L'ANNUNCIO Cottarelli: "Pd di Schlein troppo a sinistra. Mi dimetto da senatore". Verso la candidatura a Bruxelles

L'economista della Cattolica ha annunciato le dimissioni dicendo di "sentirsi a disagio su diversi temi" dopo l'elezione della nuova segretaria. Possibile una corsa alle europee come capolista di Più Europa

REDAZIONE 08 MAG 2023 ilfoglio.it lettura2’

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Dopo averlo ventilato per settimane, alla fine lo ha confermato lui stesso. Carlo Cottarelli si dimetterà da senatore. E le ragioni le ha spiegate in una serie di interventi tra tv e giornali in cui chiarisce il passo indietro. Se domenica sera ospite di Che tempo che fa aveva parlato del nuovo incarico come direttore del programma per l’educazione alle scienze sociali ed economiche dell'Università Cattolica, in una lettera a Repubblica e in un'intervista al Corriere ha aggiunto un elemento importante. "E' innegabile (basta vedere la composizione della nuova segreteria) che l'elezione di Elly Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo", scrive sul quotidiano di largo Fochetti. "Ho grande stima di Elly Schlein e non credo sbagli a spostare il Pd verso sinistra. La scelta alle primarie è stata netta e i sondaggi la premiano. Un Pd più a sinistra può trasmettere un messaggio più chiaro agli elettori, cosa essenziale per un partito politico. Ciò detto, mi trovo ora a disagio su diversi temi". Ed è nell'intervista al Corriere che spiega meglio quali sono i punti su cui ha capito che una convergenza con la linea Schlein non è possibile: "Il tema dell’energia nucleare, il termovalorizzatore, il freno al superbonus, anche l’utero in affitto o alcuni aspetti del Jobs act".

L'uscita dal Pd non gli avrebbe fatto perdere lo scranno parlamentare, ma come ha spiegato lo stesso Cottarelli, eletto lo scorso settembre da indipendente ma nelle liste dem, "non è giusto cambiare partito". Fatto sta che secondo alcuni, al di là dell'incarico alla Cattolica, "a titolo gratuito", ci tiene a ribadire lui, l'impegno politico potrebbe essere stato messo solamente in stand-by. Perché la prospettiva sarebbe quella di vederlo candidato come capolista di Più Europa alle prossime elezioni europee della primavera 2024. Magari in una delle maxi circoscrizioni settentrionali.

Del resto, che possa transitare verso un percorso liberal riformatore lo si è capito anche dalle parole del leader di Azione Carlo Calenda: "Non capisco perché si sia candidato con il Pd e non con noi". Ma anche da quelle di Matteo Renzi, secondo cui "il Pd di Elly Schlein perde pezzi. Dopo Marcucci, Fioroni, Chinnici, Borghi oggi è il turno di Cottarelli. Queste scelte non sono una sorpresa. Io dico che è solo l'inizio. Diamo tempo al tempo e il quadro politico di questo Paese cambierà profondamente".

Commenti   

#1 walter 2023-05-08 12:45
La svolta a sinistra della segretaria. L’uscita di Cottarelli e il campanello di allarme per Schlein: il rischio di un Pd a «vocazione minoritaria»
L’ex commissario alla Spending review lascia il Senato e avverte: «È innegabile che l’elezione di Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberademcoratiche in cui credo». Prima di lui Fioroni, Chinnici, Borghi: è una slavina?
I punti chiave
L’uscita con stile di Cottarelli: vado nelle scuole a spiegare la politica e l’economia
Il j’accuse a Schlein: ora Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche
Fioroni, Chinnici, Marcucci, Borghi: è davvero una fuga?
Il campanello d’allarme per Schlein e il rischio della «vocazione minoritaria»
Il campanello d’allarme per Schlein e il rischio della «vocazione minoritaria»
C’è ancora posto per i riformisti e i cattolici nel Pd fondato da Walter Veltroni ormai 15 anni fa proprio sul presupposto dell’incontro di culture diverse? O la segretaria ha già fatto la sua scelta definitiva al fianco della Cgil di Maurizio Landini e al M5s di Giuseppe Conte sui temi del lavoro, e non solo? Chiaro che il Pd di Schlein si è posto per ora l’obiettivo di recuperare terreno a sinistra, anche a scapito del M5s, ma dietro il disagio dei riformisti e dei cattolici in fuga potrebbe esserci anche il disagio di una parte degli elettori tradizionali del Pd. Per questo, al di là delle scelte di singole personalità, i segnali in questa direzione non dovrebbero essere sottovalutati a Largo del Nazareno: il rischio è quello di condannare il Pd alla “vocazione minoritaria” e perdere così di vista la costruzione dell’alternativa per tornare al governo.
8.5.2023 di Emilia Patta ilsole24ore.it

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