Alemanno che gioca a fare l'estremo di destra e la storia che si ripete (spesso in farsa)

Per mettere in campo in vista della europee la sua alternativa di estrema destra a Fratelli d’Italia e a Giorgia Meloni

Storia di Fabrizio Cicchitto 21.8.2023 huffpost.it lettura2’

Sia pure per grandi linee, talora la storia si ripete. Adesso Alemanno coglie al volo l’occasione offerta dai provvedimenti disciplinari nei confronti del generale Vannacci per mettere in campo in vista della europee la sua alternativa di estrema destra a Fratelli d’Italia e a Giorgia Meloni. Oltre alla convergenza col generale su gay, e difesa della razza, è significativo che Alemanno riproponga anche il peggio dell’originaria piattaforma internazionale della Destra sociale missina: l’anti-americanismo adesso aggiornato con quel putinismo che ha costituito il filo nero che nei recente passato ha legato tutta l’estrema destra europea, dai tedeschi dell’AFD alla Le Pen alla greca Alba Dorata, a Salvini, alla penultima versione di Giorgia Meloni.

 

Perché diciamo che la storia, mutatis mutandis, si ripete? Perché nel 1996, in un quadro diverso perché allora l’uomo da abbattere era Berlusconi e il regista del tutto era Massimo D’Alema, fu Rauti a fare una mini-scissione di destra rispetto ad Alleanza Nazionale. Rispetto ad allora Alemanno aggiunge una bordata anti Usa che si salda con analoghe posizioni assunte dal M5S e dal Fatto. Ciò detto, rispetto a parallelismi più recenti, vale la pena cogliere l’occasione per fare davvero un passo indietro nella storia italiana. Del resto, molto meritoriamente, Antonio Padellaro ha ricordato i colloqui riservati fra Almirante e Berlinguer: di che parlavano i due leader ? Da un lato dei NAR, di Terza posizione, di un pezzo dei servizi, e di Pino Rauti protagonista di una partita assai ambigua, dall’altro lato di Prima Linea, delle Br, dei cani sciolti alla Barbone ( il truce assassino di Walter Tobagi pentitosi una ora dopo al suo arresto, insieme alla sua fidanzata) e delle organizzazioni palestinesi ostili ad Arafat che rifornivano di armi le Br, aggirando così il Lodo Moro, e lo facevano su indicazione del KGB. Su questo terreno i rapporti fra Berlinguer e Almirante erano così seri che quando il segretario del Pci morì, Almirante si recò ai suoi funerali venendo ricevuto da Giancarlo Pajetta e quando morì Almirante ai suoi funerali si recò una delegazione del Pci. Allora, i dirigenti del Pci, diversamente dai fringuelli del Pd, erano persone molto serie che prescindevano dalle mode: se una delegazione del Pci si recava a quei funerali lo faceva sapendo bene che oltre all’Almirante del 1938-43, ce ne era un altro, abbastanza successivo che aveva costruito un muro a destra nei confronti di Ordine Nuovo, NAR, Terza Posizione e rispetto al gioco estremamente ambiguo di Pino Rauti che aveva fatto da sponda a posizioni borderline col terrorismo e insieme aveva cavalcato la versione più velleitaria della destra sociale che puntava addirittura ad ottenere il consenso dei Comunisti delusi per la deriva socialdemocratica del Pci, cavalcando l’anti-capitalismo e l’anti-americanismo.

Ne vedremo certamente delle belle anche perché nello sfondo stiamo parlando di posizioni nelle quali si è pericolosamente miscelato tutto è il contrario di tutto.

Ciò ha riguardato l’estrema destra ma anche l’estrema sinistra sfociata nel terrorismo. A quest’ultimo proposito basti pensare che Valerio Morucci e Adriana Faranda scissionisti dalle Br perché in dissenso sull’assassinio di Aldo Moro, si rifugiarono a casa di Giovanna Conforto, figlia della più significativa e storica spia del kgb in Italia, vale a dire quel Giorgio Conforto che fu presente all’arresto dei due terroristi e poi ovviamente lasciato scivolare via dalla vicenda.

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