare hanno segnato un turning point nel confronto tra le richieste dei manifestanti e la posizione del governo. Oltre al risultato già raggiunto per quanto riguarda l'Iperf, l'esecutivo ha approvato nella notte un emendamento che prevede, oltre alla franchigia per esentare dal pagamento i redditi agrari e dominicali fino a 10.000 euro, anche una riduzione del 50 per cento dell'importo da pagare per i redditi tra i 10 mila e i 15 mila euro. È stato bocciato, invece, quello presentato dal Pd sempre all'interno del Milleproroghe che chiedeva l'esenzione totale dell'Irpef per la categoria.

Un passo in più che, secondo il governo, potrebbe ridurre la portata delle proteste in corso. Se prima, ovviamente, non si esauriscono da sole. In una sola settimana la compattezza iniziale ha iniziato a cedere man mano all'interno delle anime dei movimenti spontanei ed è possibile che dinamiche del genere si ripetino fino alla creazione di tanti micro gruppi. Questo potrebbe causare un indebolimento delle richieste che i manifestanti avanzano. D'altronde è già successo.

A Sanremo l'invito di Amadeus perché gli agricoltori salissero sul palco dell'Ariston si è realizzato solo con la lettura di un comunicato stropicciato dopo la mezzanotte e il motivo di questa scelta, ha spiegato la Rai, è stata proprio la difficoltà nel trovare un unico interlocutore con cui parlare a causa "dell'elevata frammentazione delle sigle". Le manifestazioni dei prossimi giorni aggiungeranno ulteriori elementi sul tavolo, ma così come la partecipazione elettorale definisce la vita di un partito, anche quella popolare alle proteste deciderà il margine di manovra che i contadini avranno nel continuare ad avanzare le loro richieste al govern

Commenti   

#1 walter 2024-02-14 15:20
’STI TRATTORI MARCIANO SPEDITI VERSO LE URNE – GLI AGRICOLTORI IN RIVOLTA VENGONO ACCOLTI TRA GLI APPLAUSI AL LORO ARRIVO SUL LUNGOMARE DI NAPOLI. E DISTRIBUISCONO FRUTTA A CHI È IN FILA DAVANTI ALLA CARITAS (NEANCHE FOSSERO I LIBERATORI AMERICANI SBARCATI IN ITALIA) – A PORTARE AVANTI LA PROTESTA A OLTRANZA SONO L’EX “FORCONE” DANILO CALVANI E L’EX BERTINOTTIANO GIANNI FABBRIS. E AD APPOGGIARLI ANCHE FORZA NUOVA, CHE LANCIA UN APPELLO A PUTIN: “SALVI L’AGRICOLTURA ITALIANA” Dagospia.com (Ansa)

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