Programmi in deficit della coppia di vincitori italiani

Da Trump al tandem Di Maio e Salvini, gli economisti avvertono: “La crisi del debito è all’orizzonte

30.3.2018

Scrive oggi Capone sul Foglio: “Sistemare i nostri problemi fiscali è molto più facile ora di quanto lo sarà nel cuore di una crisi. E se non possiamo risolvere i nostri problemi ora, in un momento di pace e prosperità, quando potremo farlo?”. Cinque economisti, tutti affiliati alla Hoover Institution, un think tank storicamente vicino ai repubblicani, in un articolo pubblicato sul Washington Post criticano la politica fiscale espansiva di Donald Trump.

“Se il Congresso agisce ora, può evitare un collasso fiscale continuando a fornire aiuto alle persone che ne hanno bisogno”, scrivono sul WaPo gli economisti della Hoover Institution. Se invece aspetta una crisi, che può arrivare quando sarà molto più costoso indebitarsi, allora “il risultato sarà il caos fiscale ed economico, oltre a tagli dolorosamente incisivi ai programmi su cui la gente fa affidamento”. Questo è l’allarme lanciato negli Stati Uniti.

Ma in Italia il livello di attenzione dovrebbe essere molto più elevato. Intanto perché la nostra economia non è in salute come quella americana, poi perché non ha gli stessi strumenti per gestire una crisi del debito e soprattutto perché ha un debito pubblico molto più elevato, tra i più alti al mondo sia in valore assoluto che in rapporto al pil (oltre il 130 per cento). E anche da noi la congiuntura favorevole è destinata a cambiare presto: l’ombrello della Bce (il Quantitative easing) si chiuderà a settembre, i tassi sono in rialzo e uno choc esterno potrebbe arrivare trovandoci impreparati. Due economisti, Roberto Perotti e Guido Tabellini, hanno detto nei giorni scorsi al Foglio, che “c’è il rischio di far saltare i conti pubblici” e che “prima i mercati ci avvertono e meglio è”. Ma sono voci isolate. Il paese sembra fiducioso nel successo dei programmi in deficit della coppia di vincitori.

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