Il vero problema di Liberi e uguali: esisterà ancora dopo il 4 marzo?

Ha sondaggi dignitosi ma francamente immobili e non si è avvantaggiato molto del momento del crollo del Pd. La formazione delle liste avrebbe dovuto essere gestita con maggiore apertura.

PEPPINO CALDAROLA, 25.1.2018 www.lettera43.it

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Liste dei partiti: perché sono una delusione

Può darsi che Potere al popolo, la lista molto radical ispirata dal gruppo napoletano “Je so’ pazz’”, sia solo una curiosità giornalistica in tempi di magra di notizie politiche, invasi come siamo da informazioni dettagliate sulle candidature. Può accadere, invece, che questa lista raccolga lo scontento di sinistra in molte grandi città. Il rischio maggiore lo corre Liberi e Uguali che ha una fisionomia da sinistra paludata e che in questi giorni di battaglia sui probabili eletti ha dato il peggio di sé. Anche chi da sinistra vuole liberarsi del Pd potrebbe trovare nei “ribelli” napoletani un rifugio per continuare una battaglia e farle prendere la direzione anti-sistema. È persino possibile che ci siano scontenti di sinistra nel Movimento 5 Stelle che con il “gagà” Di Maio non vogliono avere niente a che fare. Sono tutte ipotesi di cui prendiamo nota solo perché le tre forze politiche che abbiamo citato si stanno slabbrando in queste settimane invece di dare consistenza al proprio progetto.

Chi corre meno rischi è probabilmente il Partito democratico che ha già perso tutto quello che poteva perdere e che può avvantaggiarsi in questo momento dalla buona immagine del premier e dalla minore invadenza di Renzi,

Chi corre meno rischi è probabilmente il Partito democratico che ha già perso tutto quello che poteva perdere e che può avvantaggiarsi in questo momento dalla buona immagine del premier e dalla minore invadenza di Renzi, oltre che dalla scomparsa della Boschi. Il Pd di fronte ai probabili vincitori di destra potrà far valere il tema del voto utile, dell’ultima barriera e possono cercare di convincere a turarsi il naso molti di coloro che hanno mal vissuto questa stagione renziana. I 5 Stelle sono la vera incognita. Può darsi che questa separazione da Grillo sia una trovata propagandistica, può darsi che sia cosa vera. I sondaggi premiano ancora il M5s perché l’area anti-establishment resta molto ampia, ma sembra difficile che possa tutta appoggiarsi sulle fragili spalle del ragazzo napoletano che si è vaccinato dai congiuntivi.

LIBERI E UGUALI, UN PARTITO FINORA IMMOBILE. LeU ha sondaggi dignitosi ma francamente immobili. Non si è avvantaggiato molto del momento del crollo del Pd (parliamo solo di fenomeni riscontrati nei sondaggi, il voto reale solitamente è un’altra cosa) e fino a che la somma dei voti LeU e Pd darà una cifra superiore a quella raggiunta da Bersani Renzi potrà sempre dire, il 5 marzo, di essere stato vittima della scissione ma di non aver perso altri voti. Il problema di LeU è che si sta insinuando in molti suoi militanti un dubbio: non si sa se questo partito alla fine del prossimo marzo ci sarà ancora. Per questo la formazione delle liste avrebbe dovuto essere gestita con maggiore apertura. Comunque quel mondo è refrattario ai consigli e temo pure ai voti. Pensate solo a come hanno trattato Antonio Bassolino.

Personalmente sono convinto che la mia generazione, o giù di lì, dovrebbe stare fuori da tutto per esercitare una grande influenza politica con libri, articoli, saggi, incontri popolari. Ma è solo una mia suggestione. Capisco chi vuole impegnarsi nell’agone parlamentare. Ma se è giusto che alcuni vecchi si presentino, perché Bassolino no? C’è a sinistra, a Napoli, un nome migliore del suo?

LO SMACCO DELLA RIVALUTAZIONE DI BERLUSCONI. Sui social si leggono parole disperate di chi deluso non sa per chi votare e parole d’orgoglio di chi non vuol lasciare il Paese alla destra. Su un punto la sinistra ha già perso e ha perso in modo storico e definitivo. Qualunque sia il risultato di Berlusconi, riesca o no a farsi ammettere alla competizione elettorale, resta il fatto che le parole di apprezzamento che sta ricevendo da tanti suoi avversari accaniti sono al tempo steso un evento ridicolo, per chi oggi lo esalta, e un trionfo definitivo per lui che ai nostri occhi ha la grande qualità di non smettere mai di combattere.

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Frigo. Dignitoso un 6% ? Dimentica chi c'è dentro, i pezzi da 90 italiani: D'Alema Bersani Grasso e Boldrini, Fassina.E tutti con obiettivi diversi e contrastanti. Lo scopo è di far perdere Renzi e non di diventare un, IL partito della sinistra !

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