Alleanze analizzabili solo a urne scrutinate

L'interesse dei mezzi d'informazione si è curiosamente diretto verso il passato e verso il futuro

di Marco Bertoncini 4.2.2018 www.italiaoggi.it

L'interesse dei mezzi d'informazione si è curiosamente diretto verso il passato e verso il futuro. Il passato recentissimo, posto che procedono le polemiche sulla composizione delle liste elettorali. Il futuro troppo avanti, perché si ragiona sul governo. Non c'è da stupirsi sui candidati. Ogni capopartito ha messo nelle posizioni reputate migliori quelli che ritiene più fedeli. Della rottamazione operata sulle minoranze interne del Pd si è discusso in abbondanza; ora si discetta sull'erosione dei posti operata (forse) dalla Lega ai danni di Fi; si aggiungono riflessioni sulle potature attuate da Matteo Salvini sui seguaci di Roberto Maroni e di Luca Zaia. Così è sempre stato, anche se, un tempo, le preferenze potevano consentire agli oppositori interni di superare i sostenitori della rispettiva segreteria.

Il calore più elevato, tuttavia, è riservato alle elucubrazioni sulla futura maggioranza. È perfettamente superfluo fare i conti oggi, quasi che l'esito delle urne fosse noto. Pericoloso è affidarsi ai sondaggi in circolazione, specie se non eseguiti collegio su collegio. Se relativamente semplici sono le previsioni sul proporzionale, sui singoli scontri uninominali ogni riserva s'impone.

Una sola certezza emerge da tante riflessioni, oltre che dai ripetuti giuramenti di tanti esponenti di non voler fare alleanze anomale dopo il voto: soltanto l'effettiva ripartizione di deputati e senatori consentirà di capire quali intese potranno attuarsi. A tale riguardo si può facilmente prevedere che ciascun partito deciderà sulla base non d'impegni e giuramenti, bensì dei numeri. Sarà possibile qualsiasi soluzione, qualsiasi, purché possa trovare un sostegno parlamentare purchessia. Le scuse non mancheranno.

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