Il ritardo cronico dell’edilizia scolastica: oltre il 40% degli interventi del Pnrr sono fermi nella fase iniziale del progetto. E il dramma resta al Sud
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Il quadro preoccupante che emerge dall’ultimo report di Legambiente sul divario inesorabile tra Nord e Sud
25 GENNAIO 2024 - 09:31di Ygnazia Cigna open.online lettura2’
Ritardo cronico. Così si caratterizza la riqualificazione edilizia delle scuole italiane. Le risorse del Pnrr, cruciali nel processo di riduzione del divario tra Nord e Sud, non vengono adeguatamente sfruttate. Più del 40% degli interventi sono bloccati nella fase iniziale del progetto. È il quadro preoccupante tratteggiato nel XXIII report Ecosistema Scuola di Legambiente. Da cui emerge con evidenza la persistenza inesorabile delle disparità territoriali presenti nel nostro Paese. In Sicilia e in Calabria una scuola su tre richiede interventi di manutenzione urgenti. E negli ultimi cinque anni non sono state costruite nuove strutture scolastiche. Senza dimenticare che si tratta di due regioni in cui tutti i capoluoghi di provincia, ad eccezione di Caltanissetta, si trovano in area sismica 1 e 2.
I passi (troppo) lenti del Meridione
In queste zone la verifica di vulnerabilità sismica non è stata effettuata nel 65% dei casi. Nel Sud, nelle Isole e nel Centro, circa il 50% delle scuole necessita di interventi urgenti, a fronte del 21% dei casi del Nord. Su questo fronte, ugualmente critica è la situazione del Centro Italia. Colpito dal sisma del 2016-2017, negli ultimi cinque anni solo il 3,4% degli edifici ha beneficiato di interventi di adeguamento sismico.I dati dell’associazione ambientalista rivelano uno scenario nel quale il Mezzogiorno si muove a ritmo troppo lento: servizi scolastici poco garantiti, scarsa mobilità sostenibile e una transizione ecologica nelle scuole che avanza a passo ridotto. Molti istituti del Meridione rinunciano al tempo pieno (40 ore settimanali).
Le grandi assenti: mense e palestre
Riducendo così le possibilità per gli studenti di nuove opportunità di apprendimento e socialità. Secondo le direttive del Ministero dell’Istruzione, per poter aumentare il tempo di permanenza degli alunni tra le mura scolastiche è necessario che siano offerti alcuni servizi: dalla mensa alla palestra, fino alla presenza di maggior personale. I fondi stanziati dal Pnrr per nuovi spazi mensa è di 519 milioni di euro, riporta Legambiente. E a farne una richiesta di utilizzo maggiore sono state le regioni del Sud e delle Isole dove, però, le classi a tempo pieno non superano ancora una media del 20%, contro il 35% del Centro Nord. Un quadro impietoso che si manifesta anche nella mancata presenza di palestre e impianti sportivi: nel Mezzogiorno un istituto su due non ne è fornito e laddove, invece, solo nel 40% vengono aperti oltre l’orario scolastico. Un dato che nel Centro Nord si alza al 60%.
«Servono fondi diversi»
I fondi del Pnrr rappresentano una risorsa fondamentale per colmare questo divario, tuttavia i dati parlano chiaro: l’attuazione dei progetti sta registrando più difficoltà che successi. 6 milioni di euro. È questa l’entità dei fondi che in media ogni scuola necessiterebbe. Si parla di investimenti che richiederebbero una pianificazione a medio-lungo termine e che – sottolinea Legambiente – è difficile reperire nei normali bilanci comunali, se non accedendo a finanziamenti nazionali. Nonostante l’allocazione delle risorse, la realizzazione di nuove scuole nella Penisola è rimasta un miraggio, registrando solo lo 0,6% di incremento negli ultimi 5 anni.
«Dove esistono problemi più acuti di povertà educativa e di carenze di servizi, la scuola non riesce ad essere quel presidio educativo presente e aperto anche in orario extrascolastico, come sarebbe auspicabile», commenta Elena Ferrario, presidente di Legambiente scuola e formazione. «Non basta – chiosa – dare fondi per le strutture murarie, come sta avvenendo nel Pnrr, se su funzioni socialmente strategiche come palestre, mense, asili nido, non si prevedono fondi ulteriori per la loro gestione».


