Salvate il soldato Guido (Crosetto), accusato fuori luogo. Vannacci al contrario: la verità sul golpe editoriale estivo
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Il Generale non è un improvvisato autore di bestseller ma uno degli autori di un gruppo di costituenti neocon nazionale. Il volume di Vannacci non è solo un caso mediatico
23.8.2023 Claudia Fusani ilriformista.it lettura4’
diversi indizi indicano come possa essere un vero e proprio programma politico neocon, contro i Crosetto che sono nella squadra di governo.
Un tentativo di “golpe” estivo in chiave neoconservatrice. Ecco a cosa assomiglia sempre di più “Il mondo al contrario”, il libro autoprodotto dal generale Vannacci via via che la politica s’impossessa del dibattito. Via via cioè che diventa evidente come il ministro Crosetto sia accusato fuori luogo visto che “l’inchiesta sommaria” (che è quella in corso) è un atto dovuto quando un generale in servizio prende posizioni così politicamente impegnative e pubbliche (basta leggere il Testo unico dell’ordinamento militare).
A una settimana dall’uscita si capisce che Salvini fa l’occhialino a Vannacci con l’unico scopo di ingraziarsi quella parte della destra che dopo un anno di governo non si riconosce più nella linea liberal-conservatrice della premier. La stessa di Crosetto e Giorgetti.
La destra sociale di Alemanno e Storace, per intendersi, che cerca di rivestirsi con i panni dei neocon in cerca di casa e leader. Non è un mistero per nessuno che le elezioni europee decideranno ben più dei destini dell’Europa. Il 2024 sarà l’anno delle elezioni Usa e alcuni candidati di destra sono ancora più conservatori di Trump. La sinistra deve farsi qualche domanda e darsi risposte urgenti. Chi sta al centro ha responsabilità enormi.
In questa grande partita, c’è la piccola partita del destracentro italiano: Meloni è ancora molto alta nei sondaggi e la sfida tra Salvini e Tajani è per chi arriverà secondo. Perchè il terzo sarà fuori dai giochi. Il segretario di Forza Italia faccia un supplemento di riflessione su questo. Il libro di Vannacci si colloca esattamente in questa dinamica.
Gli indizi sono talmente gravi, precisi e concordanti da costituire – scriverebbe un giudice – la certezza dell’esistenza del fatto. Ma arriveranno presto anche le prove che “Il mondo al contrario” non è un pamphlet scritto da un generale messo nell’angolo dai comandi dell’esercito e desideroso di far sapere qual è la sua visione della società, della politica, delle scelte locali e globali su ambiente, energia, multiculturalismo, tasse, sicurezza, emergenza abitativa, urbanistica, difesa, famiglia, sessualità e perfino animalismo (sono questi i capitoli in cui sono suddivise le 355 pagine del volume disponibile solo nel formato cartaceo).
Il libro è distribuito per ora da Amazon ma il generale Vannacci è già stato contattato dalla casa editrice il Cerchio in modo che non ci sia pericolo che Amazon lo censuri. Lui ci sta pensando, in modo che questo dibattito si prolunghi il più possibile. In piena campagna elettorale per le Europee, magari. Dopo una attenta lettura, appare in tutto e per tutto il programma di una nuova formazione politica, di un movimento o partito chiaramente teo-con che intende riunire gli scontenti di Fratelli d’Italia, della Lega e di Forza Italia, diventando il nuovo punto di riferimento della destra dopo il “fallimento” del quale potrebbe essere accusata Giorgia Meloni nel ruolo di premier. In prima battuta, si vuole probabilmente sostituire o almeno condizionare i “traditori” che la sostengono.
Vediamo dunque gli indizi che fanno ritenere che Roberto Vannacci sia non un improvvisato autore di best-seller bensì uno degli autori vari di un gruppo di costituenti neocon nazionale e, forse, il loro portavoce una volta usciti allo scoperto.
Primo indizio. La prosa ha l’incedere argomentativo tipico di alcune firme eccellenti del giornalismo di destra.
Secondo. Lo stile dei capitoli non è omogeneo, la sensazione è che a compilarli sia stato un collettivo di giornalisti-scrittori a ciascuno dei quali è stato affidato un tema.
Terzo. Le citazioni riguardano quasi sempre fatti accaduti negli ultimi mesi, settimane e addirittura giorni, compresi i danni provocati dal maltempo, a conferma che l’idea del pamphlet-programma sia nata ad inizio estate inoltrata e che il lavoro sia stato portato rapidamente a termine, senza nemmeno il tempo di una revisione editoriale più attenta. Peraltro, l’esposizione di vicende di cronaca a sostegno delle proprie tesi è un normale espediente degli editorialisti dei quotidiani.
Quarto. La decisione di mettere il libro in vendita a cavallo di Ferragosto per poi spingerlo mediaticamente proprio mentre la politica si prende una pausa, fa intendere la volontà di ottenere il massimo della visibilità. Con scaltrezza, il compito di dare la notizia per primi del successo ottenuto in pochi giorni su Amazon da “Il mondo al contrario” è stato demandato a testate che non fanno riferimento al destracentro di governo: hanno gridato allo scandalo per un paio di passaggi nell’ambito dei diritti civili che, oggettivamente, fanno accapponare la pelle ma non sono certo quelli politicamente più pericolosi. Inquietanti sono i passaggi sulla “democrazia che non riesce a dare risposte concrete”. E della simpatia per la Russia di Putin.
Il sesto indizio è più politico. Alcune considerazioni che Vannacci fa proprie sono farina della destra sociale e riguardano problematiche lontanissime dalla sua esperienza personale e lavorativa. Un esempio per tutti (se ne potrebbero fare a decine): “Le case green nelle città sono possibili, ma non ristrutturando gli obbrobriosi edifici dei palazzinari degli anni ’70, bensì abbattendoli e costruendone nuovi con i criteri, gli impianti e i servizi adeguati al moderno urbanesimo”.
L’indizio più rilevante è in chiaro: quasi un outing. È la frase che chiude il libro: “Grazie a tutti quelli che prenderanno spunto da questi miei bislacchi pensieri e si cimenteranno insieme nel titanico sforzo di raddrizzarlo, questo mondo sottosopra, fissandolo bene con zeppe, tiranti e picchetti affinché sia molto più tenace e resistente a contrastare i continui tentativi delle minoranze che lo preferiscono a testa in giù”.
A firmare la esplicita chiamata alle armi è il generale Vannacci, ma a ispirarla (o a vergarla) sembrano piuttosto quelli che dovrebbero, con lui, “cimentarsi nel titanico sforzo di raddrizzare il mondo sottosopra”. Un programma politico. Contro i Crosetto che sono nella squadra di governo.
Piccola nota a margine: Vannacci mi cita due volte come esempio di “radical chic progressista”. Rappresentante del pensiero unico. Stia sereno, generale: fiera di essere dalla parte opposta alla sua. Di cui è un impacciato frontman inconsapevole.
Claudia Fusani