Una bufala di Di Maio che è molto efficace

Ben limitate sono le possibilità che un nome solo, fra quelli indicati, possa mai reggere un dicastero

di Marco Bertoncini, 1.3.2018 www.italiaoggi.it

Inoltrare al presidente della Repubblica la lista dei ministri grillini equivale a inviargli una proposta di schedina del lotto. È come mandare al pontefice un oroscopo. Equivale a recapitare al presidente della Bce riflessioni sui I Tre moschettieri. Politicamente, simili gesti valgono zero. Costituzionalmente, meno di zero. Propagandisticamente, invece

Nulla da dire: il M5s ha ottenuto un effetto pubblicitario mirabolante. Per giorni ha richiamato un'attenzione mediatica che, se non fossimo sotto regime di par condicio, sarebbe correttamente rimasta inconsistente. Centellinando i nomi, Luigi Di Maio ha trascinato l'attesa, centrando l'obiettivo di presentare una squadra composta almeno in parte di estranei, dotati di presunti meriti ottenuti fuori della politica.

È una bufala, perché ben limitate sono le possibilità che un nome solo, fra quelli indicati, possa mai reggere un dicastero. Una bufala, perché al Colle non sanno che farsene della preventiva e, a dir poco, irrituale proposta. Le bufale, però, ottengono successo. Basti dire che la trovata di Silvio Berlusconi d'indicare il capo della coalizione è stata fatta passare come fosse l'elezione popolare del presidente del Consiglio (che, fra parentesi, vanta solo un fugace precedente in quel d'Israele). Un'altra analoga bufala del Cav è quella del «governo (non) eletto dal popolo», spacciata per verità matematica e ripetuta alla noia.

Di Maio, quindi, è in buona compagnia nel divulgare balle utili alla propaganda, nel caso specifico elettorale. Fra l'altro, più ci si arrovella nel fargli intendere gli spropositi costituzionali da lui commessi, più gli si dà agio di replicare e quindi di farsi pubblicità a buon mercato.

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