SLOGAN MISTIFICATORI Cosa c'è di ridicolo nell'indignazione contro l'edilizia verde europea
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- Caso Eni-Nigeria: imputati assolti, magistrati alla sbarra. I procuratori De Pasquale e Spadaro rinviati a giudizio…
OSCAR GIANNINO, Redazione 19 GEN 2023 ilfoglio.it lettura2’
SLOGAN MISTIFICATORI Cosa c'è di ridicolo nell'indignazione contro l'edilizia verde europea
La destra italiana e le associazioni della proprietà immobiliare fingono che la direttiva arrivi dal Parlamento europeo, mentre se ne parla da anni. Perché le urla sul miglioramento energetico sono infondate
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"La casa delle famiglie italiane è sacra”, “no con tutte le forze all’attacco che l’Europa porta agli italiani”, “Bruxelles vuole imporci la patrimoniale, giù le mani dalle nostre case”. Nelle due ultime settimane la destra italiana e le associazioni della proprietà immobiliare scandiscono a gote piene slogan mistificatori patriottard-nazionalistici mistificatori. L’atto barbarico da sventare sarebbe la direttiva comunitaria sul miglioramento energetico del patrimonio immobiliare.
Senonché le urla sono del tutto infondate per tre ragioni.
Si finge di scoprire la questione ora che la direttiva arriva al Parlamento europeo, mentre se ne discute da anni. L’Italia ha sperperato un Perù in bonus edilizi in questi anni, non mirati bene come avveniva altrove. Infine, se si legge la direttiva, essa non dice affatto ciò che si strepita in Italia.
Il dibattito europeo sul contenimento delle emissioni climalteranti del patrimonio immobiliare vetusto inizia addirittura 13 anni fa, non c’era bisogno di aspettare il pazzo terrorista Putin. Solo che la politica italiana ha preferito far finta di niente. Malgrado che tra i suoi 12 milioni di unità immobiliari ben il 73,7 per cento si collochi nelle tre fasce più basse di prestazione energetica, cioè la E, la F e la G, e che solo il 26 per cento sia nelle classi dalla A alla D.
- Caso Eni-Nigeria: imputati assolti, magistrati alla sbarra
REDAZIONE ilfoglio 18 GEN 2023
I procuratori De Pasquale e Spadaro rinviati a giudizio dal gup di Brescia con l’accusa di rifiuto di atti d’ufficio. La vergogna di un processo che non doveva neanche iniziare
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Gli imputati tutti assolti e i magistrati dell’accusa alla sbarra. Il procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e il suo collega Sergio Spadaro, pm autori della famigerata inchiesta Eni-Nigeria, sono stati rinviati a giudizio dal gup di Brescia con l’accusa di rifiuto di atti d’ufficio, e cioè per aver “volontariamente” occultato – ovvero non depositato – importanti prove a favore degli imputati nel processo per la presunta corruzione internazionale italo-nigeriana. I due pm, secondo ciò che è emerso dalle indagini, non hanno messo a disposizione delle difese – come era loro dovere morale e legale – diverse prove sulla non attendibilità dell’imputato e superteste Vincenzo Armanna, prove che erano state raccolte dal pm Paolo Storari nell’ambito di altre indagini sempre sul caso Eni e segnalate ai propri colleghi. Si trattava di chat e video che mostravano i tentativi di Armanna di pilotare e indottrinare i testimoni contro l’Eni e i propositi ritorsivi di Armanna contro la società che l’aveva licenziato.