1-L'EDITORIALE DELL'ELEFANTINO Cara Meloni, inseguire Salvini è antipatriottico

2- IL DOPO BERLUSCONI L'ologramma Marta Fascina.. 3- Così con la sua nuova corrente Franceschini offre le garanzie del Pd al Colle

30.9.2023 G. Ferrara, M.Crippa. L. Roberto ilfoglio.it lettura3

1-L'EDITORIALE DELL'ELEFANTINO Cara Meloni, inseguire Salvini è antipatriottico

GIULIANO FERRARA 30 SET 2023 ilfoglio

 La premier faccia una campagna elettorale da premier, non da capopartito. La sfida ora è abbandonare la demagogia e affermare una leadership seria

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Giorgia Meloni non deve scegliere tra Macron e Salvini, come suggeriscono i giornali suoi avversari di principio: è impossibile e una punta ridicolo. Può invece scegliere se fare la campagna elettorale anticipata per le elezioni europee come capo del suo partito o come capo del governo e della coalizione di maggioranza. La differenza è netta. Da capopartito dovrebbe rincorrere la demagogia del suo alleato e contendere i voti del popolo di destra in una spirale che porterebbe a una crisi politica del suo progetto europeo e atlantico, al di là della prevedibile tenuta dell’esecutivo in un’atmosfera febbrile e confusa. Da presidente del Consiglio e capo della maggioranza ha ampi margini per conquistare voti parlando a tutti gli italiani il linguaggio della responsabilità e della concretezza, funzionando da magnete per una vasta area di disillusi della stagione cianciante e trombona che palesemente Meloni ha voluto lasciarsi alle spalle, contraddicendo anche parte della sua identità di oppositrice e di vocale ideologa del cambiamento, scegliendo un’opzione conservatrice che può assumere un’evidenza popolare come azione di governo non parolaia. Ma deve essere esplicita. Deve mettere il suo alleato riottoso nelle condizioni, lui sì, di entrare in collisione o accomodarsi al suo posto di partner importante ma nella sua reale dimensione elettorale e politica….

2- IL DOPO BERLUSCONI L'ologramma Marta Fascina, il vero enigma politico della vita post mortem del Cav.

MAURIZIO CRIPPA 30 SET 2023 ilfoglio

Forza Italia è stretta tra alleati-rivali e un’eredità difficile. La vedova di Berlusconi e il gioco di simboli, nei giorni della festa del partito di questi giorni a Paestum

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L’unica cosa evidente è che l’ologramma è lei, non lui. Lei, assenza silenziosa e diafana, ma così ingombrante da aver spazientito anche il paziente Paolo Berlusconi e il furbo Maurizio Gasparri (un lutto è un lutto è un lutto, ma un voto è un voto è un voto). E’ lei il vero ologramma che aleggia su Paestum, stravagante location scelta dall’eterno Martusciello. Invece lui, “l’ologramma del Dottore”, è una follia fantasmatica che il silenzioso no della famiglia ha soffiato via. A Paestum restano il merchandising e il partito, nell’ordine che si voglia, ma quanto sarebbe utile per tutti – per loro, per Tajani, persino per Meloni – che ci fosse davvero lui. In questo spericolato tentativo degli orfani della tavola rotonda di materializzarlo in vita. Di aggrapparsi come sempre alla sua presenza. Difficile da fare, l’ologramma invece è lei. Evanescente e inutile, il vero enigma della vita post mortem del Cavaliere è lei, la deputata contumace Marta Fascina…

3- LA STRATEGIA. Così con la sua nuova corrente Franceschini offre le garanzie del Pd al Colle

LUCA ROBERTO 30 SET 2023 ilfoglio

    

La nuova area culturale che sostituirà Areadem oltre a sostenere Schlein servirà, nelle intenzioni dell'ex ministro, a giocare di sponda con il Quirinale. Nell'eventualità che durante la legislatura servano soluzioni d'emergenza

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Dove va l’arcipelago di Franceschini? Per ora nessuno può predirlo con certezza. Eppure pare che l’ex ministro abbia sentito soprattutto l’urgenza di comunicare per vie informali che il Pd, nel grande gioco della politica che è soprattutto management dell’imprevisto, non ha alcuna voglia di rimanere alla porta. L’obiettivo è anche offrire una sponda a soluzioni istituzionali emergenziali, qualora ce ne fosse bisogno. Sapendo che è premura del Partito democratico continuare a offrire di sé l’immagine di “partito di governo”. Parafrando un verso dei Post Nebbia: è destabilizzante realizzare che in fondo non si sta poi così male all’opposizione. Ma meglio farsi trovare pronti se tutto dovesse caracollare. Soprattutto se è la stessa premier Meloni a dire, come ha fatto ieri a Malta parlando della crescita dello spread, che “i soliti noti vorrebbero il governo tecnico e la sinistra ha già la lista ministri”.

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