Il Cnel boccia il salario minimo. Cisl d’accordo: “Non risolve il problema del lavoro povero”

Il sindacato di Sbarra fa appello all’articolo 49 organizzando oggi e domani nelle piazze di tutta Italia delle giornate di confronti e dibattiti per la partecipazione agli utili dei lavoratori

Annarita Digiorgio — 13 Ottobre 2023 ilriformista,it lettura1’

Il Cnel boccia il salario minimo. Cisl d’accordo: “Non risolve il problema del lavoro povero”

Il Cnel ha deciso: bocciata la proposta di salario minimo. Ieri erano presenti 62 consiglieri su 64, quasi il plenum. Il documento finale è stato approvato con 15 voti contrari, nessun astenuto. Favorevoli 39 organizzazioni, tra cui Cisl, Confindustria e Confapi. Contrari Cgil, Uil e Usb. In definitiva il Cnel ha ritenuto che la contrattazione collettiva sia ancora oggi la sede da privilegiare, posizione condivisa da tutte le confederazioni sindacali sino a pochissimi anni fa. Infatti anche la Cgil prima dell’era Meloni, è sempre stata contraria al salario minimo.

Il lavoro istruttorio e di analisi svolto dal Cnel ha evidenziato il vicepresidente Claudio Risso, della Cisl, contribuisce a chiarire come l’introduzione di un salario minimo legale non risolverebbe la grande questione del lavoro povero che va ben oltre il tema delle retribuzioni. La povertà lavorativa riguarda, infatti, la quantità di lavoro nell’arco dell’anno per chi vive di contratti precari e intermittenti, la composizione del reddito all’interno del nucleo familiare e l’azione redistributiva dello Stato. Quanto ai trattamenti retributivi giusti e dignitosi, il Cnel ritiene che la contrattazione collettiva sia ancora oggi la sede da privilegiare e valorizzare sottolineando l’importanza di controlli e interventi di vigilanza nelle stesse aree della parasubordinazione e del finto lavoro autonomo.

 

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