Cos'è il referendum propositivo annunciato da Fraccaro
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L'M5s insiste sul fatto che le iniziative popolari debbano essere discusse obbligatoriamente in parlamento e propone l'abolizione del quorum. Cosa dice la Costituzione in merito e quali sono le eccezioni.
5.7.2018 www.lettera43.it
«Nel contratto di Governo abbiamo obiettivi ambiziosi: il primo è quello di introdurre il referendum propositivo. Lo faremo a partire già da quest’anno con un dibattito parlamentare che inizia dalle commissioni e veda il Parlamento come centrale. Una rivoluzione». Lo ha annunciato Riccardo Fraccaro, Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, intervenendo alla presentazione in Campidoglio del “Global Forum on Modern Direct Democracy 2018” con la sindaca di Roma Virginia Raggi. E ha spiegato: «C'è la volontà di fare in modo che le iniziative popolari siano discusse obbligatoriamente in parlamento. Renderemo effettivo ed efficace il referendum abrogativo, abolendo il quorum».
Cosa dice oggi la Costituzione
Secondo l'articolo 75 della Costituzione i cittadini ad oggi possono esprimere parere negativo, ovvero formalizzare la volontà di abrogare una legge, o una parte di essa, già presente nell’ordinamento quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Per questo, il referendum abrogativo viene comunemente annoverato tra le fonti di legge.
IL PROBLEMA DEL QUORUM. L'istituto prevede un quorum del 50% degli aventi diritto al voto affinché la votazione sia considerata valida. Un tassello che Luigi Di Maio, vicepremeier e ministro di Lavoro e Sviluppo Economico nonché capo politico del Movimento 5 stelle di cui Fraccaro fa parte, vorrebbe eliminare con la motivazione che nella storia della Repubblica italiana si contano oltre 70 referendum abrogativi convocati, buona parte dei quali falliti proprio per via del mancato raggiungimento del quorum.
I precedenti del referendum propositivo
In Italia, il referendum propositivo esiste già, ma soltanto in due delle cinque regioni a statuto speciale; ossia, Valle d’Aosta e Trentino. Ma era uno dei punti della riforma costituzionale promossa dal Governo Renzi che per altro prevedeva anche l'abbassamento del quorum al 50% dei votanti alle ultime elezioni della Camera. In ogni caso quella riforma costituzionale non passò.
La proposta di abolire il quorum
Secondo quanto affermato da Di Maio in altre occasioni «togliere il quorum al referendum è uno strumento indispensabile per i cittadini, per cui quando volete cambiare le cose in Italia non dovete andare per forza a pregare un politico». Potete farlo da soli col vostro voto». Una riforma di questo tipo, in ogni caso, necessiterebbe di una modifica della Costituzione, con conseguente referendum confermativo se approvata con meno dei due terzi dei voti parlamentari (e ricordiamo che per i referendum costituzionali, in ogni caso, il quorum non è richiesto).
Non tutte le leggi possono essere abrogate tramite il referendum: ci sono infatti alcune materie che sono sottratte come «le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali». Inoltre non è possibile abrogare con il referendum le disposizioni costituzionali, perché sono gerarchicamente superiori alla legge ordinaria e quindi abrogabili solo attraverso il procedimento previsto dall’art. 138 della Costituzione.
ECCEZIONI AI REFERENDUM. La Corte Costituzionale, che deve pronunciarsi sulla legittimità costituzionale del referendum, ha poi esteso l’elenco ritenendo inammissibili referendum che non abbiano oggetto unitario o il cui esito positivo paralizzerebbe l’attività di un organo costituzionale, determinando un vuoto legislativo. Così non sarebbe possibile abrogare con un referendum l’adesione dell’Italia all’Euro o l’appartenenza alla Nato.