Centrosinistra, scintilla D'Alema sulla chiusura delle liste
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L'ex premier alza la tensione in Liberi e uguali: «Il 5 marzo ci sarà un governo del presidente». Boldrini e Civati non ci stanno. Renzi: «Non crediamo ai partiti di plastica».
19.1.2018 www.lettera43.it
A tutti quelli che provano a 'far fuori' D'Alema: siete dei pirla
Il 5 marzo ci aspetta un governo del presidente, «per forza». La fuga in avanti di Massimo D'Alema spiazza e divide la sinistra. E nelle ore delle trattative per la chiusura delle liste, alza la tensione dentro Liberi e uguali. Pietro Grasso prova a smorzare, spiegando che non c'è nulla di nuovo e che, a fronte della legge elettorale attuale che «non dà governabilità», Leu è «disponibile» a un governo incaricato «solo» di una nuova legge elettorale. Ma Pippo Civati e Nicola Fratoianni sono già sugli scudi. E il Pd ne approfitta, toccando il nervo scoperto.
IL PD STRINGE SULLE ALLEANZE. Ma i dem sono alle prese in queste ore con le tensioni interne per la difficile quadratura delle liste. Entro il 20 gennaio chiuderanno l'intesa sulla coalizione, di cui con ogni probabilità farà parte +Europa di Emma Bonino, poi le trattative entreranno nel vivo, per la settimana decisiva. D'Alema porta sulla scena una delle ipotesi più accreditate per il dopo, spiegando al Corriere della Sera che con il Rosatellum nessuno vincerà e dunque servirà «una convergenza di tanti partiti diversi attorno a obiettivi molto limitati», tra cui una nuova legge elettorale. E sebbene l'ex premier si definisca un «candidato locale» (in Salento) di Leu, le sue parole alzano un polverone.
CIVATI E BOLDRINI CONTRO D'ALEMA. Il messaggio è sbagliato, dice Laura Boldrini, perché «le persone non possono pensare che votare non servirà». «L'unico governo del presidente a cui lavoro è quello del presidente Grasso» dichiara Pippo Civati, che respinge da subito, così come Sinistra italiana, l'ipotesi larghe intese. E se Mdp difende D'Alema, il sospetto degli alleati è che la mossa miri ad affermare la sua leadership, tagliando fuori Grasso.
RENZI: «NO AI PARTITI DI PLASTICA». I renziani ipotizzano invece che l'evocazione delle larghe intese sia un messaggio al Pd: incontrarsi sul dopo senza Renzi è possibile. Per ora, però, i dem mettono il dito nella piaga: «Il capo di Leu ha i baffi, è D'Alema e ha in mente una sorta di Monti bis con la destra», dice il senatore Andrea Marcucci. Renzi, che è a Caltagirone a un incontro su «popolarismo e populismo», cita l'appello ai «liberi e forti» di don Sturzo e ignora D'Alema. «C'è la caccia a fare il ministro, ci sono santi e santini, ma non crediamo ai partiti di plastica che pubblicano e falsificano i sondaggi di giorno in giorno», attacca gli avversari. Mentre a Roma Maurizio Martina, Lorenzo Guerini ed Ettore Rosato incontrano Civica popolare per stringere sull'alleanza.
GLI ALLEATI PUNTANO A MASSIMIZZARE IL BOTTINO. Il 19 i dem vedranno i rappresentanti di Insieme e +Europa, perché entro il giorno seguente al Viminale vanno presentati i simboli e gli apparentamenti, oltre al programma (non sono ancora pronti i cento punti affidati a Tommaso Nannicini). Ma fino all'ultimo i potenziali alleati trattano per massimizzare il bottino («Noi vogliamo dieci seggi», dice il Verde Angelo Bonelli). In tutto i dem sarebbero pronti a concedere 18 seggi, di cui la metà più o meno «sicuri»: quattro a +Europa, quattro alla lista di Lorenzin e tre a Insieme. Occhi puntati su Emma Bonino, ma l'intesa sarebbe a un passo, centrata - dice Bonino - su un tema come l'Europa, che Renzi rilancerà a Milano.
PRESSING IN CORSO SU PITTELLA. Quanto al Pd, il leader dem afferma: «Non chiederemo santità nella composizione delle liste ma politica con la p maiuscola». Dalla minoranza dem emergono i timori per le «quote» di seggi sicuri che il Nazareno, dove è al lavoro Luca Lotti, assegnerà loro. Paolo Gentiloni correrà con ogni probabilità nel seggio Roma 1 alla Camera, ma tra i ministri qualcuno (si fa il nome di Minniti), non avrebbe gradito l'annuncio tivù di Renzi sulla loro candidatura all'uninominale. In realtà, una valutazione è ancora in corso per il 'tecnico' Pier Carlo Padoan e per Maria Elena Boschi, che dovrebbero correre solo al proporzionale. Per gli altri, ancora tutto da definire. Un pressing è in corso in queste ore su Gianni Pittella, mentre dovrebbe essere esclusa in Liguria Raffaella Paita. L'astronauta Samantha Cristoforetti, infine, racconta di non aver ricevuto proposte.