I mercati se ne impipano di Di Maio e di Salvini
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Mercati finanziari, Trilateral e Bilderberg, hanno capito quello che qui capiremo solo fra un mese o due. E cioè che non esiste alcun governo Di Maio e meno ancora uno Salvini, così come non esiste Babbo Natale
di Giuseppe Turani Uomini&Business 30.3.2018 www.italiaoggi.it
Non raccontiamoci delle storie. I mercati, i temuti mercati, non sono mai stati così tranquilli a proposito dell'Italia. Anzi, proprio se ne fregano. Bilderberg e Trilateral non hanno indetto alcuna riunione straordinaria. Le truppe Nato continuano a dormicchiare nelle loro caserme. Trump ostinatamente ignora Salvini e anche Di Maio, per non parlare di Toninelli e della Taverna. Non doveva succedere il finimondo? Non è successo assolutamente niente.
Esiste una spiegazione per questo non occuparsi dell'Italia in modo così sfacciato? Esiste. Tutti, a cominciare dai mercati, sono convinti che non accadrà niente perché niente può accadere. E per una serie di buone ragioni:
1 - Nessuno ha la maggioranza e quindi nessuno può fare un governo. Solo Di Maio ne ha pronti già tre o quattro, ma perché ha molto tempo libero e vuole andare da Mattarella facendo vedere che ha fatto i compiti. Ingenuamente, pensa che se al Presidente non piace il primo governo, magari apprezzerà il terzo.
Ma poiché non ha alcuna maggioranza, finirà dietro la lavagna, come è giusto.
2 - I programmi. Sono talmente farlocchi e fuori dal mondo che forse non servirà nemmeno un intervento dei mercati per bloccarli. Tutto si fermerà negli uffici della ragioneria generale dello Stato,
3 - Insomma, mercati, Trilateral e Bilderberg, hanno capito quello che qui capiremo solo fra un mese o due. E cioè che non esiste alcun governo Di Maio e meno ancora uno Salvini, così come non esiste Babbo Natale.
4 - E quindi tutti sono convinti che alla fine, al secondo giro di consultazioni, fra un mese e oltre, tutti andranno in fila ordinata da Mattarella e gli diranno semplicemente: «Presidente, siamo dei coglioni. Faccia lei come crede. Poi, quando è comodo, magari l'anno prossimo, se crede, ci rimandi al voto».
Intanto, si spera che Grillo, a furia di leggere Kant e oscuri scritti sull'economia circolare, sia impazzito e abbia tentato di raggiungere New York a nuoto. Si spera che Di Maio sia andato definitivamente in vacanza. E che Salvini, salito di straforo su una ruspa di un contadino bresciano, sia stato preso a cartonate. Gli italiani, con una certa sorpresa, scopriranno che intanto il paese è sempre stato amministrato da Gentiloni, con garbo e gentilezza. I mercati, contenti, gli taglieranno dieci punti di spread.
È una favola? Sì. Quando Di Maio capirà che non sarà mai presidente del Consiglio si piazzerà davanti alle telecamere della 7 e si vedrà la «maratona Di Maio», 90 ore di lamenti e ingiurie al mondo intero. Salvini farà dieci tweet in cui chiederà di andare subito al voto, ma Berlusconi gli spiegherà che non c'è alcuna fretta: lui viene riabilitato a fine 2019, quindi c'è tempo, poi scenderà personalmente in pista e i giochi cambieranno.
Insomma, per almeno un anno e un po' si vivrà come dentro un grande terremoto politico, ma sarà tutto teatro, niente sostanza. Intanto, si spera che qualcuno si ricordi di quella metà di italiani che detestano Di Maio e Salvini.
En marche? O adesso o mai più.