Postelezioni. M5s, che fine hanno fatto gli eletti "scomodi"

Dessì rientra. Come Sarti. Ai gruppi misti di Camera e Senato, in attesa della decisione dei probiviri, Benedetti, Cecconi, Martelli e Buccarella. Insieme con Caiata e Vitiello. L'elenco.

23.3.2018 www.lettera43.it

L'esplosione di rimborsopoli, la moltiplicazione di massoni dormienti, il fiorire di video e post inopportuni con l'aggiunta di qualche bega giudiziaria di alcuni candidati non hanno influito troppo sul risultato elettorale del M5s. Anche grazie alla fermezza con cui il capo politico Luigi Di Maio aveva assicurato di fare "pulizia".

IL PUGNO DURO DI DI MAIO. «Alcuni portavoce hanno violato le nostre regole», scriveva su Facebook Di Maio a margine dell'incontro con l'inviato delle Iene per la verifica dei bonifici, «e non hanno donato tutto quello che avrebbero dovuto. Un tradimento dei nostri principi e della fiducia dei nostri iscritti. Per questo saranno cacciati dal MoVimento e si sono impegnati a rinunciare all'elezione».

Il neo deputato lombardo Stefano Buffagni aveva persino rincarato la dose: «Scacciamo i mercanti dal tempio, i moralizzatori, quelli in conflitto di interessi e che “tengono famiglia”, quelli che usano il nostro sogno solo per scopi personali». Ora a urne chiuse e bocce più ferme è possibile cominciare a stendere un bilancio. E vedere chi è stato "reintegrato" e chi no.

IL TRITACARNE DEL BONIFICO MANCATO. I primi a finire nel tritacarne del mancato bonifico erano stati il marchigiano Andrea Cecconi - che nella sfida dell'uninominale a Pesaro ha sconfitto Marco Minniti - e il piemontese Carlo Martelli (leggi anche: i risultati dei candidati sospesi). I due, che avevano saldato l'ammanco, si sono rimessi al giudizio dei probiviri (Nunzia Catalfo, Paola Carinelli e Riccardo Fraccaro). Annunciando via social l'intenzione di rinunciare all'incarico. «Sono orgoglioso di loro», chiudeva la questione Di Maio.

MARTELLI: «UN ERRORE». Martelli il 22 marzo si è presentato a Palazzo Madama per la registrazione. «Sono in attesa che i probiviri si esprimano, hanno 90 giorni per farlo, per il momento sono iscritto al gruppo misto», ha spiegato ai cronisti. Ricordando il "fattaccio" che lo ha letteralmente travolto, non vuole usare la parola «peccato»: «Così sembra qualcosa di irredimibile». Poi ha ammesso: «Abbiamo fatto un grande errore», ma ciascun caso va analizzato «singolarmente». «Io», ha sottolineato, «ho messo in atto tutte le condotte riparatorie possibili».

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Carlo Martelli.

CECCONI: «CONTRATTO? CARTA IGIENICA». Anche Cecconi è riemerso dal silenzio delle ultime settimane. «Il contratto per dimettermi?», ha spiegato al Corriere della Sera il 23 marzo, «carta igienica», senza alcuna validità legale. Per ora il deputato marchigiano si iscrive al Misto e poi chissà...«Spero che mi riammettano», confessa, «ma non li supplico. Mi manca la comunità, ma non porto rancore» e spera che non gliene portino gli ex colleghi. E se glielo chiedono, assicura, restituirà la somma non versata al fondo per il microcredito.

BENEDETTI E BUCCARELLA AL MISTO. Stessa sorte è toccata a Silvia Benedetti. Il 7 marzo invece a dire la sua in una intervista al Corriere della Sera era stato il salentino Maurizio Buccarella: «Adesso entro in Senato e non voglio iscrivermi in gruppi diversi dal M5s e pertanto verrò assegnato al gruppo misto», aveva spiegato assicurando di voler «continuare il lavoro fin qui fatto in parlamento e sostenere l'azione politica del M5s». La sua sorte come quella dei colleghi non è ancora del tutto scritta.

SARTI SALVA. Graziata invece la riminese Giulia Sarti che dopo essere finita nel caso finti rimborsi e aver accusato l'ex fidanzato Bogdan Tibusche (leggi gli articoli sulla vicenda) si era autosospesa dal M5s. Il 9 marzo però era presente all'incontro dei neo-eletti all'hotel Parco Principi di Roma, segno di un suo ritorno nel gruppo a pieno titolo.

Dessì

È stato reintegrato nel gruppo anche Emanuele Dessì, neo senatore. Il candidato di Latina che ballava in un video con Domenico Spada, si vantava su Facebook di aver «menato un ragazzo rumeno» e viveva in una casa popolare in affitto a 7 euro e mezzo al mese, non è più considerato "scomodo". «Dessì sarà iscritto al gruppo M5s perché nulla osta secondo le informazioni in nostro possesso», ha spiegato il capogruppo a Palazzo Madama Danilo Toninelli incontrando il 19 marzo i neo eletti (meeting al quale Dessì non ha partecipato). «Inoltre il suo comportamento rispetto al canone d'affitto testimonia un atteggiamento positivo visto che ha fatto richiesta di passare da un canone agevolato a uno commerciale, quindi pagherà l'affitto come tutti i cittadini».

LE RASSICURAZIONI DI DI MAIO. Eppure anche nel suo caso Di Maio era stato fermo: «Ho sentito Emanuele Dessì e abbiamo prima di tutto convenuto che è incensurato, non è un impresentabile, ma lui stesso ha convenuto con grande senso di responsabilità che continuare a farsi strumentalizzare per attaccare il M5s non ha senso», aveva detto il capo politico il 3 febbraio scorso, «quindi mi ha dichiarato la sua volontà di fare un passo indietro e ha rinunciato alla sua candidatura e ha rinunciato alla sua eventuale elezione in parlamento».

CAIATA ANCORA OUT. Al misto finisce invece Salvatore Caiata, escluso dal M5s perché indagato a Siena per riciclaggio. Particolare che il candidato non aveva reso noto allo staff. Eppure il presidente del Potenza calcio ha comunque postato orgoglioso un selfie in Transatlantico.

Con lui per ora pure Catello Vitiello, massone dormiente eletto alla Camera a Castellammare di Stabia. Lui aveva già le idee chiare: aveva fatto subito sapere che non era intenzionato a rinunciare. E ora si è accomodato al Misto. Ma dalla sua pagina Facebook ufficiale non ha tolto i richiami al M5s

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