Pensioni, Di Maio cerca soldi per cancellare Fornero

Il vicepremier e biministro vorrebbe eliminare la riforma del governo Monti a partire dal ritorno dalle ferie estive. Si punta su quota 100, ma si discute ancora sulle risorse necessarie. Per Brambilla (tecnico di estrazione Lega), bisogna cancellare l'Ape sociale e mettere gli esuberi a carico delle aziende

di redazione Roma, 4.6.208 www,italiaoggi.it

“Idea gialloverde: Gli esuberi siano a carico delle aziende”. Neanche il tempo di partire e già la questione delle pensioni e della cancellazione della legge Fornero agita i sonni del vicepremier e biministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Sembra infatti che riformare la Forneso sia meno facile di quello che si pensa. Secondo Federico Capurso e Roberto Giovannini del quoridiano la Stampa, infatti, sulla scrivania di Di Maio è pronto a materializzarsi il dossie più ingomvrante: "Di Maio troverà la questione pensioni e l’impegnativa promessa di superare la legge Fornero, messa nero su bianco nel contratto di governo gialloverde. Una sfida, questa, che si sta rivelando più complessa del previsto", scrive la Stampa." Di Maio vorrebbe dare alla luce il provvedimento al rientro dalle ferie estive, per inserirlo nella manovra di bilancio", prosegue l'articolo. "Cuore di questo lavoro è l’introduzione della quota 100 e dei 41 anni di contributi per ottenere la pensione, con l’ipotesi di ricorrere ai fondi di solidarietà. In breve, la quota 100 si raggiunge con la somma di 36 anni di contributi e almeno 64 anni di anzianità. Se invece si hanno 41 anni di contributi versati, la soglia minima di età per andare in pensione non viene considerata. Tutto questo, come da contratto, verrebbe portato avanti tenuto conto dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti. Il riferimento è all’Ape sociale, che permette di andare in pensione a 63o addirittura a 62 anni, e che quindi non dovrebbe essere toccata. Qui, però, sorge un primo problema, perché l’estensore del capitolo pensioni del programma gialloverde di governo, il professor Alberto Brambilla, è molto chiaro: Per trovare le coperture necessarie alla quota 100 e ai 41 anni di contributi, l’Ape sociale andrebbe eliminata e, con essa, il concetto di lavori gravosi, che non esiste in natura. Poi, è evidente, deciderà Di Maio". Per il leader del M5S il nodo è anche politico: come si fa a dire a 15 categorie di lavoratori che dovranno andare in pensione uno o due anni più tardi, peggiorando la loro condizione rispetto al passato governo Pd?". Insomma, i problemi si affollano e Brambilla, per risolverne qualcuno punta a spostare dalle casse dello Stato a quelle delle imprese l’onere da sborsare per mandare in pensione prima del tempo i propri dipendenti. L’esempio classico, e in funzione da anni, è quello utilizzato nel settore bancario per gestire i dipendenti in eccesso; secondo Brambilla, bisognerebbe estendere ad altri settori lo stesso meccanismo". La Stampa aggiunge: "Sorge il secondo problema del leader del Movimento 5 Stelle: dove trovare le coperture finanziarie necessarie. Già, perché quelle indicate dal contratto, pari a cinque miliardi l’anno, sono state calcolate proprio dal professor Brambilla. L’Inps, invece, per la stessa operazione stima una spesa che si aggirerebbe intorno ai 15 miliardi. Di Maio spiega: Vogliamo far tante cose, dal reddito di cittadinanza all’abolizione della legge Fornero e i soldi per far questi provvedimenti li prenderemo andando ai tavoli europei. Ce li prenderemo lì perché abbiamo gli uomini per essere trattati alla pari con gli altri paesi europe", scommette Di Maio. "Ma è una scommessa di cui sono incerti i tempi e l’esito".

Commenti

Castro. Attenzione perché spostare da una parte alla industria si creano nuove difficoltà e a un settore che se non ci fosse ci onsegnerebbe alla povertà e altro che sovranità !

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