Electrolux, slitta la vendita delle filiali europee alla cinese Haier che potrebbe diventare una joint in una fase di crisi del mercato
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La crisi del mercato degli elettrodomestici condiziona anche le operazioni di M&A ma i cinesi non mollano
11.9. 2023, 7:54 | di Paola Guidi | firstonline.info letura5’
L’annuncio – clamoroso e attesissimo – della acquisizione di Electrolux Emea da parte della multinazionale cinese Haier doveva arrivare venerdì 1 settembre, all’apertura dell’IFA, la grande kermesse della tecnologia, nello spettacolare stand del big cinese. E invece niente, tutto rimandato. La notizia dell’’acquisizione, l’ennesima, del n.1 mondiale degli elettrodomestici, già preannunciata da FIRSTonline (5 luglio 2023), dopo che l’altro gigante cinese in gara, Midea, aveva sospeso ogni trattativa con l’azionista di riferimento della società svedese, Investor AB (78,39 per cento, proprietà della famiglia Wallenberg), aveva sorpreso i sindacati, gli ambienti confindustriali, la finanza e la politica. L’offerta era arrivata molto discretamente alla famiglia Wallenberg proprio mentre Midea continuava a andare per le lunghe per ragioni economiche e politiche. La famiglia Wallenberg avrebbe infatti richiesto, oltre ad un rialzo dell’importo della transazione (3,6 miliardi di euro), anche delle garanzie per il mantenimento in Europa dei siti produttivi e dell’occupazione e, conditio sine qua non molto critica, che Midea esercitasse pressioni sui circoli politici e economici americani affinché non bloccassero l’operazione.
E adesso? Innanzitutto spieghiamo perché dal perimetro delle trattative con Haier è stata esclusa Electrolux US (peraltro in pesante contrazione ). Con Frigidaire, brand di punta di Electrolux negli States, la Haier che controlla anche l’iconico GE avrebbe sul mercato Usa una posizione di assoluto controllo. E quindi verrebbe immediatamente bloccata. L’accelerazione della vendita –parziale- del gruppo svedese (ma potrebbe profilarsi anche una joint-venture) risolverebbe i pesanti problemi di tenuta di Electrolux sui mercati, dopo due trimestri in negativo e una prospettiva per l’intero 2023 decisamente difficile. E peraltro in un quadro generale del settore a tinte fosche. “Altro che ripresina come molti speravano -dichiara infatti a FIRSTonline un manager di alto livello di una azienda europea – per la prima volta il crollo anche a due cifre delle vendite è mondiale. L’anno finirà male e anzi stanno arrivando, pare, 12 mesi di ulteriori sofferenze. GFK ha comunicato all’IFA che il mercato globale ha avuto un calo dei ricavi del 6,3 per cento in valore ma con taglio almeno doppio per i volumi, nei primi sei mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il mercato degli elettrodomestici dei 19 paesi dell’Europa ha perso oltre 1 miliardo di euro nei primi sei mesi.”.
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Quanto all’Italia a causa dell’aumento molto forte dei listini il mercato dei grandi e dei piccoli apparecchi sembra crescere, secondo GFK, in valore rispettivamente di +6 e +4 per cento ma in realtà le vendite in quantità sono scese del 15-20 per cento secondo le tipologie. Mettendo in crisi le fabbriche. Aumento del costo della vita, scorte eccessive dei produttori e saturazione della domanda dei consumatori dovuta ai picchi di vendite degli anni precedenti: queste le cause della crisi dei mercati.
Non è che vada molto meglio per l’elettronica di consumo (una mazzata del 20-25 per cento per il mobile computing per esempio, malissimo i tv) ,per i casalinghi e per i mobili. Claudio Feltrin, presidente di Federlegno Arredo l’aveva detto : “per l’intero gigantesco comparto del legno (macro sistema legno più arredamento e illuminazione, pietra miliare dell’economia del paese ) il crollo è molto grave, -10,5 per cento. E per l’arredamento, chiuderemo l’anno a -1,2 per cento, con l’export che scricchiola (cresce, ma con 9,5 per gli Usa e -17 per la Cina)”. Unica eccezione, la climatizzazione con esponenziali crescite dovute ai picchi di calore raggiunti in tutto il mondo.
