LA MIGLIORE NOTIZIA PER MELONI-SALVINI-BERLUSCONI: CALENDA ROMPE L'ALLEANZA CON LETTA –

L'ANNUNCIO DA LUCIA ANNUNZIATA - IL CHURCHILL DEI PARIOLI SFANCULA L'AMMUCCHIATA PD-VERDI-SINISTRA E DI MAIO –

7-8-22022 dagospia.com lettura2’

"DECISIONE SOFFERTA. L'HO COMUNICATA POCO FA A DARIO FRANCESCHINI. LA SUA REAZIONE? ERA DISPIACIUTO" - L'ULTIMA PROPOSTA A LETTA - LA BONINO RIBADISCE INVECE IL SOSTEGNO AL PATTO CON IL PD...

Valentina Santarpia per corriere.it

Un Calenda strepitosamente pensoso e silenzioso: così anticipa Lucia Annunziata il no di Calenda all’alleanza con il Pd di Letta e il cartello elettorale messo su negli ultimi giorni. «Una delle decisioni più sofferte prese da quando ho iniziato a fare politica- dice Calenda, spiegando la sua scelta con un lunghissimo preambolo durante la trasmissione Mezz’ora in più su Rai Tre.

Non sente un «minimo di coerenza valoriale» e questo lo ha spinto a non andare avanti con l’alleanza. «Ho deciso di fare politica dopo le elezioni quando il Pd aveva avuto la quota più bassa: mi sono iscritto a quel partito convinto che potesse essere l’unico argine contro il populismo di destra. L’ho lasciato poi perché lo Stato del Paese, così tragico, non solo per questioni economiche, ma anche di abbrutimento, e che in fondo per trent’anni ci avevano diviso in greggi, uno di destra e uno di sinistra, un grande rumore che nona veva prodotto nulla.

Da questa servituù gli italiani non si riuscivano a staccare, questa legislatura ha visto tutto e il contrario di tutto, e poi nel fallimento più assoluto, due punti di rottura: l’incapacità di trovare un nome diverso da Mattarella per la presidente della Repubblica e l’ignominia della caduta di Draghi.

Alla viglia di questa caduta ho intrapreso una trattativa col Pd: penso che l’Italia ha bisogno di un grande partito socialdemocratico, popolare, ho fatto un negoziato con Letta evndo in testa quest’idea, cerchiamo di trovare un’alternativa, abbiamo avuto tanti incarichi di governo, abbiamo la credibilità, finalmente- nell’evento della caduta di Draghi- dimostriamo che c’è un’altra Italia. Man mano che questa negoziazione andava avanti entravano elementi che stonavano: lo spartiacque era non stare con chi aveva provocato la caduta di Draghi. Oggi mi trovo a fianco che hanno votato 54 volte la sfiducia a Draghi più dei 5 Stelle e dall’altro gli ex 5 Stelle che hanno demolito il lavoro fatto al Mise. E allora mi sono un po’ perso, due giorni fa sono andato da Enrico e gli ho detto: tutti questi meccanismi per cui recuperiamo Di Maio, Tabacci, Manlio Di Stefano, gli italiani non la capiranno. Gl i ho detto: rinuncio ai collegi, mi tengo solo il 10%, facciamo solo un’alleanza con me. E’ come se la sinistra avesse paura di non rappresentare la sinistra. Non mi sento a mio agio con questo, non c’è dentro coraggio, bellezza, serietà, onore a fare politica così. Pertanto ho comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza. Non intendo perché credo sia contrario a tutto quello che ho promesso. Ci ho creduto ma così non so cosa spiegare, a Enrico ho detto: perché hai detto di no ai 5 Stelle e dici sì a partiti che hanno votato 56 volte la sfiducia a Draghi e hanno un terzo dei loro consensi? Le reazioni? Franceschini «dispiaciuto»; Letta «sapeva».

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