-PICCOLA POSTA Come mai Prigozhin si è fidato fino a questo punto di Putin?

-VERSO LA MANOVRA Così Salvini complica il lavoro di Giorgetti sulla legge di Bilancio. --Sul 2 per cento per le spese militari, Schlein ha perso la memoria

29.8.02°. Sofri, V. Valentini, lettere Direttore ilfoglio.it lettura2’

-PICCOLA POSTA Come mai Prigozhin si è fidato fino a questo punto di Putin?

ADRIANO SOFRI 29 AGO 2023

    

Mentre c'è ancora chi dubita della dipartita del capo della Wagner, viene da chiedersi a chi si fosse affidato quest'ultimo per assicurare la propria vita

Ci sono aspetti lugubremente comici nella vicenda mortale di Evgenij Prigozhin. Domenica le autorità russe competenti hanno confermato, sulla base del test del Dna, che fra i dieci morti ammazzati dell’aereo c’era anche lui. Ma tre giorni prima il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, aveva, nello stile toccante che gli è proprio, commemorato i membri della Wagner e personalmente Evgenij Prigozhin e il suo talento affaristico e militare non esente da errori. Non aveva avvertito: “Se il test del Dna confermerà...” eccetera. Mentre fior di spiriti scettici, cui non la si fa, continuavano a dubitare, lui no. Si poteva immaginare del resto che Putin commemorasse, nome e cognome, un suo morto (sic!) col rischio che quello risorgesse in qualche oasi africana a fare cucù? Verum ipsum factum, diceva Vico, che si potrebbe tradurre all’ingrosso come: di niente sei così sicuro come di ciò che hai fatto tu

-VERSO LA MANOVRA Così Salvini complica il lavoro di Giorgetti sulla legge di Bilancio

VALERIO VALENTINI 29 AGO 2023 ilfoglio.it

    

Il ministro dell'Economia predica cautela sui conti e chiede tagli e sacrifici ai colleghi di governo (serve un miliardo di spending review). Perfino su Tim il Tesoro prova a guadagnare tempo. E però il vicepremier leghista insiste con richieste esose: dalle accise alle pensioni, passando per il Ponte sullo Stretto. Qualcosa non va

Ha iniziato e vuole proseguire: che il messaggio arrivi a tutti forte e chiaro. Dopo il Meeting di Rimini, sarà la volta del Forum Ambrosetti. Anche quel palcoscenico Giancarlo Giorgetti vuole sfruttarlo, domenica prossima, per ribadire il concetto: che i soldi, cioè, sono pochi, e le velleità di spesa vanno ridimensionate. Del resto, che quella fosse l’aria, i colleghi di governo lo avevano capito già prima delle vacanze, quando il capo di Via XX Settembre aveva voluto raccomandare a ciascun ministro, nel corso di riunioni bilaterali, di mantenere l’impegno dei tagli al bilancio delle loro strutture, e se possibile corroborarlo. E non è che la risposta fosse stata entusiastica. E si capisce, allora, che non si aspettasse altro che poter cogliere Giorgetti in fallo. E a propiziarlo, questo cortocircuito, non poteva che essere, fatalmente, Matteo Salvini.

--Sul 2 per cento per le spese militari, Schlein ha perso la memoria

29 AGO 2023

    

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Difesa: Schlein, sì al rinvio del 2% per le spese militari come la Germania di Scholz

Al direttore - La segretaria del Pd ha detto di essere d’accordo con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che ha posticipato al 2028 l’obiettivo del 2 per cento del pil per l’aumento delle spese militari. Se non sbaglio, è esattamente ciò che ha deciso il governo Draghi dopo una (estenuante) trattativa, in particolare con il M5s. Ma lasciamo stare. Il punto è un altro. Può un grande partito che aspira alla guida del paese mescolarsi con la pietanza del “no alle armi” condita da giganti del pensiero pacifista come Michele Santoro, Luigi de Magistris, Giuseppe Conte? La verità è che, quando scarseggiano le idee, abbondano i richiami ai valori. Purtroppo, come diceva Leo Longanesi, “qui si vive alla giornata, tra l’acqua santa e l’acqua minerale”.

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