Ancora uno smacco per Midea che ora punta a Zanussi Egypt
Da diversi anni tenta di assicurarsi brand di valore e relative quote di mercato per ampliare immagine e vendite sui mercati occidentali (US e Europa). Ma dopo il fallimento delle sue ripetute offerte per la Whirlpool (l’intera Corporation) e poi per la filiale Emea della multinazionale americana, e dopo inutili trattative per acquisire Electrolux, Midea si sta assicurando il brand e le fabbriche Zanussi in Egitto messe in vendita dagli svedesi insieme ad altri marchi e siti per realizzare 10 miliardi di corone svedesi (943,3 milioni di dollari), allo scopo di far fronte alla perdurante crisi mondiale della domanda di elettrodomestici che ha penalizzato pesantemente i consuntivi del gruppo. La Zanussi Egypt contribuisce per 195,29 milioni di dollari alle vendite totali della Electrolux. La competizione dei big del bianco si sta spostando verso il Mediterraneo: in Nord Africa, MO e nella stessa Africa si stanno concentrando enormi investimenti di Beko, Haier e Midea che, solo in Egitto, sta stanziando 105 milioni di dollari per la costruzione di una fabbrica a Sadat City.
Che cosa ha bloccato Midea?
“La minaccia da parte del ministro Adolfo Urso di esercitare l’arma del Golden Power a tutela del made in Italy? Ci crediamo poco in Europa-commenta il nostro interlocutore- e comunque è la stessa Europa che starebbe preparando protezioni speciali per rendere più difficili e costose le scalate aggressive a suon di miliardi di dollari delle multinazionali cinesi. Troppo tardi certo ma Midea, che sottolineo è a corto di manager e brand e di competenze per condurre con successo trattative internazionali di enorme complessit ha anche riflettuto sulle difficoltà di uno scenario non molto favorevole al business. Una multinazionale per agire rapidamente e con risultati non gradisce ostacoli e condizionamenti di carattere politico. E oltre al Golden Power, sarebbe più temibile l’ eventuale reazione della Unione Europea verso una presenza sempre più aggressiva dei giganti cinesi”.
Tra i tanti segni negativi, brillano invece gli elettrodomestici e i dispositivi smart cioè superefficienti, IoT e connessi. Un’approfondita ricerca di GFK racconta, per la prima volta e in modo esemplare, i motivi e i numeri di questa forte “virata” delle famiglie che è mondiale. Intanto un dato: il 61 per cento degli europei sceglie gli apparecchi che consentono di risparmiare, grazie a controlli in remoto e con sensoristica avanzata, tutto: gas, elettricità, acqua, detersivo, cibo. Era ora. Le vendite della smart home sono salite in valore nei primi sette mesi del 12 per cento sul 2022 e di ben 84,5 per cento sul 2019. A crescere di più sono i grandi elettrodomestici, del 19,2 per cento sullo stesso periodo del 2022 e del 130,1 sul 2019. Ad esempio, le lavatrici smart nel 2019 (gennaio-luglio) pesavano il 2,5% del totale comparto, mentre nel 2023 rappresentano il 25,4% del totale prodotti venduti a valore (è il prodotto con la crescita maggiore di vendite di modelli Smart rispetto al pre-covid). E li chiamavano, i sacerdoti dell ‘hi tech, con sussiego “commodity”…. Bene anche i piccoli elettrodomestici intelligenti e quanto ai più costosi sistemi e hub di controllo della Home Automation e della security, salgono gli acquisti del 12,3 sul 2022 e del 54,6 per cento sul 2019.