L'ULTIMO CENTRO La cultura della mediazione, la scuola di politica, l'autoironia. Perché il ritorno della Dc resta impossibile
- Dettagli
- Categoria: Italia
2--Siamo il paese dei balocchi. Ma la colpa è della politica, non nostra. Invece di sottolineare i difetti nazionali, cercarne le ragioni
FRANCESCO CUNDARI 30 LUG 2022
1-Nonostante quella fine improvvisa e ingloriosa, nel pieno di Mani pulite e della “rivoluzione maggioritaria”, la lunga ombra della Democrazia Cristiana ha continuato a dominare la scena. Ma sebbene evocata quotidianamente, paventata e desiderata, la Balena bianca non tornerà
Di tutte le nevrosi che hanno caratterizzato la politica italiana negli ultimi trent’anni, oggi possiamo dirlo, l’ossessione per la Democrazia cristiana e per il suo sempre imminente ritorno è stata senza dubbio la più infondata. Pur non riuscendo a incarnarsi, tuttavia, il fantasma della Balena bianca non ci ha mai abbandonato. Non c’è stato giorno in cui non sia stata invocata, per richiamarla in vita o per esorcizzarla, per indicarla come modello o per additarla al pubblico ludibrio, da ogni genere di veggente, praticamente sin dal giorno del suo scioglimento, nel gennaio del 1994, fiaccata dai referendum elettorali e dalla tempesta giudiziaria degli anni precedenti. Eppure, nonostante quella fine improvvisa e ingloriosa, nel pieno di Mani pulite e della “rivoluzione maggioritaria”, la lunga ombra della Dc ha continuato a dominare la scena. Amici e avversari, estimatori e sprezzatori dello Scudo crociato non hanno praticamente parlato d’altro.
2--Siamo il paese dei balocchi. Ma la colpa è della politica, non nostra
GIOVANNI BELARDELLI 30 LUG 2022 ilfoglio.it
Contro l'insulto costante verso l'Italia e chi la vive. Bisognerebbe, invece di sottolineare i difetti nazionali, cercarne le ragioni
Commentando a caldo la caduta del governo Draghi, in molti – sulla stampa, sui social, immagino anche nelle conversazioni tra amici (sperando non siano state inghiottite dai suddetti social) – hanno osservato che il presidente del Consiglio dimissionario “non c’entra nulla con questo paese”, “un paese dei balocchi in cui ognuno pensa di essere una vittima, di meritare un risarcimento” e via elencando i caratteri dell’antropologia (negativa) degli italiani. Le frasi poste tra virgolette si devono a Mattia Feltri sull’HuffPost, ma altri ne hanno scritte di analoghe; in tanti le hanno (le abbiamo) condivise poiché colgono in effetti dei sentimenti diffusi di delusione e di amarezza. Si tratta di una reazione del tutto comprensibile, dinanzi alla fine del governo Draghi e al downgrading internazionale dell’Italia che ne deriva; e dinanzi all’immediato ritorno dell’abituale teatrino della politica: i mille euro di pensione minima, il milione di alberi, il riscatto gratuito della laurea, la flat tax e siamo solo all’inizio (qualcuno dirà che questa è la democrazia, che vive del consenso elettorale, ma non scherziamo: non tutte le democrazie, e non tutti i consensi, sono uguali). Si tratta, dicevo, di una reazione comprensibile; che tuttavia dovremmo cercare di evitare.