Il fronte dei sindaci contro il governo. "Pronti alla piazza per le periferie"
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I fondi del bando bloccati dal Milleproroghe. "L'illegittimità è una scusa, il problema è politico". Parla il presidente dell'Anci Decaro
di Gregorio Sorgi 21 Settembre 2018 www.ilfoglio.it
“Ma quale incostituzionalità, la questione tecnica era risolvibile in mezz'ora. Il vero problema è politico”. Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci, respinge la versione del governo secondo cui il bando periferie da 1,6 miliardi è stato bloccato perché dichiarato illegittimo dalla Consulta. La Corte costituzionale aveva contestato la mancata intesa tra governo e amministrazioni locali nel maxi fondo avviato dalla manovra del 2017 (36 miliardi fino al 2033), di cui il bando periferie fa parte. “Conte ci ha detto che avrebbe risolto questo problema tecnico e avrebbe inserito il bando periferie nel decreto Sicurezza – spiega Decaro – ma il premier si è rimangiato la parola, e sono stato costretto a rompere i rapporti col governo a malincuore e su richiesta dei sindaci. Loro volevano scendere in piazza, ma io li ho frenati”.
Oltre all'incostituzionalità, quali sono le altre ragioni per cui il governo ha detto no al bando periferie? Decaro dice che “le versioni sono molte. Alcuni dicono che i fondi sono delle mance, altri sostengono che i progetti non sono validi. Però tutte le iniziative sono state autorizzate da una commissione, il governo dovrebbe leggersi le carte”.
Il viceministro dell'Economia della Lega Massimo Garavaglia aveva assicurato che “c'è la disponibilità a risolvere la questione, servono i tempi tecnici. Il resto è solo polemica politica”. Una spiegazione che non convince il presidente dell'Anci. “Non servono i tempi tecnici. C'era un'intesa con Giuseppe Conte per inserire il bando periferie nel decreto Sicurezza, e semmai modificare i dettagli prima dei sessanta giorni necessari per l'approvazione parlamentare”. Nelle bozze che circolano del decreto Sicurezza non è inclusa la misura e questo creerà molti problemi per i sindaci. “Da ieri i fondi dei comuni sono tutti bloccati, la Ragioneria generale non autorizza più le spese previste dal bando per le periferie. Questo darà vita a molti contenziosi tra i comuni e i fornitori che si occupano dei progetti. L'aspetto più grave della questione è che noi sindaci avevamo già stipulato degli accordi con chi doveva realizzare le opere. Adesso dovremmo stracciare i contratti e questo creerà un precedente pericoloso. Il governo si sentirà legittimato a rompere gli accordi con i comuni anche in futuro”. Anche se l'esecutivo decidesse di integrare il fondo per le periferie nella conversione in Parlamento del decreto Sicurezza, “sarebbe comunque insufficiente per noi. Non possiamo aspettare sessanta giorni”.
La Lega ha proposto un'esenzione dai vincoli di bilancio per i “comuni virtuosi”, ovvero quelli che hanno i conti in attivo. “Ma un sindaco che non spende non è virtuoso – spiega Decaro – perché i soldi servono ai cittadini. L'avanzo di bilancio appartiene ai comuni e non al governo”. Poi, “i comuni con un avanzo di bilancio sono solo 15 in tutto il paese, cosa farebbero tutti gli altri?”.
Decaro assicura che “c'è qualcuno dell'Anci che in questi giorni tiene un filo diretto con il governo” e spera che l'esecutivo “riproponga la nostra intesa in Conferenza unificata”. Ma se il premier non dovesse cambiare idea “siamo pronti alla mobilitazione”. Se queste manifestazioni avverranno a Roma o nei comuni, Decaro lo deciderà d'intesa con i sindaci.