Marcato, il bulldog della Liga veneta: “Contrario alle espulsioni, ma la stagione delle purghe era ben altra”

“Aspettiamo i congressi, ora la base è senza voce”, dice l'assessore regionale, fedelissimo di Zaia eppure vicino anche a Salvini. “Amministrative? I dissidi ci sono stati, ma una volta deciso basta polemiche”

FRANCESCO GOTTARDI 18 FEB 2022 ilfoglio.it

Li ha visti saltare a uno a uno. Prima Marcello Bano, “l’uomo che ha sconfitto il Pd nel suo feudo”. Poi gli altri: “Impossibile immaginare la Liga senza Pettenà a Treviso”. È lui a chiamarli così, quei militanti epurati ora difesi a spada tratta anche da Zaia. “Io ho sempre votato contro l’espulsione”, dice al Foglio Roberto Marcato. “Non perché ritenga giusto polemizzare in quel modo sui giornali, che non fa bene al movimento. Ma la contingenza non può vanificare trent’anni di politica attiva in Veneto”. Dove Marcato è campione di preferenze e assessore allo Sviluppo economico. Tiratore scelto del governatore eppure capace di mantenere un canale sincero con Salvini. Anche oggi. “Matteo è d’accordo con noi, eh”. Su cosa? “Lo stato di emergenza terminerà il 31 marzo. Dal giorno dopo ripartiranno i congressi di sezione”, l’ossigeno dialettico venuto a mancare nel Carroccio. “Senza segreterie, riunioni, incontri con referenti e parlamentari, si perdono le sedi del confronto diretto. Si accumulano tensioni. E visto che siamo gente schietta e passionale, in alcuni casi queste scoppiano. Ma vanno gestite. Richiamare all’ordine non vuol dire reprimere uomini simbolo. Altrimenti chi lo spiega agli elettori?”

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata